SECONDA DOMANDA: ENERGIE RINNOVABILI
Ritiene che incentivare l’uso di energie rinnovabili sia un fattore chiave nella futura pianificazione dell’approvvigionamento energetico? A quali fonti energetiche crede sia opportuno dare più slancio? Cosa pensa dell’uso delle biomasse?
Stefano Loppi (Puppato): L’efficienza energetica è il modo più semplice e conveniente per risparmiare sulla bolletta e ridurre le emissioni di gas climalteranti. Vanno pertanto sostenuti gli interventi in questa direzione, nelle abitazioni, nelle aziende e negli edifici pubblici. Le fonti rinnovabili, fondamentali nel sistema energetico mondiale, svolgono un ruolo centrale nella riduzione dei gas serra e creano nuove opportunità di sviluppo economico. È quindi necessario puntare su efficientamento e risparmio per famiglie e aziende, che produce ricadute positive su molteplici livelli: l’obiettivo deve comprendere la creazione di lavoro e ricchezza, sviluppo di tecnologie innovative e dunque anche nuovi spazi per fare impresa.
Per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile, l’obiettivo ambizioso sarà quello indicato dal Parlamento Europeo che prevede di ridurre dell’80% le emissioni in atmosfera entro il 2050. Tra le fonti energetiche sono da favorire quelle inesauribili e a minore impatto ambientale (eolico, solare termico e fotovoltaico, idroelettrico), ma ogni territorio dovrà valutare le proprie potenzialità. Le biomasse sono sostenibili solo se legate a impianti di piccole dimensioni alimentati da scarti locali.
Patrizio Mecacci (Bersani): Dobbiamo puntare con decisione a sviluppare al massimo le fonti di ogni tipo di energia rinnovabile. In Italia non sfruttiamo abbastanza risorse pulite come il solare o l’eolico, o anche le biomasse. Sulla geotermia possiamo fare molto di più, anche in Toscana. Questo ci consentirebbe non solo di produrre autonomamente quote di energia evitandone l’acquisto oneroso dall’estero, ma anche di costruire nuove opportunità di lavoro in Italia. Bisogna puntare al risparmio di energia, all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici, a partire da un grande piano pubblico per il patrimonio statale. Possiamo raggiungere internamente l’obiettivo del 17% dei consumi finali con fonti rinnovabili entro il 2020. Costruire un’industria nazionale del settore e promuovere nuove imprese che operino operino nella produzione ed accumulo di energia proveniente da fonti rinnovabili, nella produzione di materiali per l’efficienza energetica, di sistemi atti a ridurre l’impatto ambientale, nella chimica verde, e in tutte le applicazioni considerate a maggior efficienza energetica.
Sara Biagiotti (Renzi): Un paese come l’Italia non può che investire massicciamente sulle energie rinnovabili. L’intervento che ci proponiamo di fare è su più livelli e mira all’obiettivo, di qui a pochi anni, di soddisfare la metà del nostro fabbisogno energetico con energia prodotta da fonti rinnovabili. Questo ci permetterebbe di risparmiare da un lato sulle importazioni di petrolio e di gas, dall’altro di ridurre le emissioni. Oltre ad un altro aspetto da non sottovalutare: da una politica di forte investimento si creerebbero migliaia di nuovi posti di lavoro valorizzando le competenze e le eccellenze della ricerca e dell’industria italiana. Nel medio periodo l’idea è quella di raggiungere la parità di costi di produzione tra fonti tradizionali e rinnovabili attraverso un sistema intelligente di incentivi. Di pari passo dovrà essere ammodernata la rete elettrica e il mercato al fine di ridurre il costo in bolletta e ridurre gli sprechi.
Rispetto invece al tema delle biomasse, nostra intenzione è di puntare sullo sviluppo a fini energetici delle biomasse di origine agroforestale, con riferimento soprattutto alla filiera del biogas/biometano e ai biocombustibili di seconda generazione. Il tutto in linea con i criteri e i parametri fissati in sede comunitaria.
In quest’ottica va inserita la valorizzazione del sistema agro-forestale attraverso lo sviluppo di un mercato volontario dei crediti di carbonio agro-forestali, coordinato a livello nazionale, in linea con quanto indicato nel Protocollo di Kyoto e la promozione dell’utilizzo di prodotti legnosi in sostituzione di materiali come cemento e acciaio, a maggiore consumo energetico.
Questa rivoluzione energetica, perché di rivoluzione si tratterà, dovrà essere accompagnata dal basso. Alle grandi aree urbane e ai comuni verranno fissati degli obiettivi da raggiungere in termini di abbattimento delle emissioni.
Come? Destinando parte degli incentivi ai piani cittadini per l’implementazione di tecnologie eco-efficienti. Basti pensare alle caldaie di nuova generazione, alle finestre a isolamento termico o alla promozione di una mobilità sostenibile e degli impianti solari e micro-eolici.
TERZA DOMANDA: WELFARE E SANITA’
Con i tagli imposti dagli ultimi governi la sanità e il welfare sono stati pesantemente colpiti da una parte tagliando dei servizi essenziali e dall’altra facendo ricadere i costi sulle amministrazioni locali. Come ritiene di poter gestire e portare avanti un sistema di welfare sostenibile nel nostro paese che garantisca a tutti equità di trattamento e che sia anche motore di sviluppo?
Le risposte nella terza puntata
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