Negli ultimi decenni si è assistito ad una cessione generalizzata del patrimonio pubblico e ad una privatizzazione delle società pubbliche che gestiscono beni e servizi. Le privatizzazioni sono state presentate quale unica alternativa alla cattiva gestione e quale strumento per reperire risorse finalizzate al contenimento del debito, decenni di dissennate dismissioni hanno dimostrato il contrario, infatti mentre soggetti privati depredavano il patrimonio pubblico, acquistando beni che spesso rivendevano nel giro di pochi mesi a pressi raddoppiati o triplicati, l’ amministrazione pubblica dilapidava in poco tempo l’ esigua somma percepita a volte persino spendendolo semplicemente per pagare l’ affitto agli acquirenti.
La privatizzazione dei beni pubblici fra cui acqua, autostrada, ferrovie etc ha comportato aumenti considerevoli delle tariffe, mentre la gestione, primariamente finalizzata al lucro, non ha rispettato il principio di bene comune sacrificato sull’ altare del profitto. Non c’ è da sorprendersi se durante gli scorsi decenni di dismissioni e privatizzazioni il debito pubblico sia costantemente cresciuto, mentre per le famiglie si impoverivano progressivamente, non potendosi spesso più permettere neanche beni e servizi essenziali.
La maggioranza delle persone è consapevole dell’ importanza di preservare i beni pubblici e lo ha apertamente ed inequivocabilmente espresso in occasione dell’ ultimo referendum.
La vendita del patrimonio pubblico comporta sempre il pericolo che persone spregiudicate, comitati di affari, più propriamente definibile del malaffare, cerchino di accaparrarsene a prezzi irrisori e comunque notevolmente inferiori al valore di mercato, spesso ricorrono alla corruzione, ad accordi sottobanco ed ad altri espedienti utili a realizzare il loro truffaldino intento, la comunità cortonese non ne è stata immune e la vicenda relativa alla vendita delle terme di Manzano lo testimonia.
Le privatizzazioni inoltre si prestano a meschini giochi di ripartizione degli incarichi, nomine e posti di lavoro nelle società partecipate, che sono svincolate dai criteri di aggiudicazione previsti per il pubblico impiego, in particolare attraverso un concorso pubblico o graduatoria.
Per tutte le suddette ragioni la lista di Rifondazione Comunista a Cortona ha posto come punto centrale ed essenziale del suo programma la difesa del bene comune inteso sia come servizi che come patrimonio pubblico.
Recentemente è stato pubblicato nell’ albo pretorio l’ asta per la vendita del complesso dell’ ex ospedale, con una base d’ asta di poco superiore ai 300 € al m2 , il complesso che si sviluppa su oltre 5700 m2 dovrebbe, a nostro avviso, essere più propriamente utilizzato come sede per l’ istituto scolastico di Cortona, risparmiando l’ ingente somma pagata per l’ affitto dell’ attuale sede, e per altre attività ricreative,sociali e culturali.
Il PD, sia a livello nazionale che nella sua rappresentanza locale, ha spudoratamente ignorato la volontà espressa dagli elettori, disattendendo l’ esito del referendum. Mentre quindi soggetti privati si intascavano dividendi milionari, derivanti dagli utili prodotti dal bene comune per eccellenza rappresentato dall’ acqua, l’ amministrazione comunale di Cortona approvava un ulteriore incremento delle tariffe che comporterà per il prossimo biennio un aggravio del 11.25% a carico di utenti e famiglie.
Quello che è comunemente definito come “referendum sull’ acqua pubblica” ha una connotazione più ampia ed implicazioni più generali rispetto alla partecipazione di soggetti privati nelle società di pubblica proprietà, infatti il quesito refendario prevedeva l’ abolizione dell’ articolo 23 della legge 112 del 2008, riguardante i “servizi pubblici locali di rilevanza economica” . L’ attuale amministrazione comunale non solo ha omesso di ripubblicizzare l’ acqua, ma ha previsto la cessione del 40% della società “Cortona sviluppo” a soggetti privati, prevaricando per l’ ennesima volta la volontà degli elettori. La nostra determinazione è quella di adoperarci per preservare il bene comune, permettendo che la comunità possa partecipare ai costi di gestione dei servizi di pubblica utilità con tariffe eque e sostenibili e possa beneficiare degli eventuali utili reinvestiti a beneficio della comunità anzichè intascati da soggetti privati.
Riguardo all’ utilizzo delle proprietà pubblica a beneficio della intera comunità e in una ottica di equità e giustizia sociale, una riflessione a parte merita la concessione a società sportive od associazioni private degli impianti sportivi di proprietà della amministrazione comunale, attualmente non solo vengono concessi in gestione a canoni irrisori, ad esempio per l’ impianto sportivo Tiezzi è previsto un canone di 650 €, ma l’ amministrazione comunale partecipa erogando decine di migliaia di euro, sia alle relative spese di gestione e manutenzione, che alla attività sportiva che vi viene svolta, a titolo di esempio citiamo i 21.000 € annui per il Tiezzi ed all’ incirca 30.000 € annui per la piscina comunale.
Questi beni e risorse vengono concessi a società e soggetti privati permettendo loro di determinare tariffe non sempre congruenti con le possibilità economiche della cittadinanza, un genitore precario, cassaintegrato o disoccupato difficilmente potrà permettersi di pagare diverse centinaia di euro per far praticare uno sport al proprio figlio. L’ amministrazione comunale dovrebbe essere attenta alle esigenze della cittadinanza e delle persone meno abbienti e nel concedere la gestione degli impianti sportivi, dovrebbe rispettarne la prerogativa di bene appartenente alla comunità, adottando provvedimenti che siano in grado di consentire a tutti di usufruirne. Le norme che ne regolamentano l’ utilizzo dovrebbero essere chiare, trasparenti e specifiche , per impedire che si verifichino disparità di trattamento. La mia proposta è quella di prevedere tariffe differenziate e commisurate alla condizione economica di ciascuno, individuando in base al reddito isee fasce di utenza a cui sia consentito l’ accesso agli impianti o la partecipazione alle varie attività sportive a costi contenuti. La mia proposta prevede anche che il Comune si riservi l’ utilizzo per determinati giorni e periodi dell’ anno a beneficio di cittadini ed associazioni.
Di Francesco Rodolfo
Candidato n.9 alla carica di consigliere comunale del comune di Cortona
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