Vorrei fare alcune precisazioni riguardo l’articolo che la Lega Nord ha scritto sulla questione delle case popolari.
Innanzitutto rispondo a Casucci dicendo che, se si parla di generiche ”graduatorie dei servizi sociali”, non corrisponde al vero che ci sia un alta concentrazione di extra-comunitari. Se guardiamo, ad esempio, i sussidi economici la percentuale, dati aggiornati al mese di Novembre, è di un 70% dei cittadini italiani e di un 30% di quelli extra-comunitari; se parliamo, invece, degli alloggi dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero restaurati in collaborazione con la Regione Toscana e il Comune questi sono stati dati sia ad italiani che extra-comunitari e in più sono alloggi a canone agevolato in cui chi partecipa deve avere un reddito minimo di 13.000 € l’anno.
Per quanto riguarda le case popolari di proprietà del Comune preciso che la legge a cui facciamo e dobbiamo fare riferimento è, come scritto a Meoni, la LR 96/96 di cui riporto i punti salienti (a, b ed f ) dell’art. 5 riguardante i requisiti di accesso e di reddito:
a) possesso della cittadinanza italiana o di uno Stato aderente all’Unione Europea. Possono accedere al presente bando, in condizioni di parità con i cittadini italiani, gli stranieri non aderenti all’Unione Europea, purché siano titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno, di validità almeno biennale, ed esercitino una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo;
b) residenza anagrafica o attività lavorativa nel Comune di Cortona;
f) reddito convenzionale annuo complessivo del nucleo familiare non superiore a € 15.320,00, prodotto nell’anno 2010. Il reddito si calcola applicando le seguenti detrazioni (NON REDDITO ISEE): -€ 1.549,37 per ogni figlio a carico; etc…
Le leggi a cui fa riferimento l’On. Fava riguardano principalmente le autocertificazioni e la documentazione utile al fine del rilascio del permesso di soggiorno che non può e non deve essere visionata dal Comune ma dall’organo preposto cioè la Questura. Se si volesse introdurre un controllo, che io considero giusto, “sui redditi familiari che queste persone hanno nel loro Paese di origine” sarebbe necessario modificare la procedura di assegnazione e la verifica dei requisiti e quindi, probabilmente, la legge regionale o le leggi citate dall’Onorevole. Anche se non sono in possesso di dati reali, posso ipotizzare, tuttavia, che gli extracomunitari che hanno redditi o beni immobili “significativi” nel loro paese e che decidono di andare a vivere in un altro paese facendo una vita difficile e basata sui sussidi dei Comuni siano una piccolissima percentuale degli extracomunitari presenti nel nostro territorio e non credo che a loro possa essere attribuita la causa dei problemi economici dell’Italia. Ribadisco che, secondo me, gli stranieri che hanno deciso di venire a vivere nel nostro Paese, lavorando regolarmente, debbano avere gli stessi identici diritti di cittadino di coloro che nel nostro Paese ci sono nati, ovvero “hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” (Costituzione Italiana, art. 3)
Ringrazio la Lega Nord per avermi dato l’occasione di spiegare il lavoro dell’Amministrazione Comunale su questi temi su cui spesso i luoghi comuni offuscano la corretta informazione. Non posso però esimermi da ricordare a Casucci che la Lega Nord ha governato negli ultimi anni ed è stata autrice proprio di una legge sull’immigrazione e che, per questo, farebbe bene a rivolgere parte delle richieste e delle perplessità che ha su questi temi al suo stesso partito.
[.noresp.]