La quinta e ultima domanda di PDNewGen: banda larga (5/5)

QUINTA E ULTIMA DOMANDA: BANDA LARGA
Secondo un recente studio il ritardo nello sviluppo della banda larga in Italia ci costa tra l’1 e l’1,5% del Pil. Nel luglio scorso, inoltre, l’ONU ha riconosciuto come fondamentale il diritto di accesso alla rete internet. Crede che sia necessario favorire lo sviluppo della banda larga in Italia? Crede che vadano incentivate le attività economiche che gravitano attorno ad internet? Quali misure secondo lei vanno adottate per snellire e velocizzare le pratiche burocratiche attraverso l’uso di internet e in generale delle nuove tecnologie?

 Patrizio Mecacci (Bersani): La banda larga è essenziale per lo sviluppo tecnologico del nostro paese. Ma non solo. Garantire un accesso generalizzato alla rete garantirebbe un rilancio dell’economia. Penso agli e-commerce delle piccole e medie aziende che proponendosi online possono ampliare il loro mercato anche fuori dal nostro paese, in luoghi impensabili fino a qualche anno fa. E penso anche al rapporto dei cittadini con la pubblica amministrazione. Open data, digitalizzazione e integrazione di banche date degli enti locali.  Non dobbiamo più considerarle sperimentazioni ma iniziative concrete. Intorno a Pierluigi Bersani è nata una rete tematica di comitati che si chiama Smartbersani.it con proposte concrete e specifiche su internet, Start up, new economy e molto altro ancora.

Sara Biagiotti (Renzi): Il ritardo italiano nel puntare sulle infrastrutture del futuro è intollerabile. Bisogna investire questa tendenza e bisogna farlo subito. A partire ovviamente dalla banda larga. Occorre realizzare il cosiddetto Next Generation Network (NGN) per metterlo a disposizione di tutti gli operatori di telecomunicazioni a parità di condizioni tecniche ed economiche. Questo network deve essere di proprietà di un soggetto esclusivamente pubblico, senza fine di lucro, non scalabile, promosso da Cassa Depositi e Prestiti. È ora di superare il digital divide effettivo ancora presente nel nostro paese. Un investimento serio sulla banda larga avrebbe immancabili ritorni in fatto di occupazione e di creazione di nuovi posti di lavoro.

Stefano Loppi (Puppato): Superare il digital divide deve essere un imperativo: è oramai impensabile fare a meno di internet e delle possibilità che offre, sia a livello pratico che informativo. L’economia che gravita attorno a internet va assolutamente incentivata e si potranno ottenere anche consistenti risparmi per le famiglie, le aziende e gli enti pubblici ad esempio attraverso l’utilizzo della tecnoplogia VOIP. Andranno utilizzate e valorizzate tutte le tecnologie ICT nelle pubbliche amministrazioni, sia per la dematerializzazione documentale che per garantire possibilità e rapidità di accesso ai documenti. Un imperativo categorico deve essere semplificare e ridurre i passaggi burocratici, rendere obbligatorie le conferenze di servizi anche on-line laddove gli attori siano più d’uno, il tutto in tempi certi, con trasparenza e regole chiare. Un ulteriore beneficio dell’utilizzo di internet è la possibilità di limitare il ricorso agli spostamente fisici per accedere alla documentazione, eliminando file e tempi di attesa, ma anche contribuendo alla diminuzione delle emissioni inquinanti del traffico.