QUARTA DOMANDA: RINNOVAMENTO
Il rinnovamento è stata una delle parole chiave di queste primarie. Cosa intende per rinnovamento e come intende attuarlo a beneficio del governo futuro del nostro paese?
Sara Biagiotti (Renzi): Il rinnovamento è alla base del cambiamento di cui l’Italia ha bisogno, soprattutto in politica.
La politica deve riacquistare credibilità, solo dalla credibilità può rinascere quel rapporto di fiducia tra eletti ed elettori che ultimamente è venuto a mancare. La nostra proposta non si limita pertanto ad auspicare facce nuove, ma si propone un nuova visione della politica fondata su un rapporto sano con i cittadini. Il politico non deve essere visto come un privilegiato, non deve godere di un vitalizio dopo metà mandato mentre si chiede alla gente comune di lavorare fino a 65 anni. Un consigliere regionale non può guadagnare quattro volte un primario ospedaliero. Il rapporto tra cittadino e istituzione si ricostruisce così, ma non solo.
Alla Leopolda presenteremo un programma di governo di 30 pagine, non 287, non tre slogan, ma 30 pagine scritte in italiano, comprensibili a tutti e a chiunque voglia farsi un’idea. La scelta di presentare un programma così, sintetico e chiaro, è stata una scelta di serietà. In questo modo, a fine mandato Matteo Renzi potrà essere valutato sul piano delle promesse mantenute. Questa è la nuova politica.
Stefano Loppi (Puppato): “Un’altra idea di mondo”, con al centro del programma la Blue Economy: non si tratta di uno slogan, ma del “comandamento” che racchiude in sé tutti gli altri: in quanto i soli fattori davvero determinanti per un cambiamento sono quelli legati alla creazione di lavoro e ricchezza basati sull’innovazione e sulla tutela dell’ambiente. Un rinnovamento della classe dirigente è necessario, ma senza che non passi attraverso rottamazioni, urla o attacchi personali per finire sulle prime pagine dei giornali. Serve un programma concreto. Non ci si deve far prendere dall’antipolitica, basta combattere la cattiva politica e mettersi nelle mani delle persone giuste, quelle competenti e coraggiose.
Patrizio Mecacci (Bersani): Il rinnovamento è necessario in politica come nella società. Noi lo stiamo costruendo grazie a forze fresche negli enti locali e alla guida del Pd ad ogni livello. Ma il rinnovamento vero si chiama cambiamento, e lo farà chi saprà trasformare l’indignazione in partecipazione, la rabbia in speranza. La politica e l’associazionismo, se tornano a darsi la mano, possono fare moltissimo. Ci sono tantissimi ragazzi che ogni giorno fanno volontariato in associazioni che, a diverso livello, sono politicizzate. Eppure non fanno politica, o non pensano che quella che stanno facendo sia politica. Noi dobbiamo spalancare porte e finestre alla partecipazione, e chiedere all’associazionismo e al civismo di prendere la politica per mano e di diventare protagonisti politici. La rottamazione è profondamente sbagliata. La rottamazione generalizza tutto, e facendo così toglie responsabilità alla destra e a chi ha votato la destra. Non si rottamano le persone, e non si rottamano i valori. Solo con un patto tra le generazioni possiamo fare forte il centrosinistra e l’Italia.
QUINTA E ULTIMA DOMANDA: BANDA LARGA
Secondo un recente studio il ritardo nello sviluppo della banda larga in Italia ci costa tra l’1 e l’1,5% del Pil. Nel luglio scorso, inoltre, l’ONU ha riconosciuto come fondamentale il diritto di accesso alla rete internet. Crede che sia necessario favorire lo sviluppo della banda larga in Italia? Crede che vadano incentivate le attività economiche che gravitano attorno ad internet? Quali misure secondo lei vanno adottate per snellire e velocizzare le pratiche burocratiche attraverso l’uso di internet e in generale delle nuove tecnologie?
Le risposte nell’ultima puntata
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