In questi giorni, molteplici interventi, anche di autorevoli parlamentari, segnalano – da tutte le parti politiche – la “necessità” di ripartire da zero, di “resettare” dando vita ad una o più formazioni politiche del tutto nuove, con una nuova classe dirigente attinta dalla “società civile”. Assistiamo anche alle reiterate sollecitazioni, anche in campi avversi, dei “Rottamatori” e dei “Formattatori”, che si proclamano come uomini del cambiamento capaci di determinare, come qualche critico locale ha evidenziato, non tanto un “semplice” ma pericoloso “Big Bang” (o quasi), quanto invece una significativa recessione della galassia politica “ad personam”.
In entrambi i casi, si pensa nei fatti a creare un nuovo partito, formato da gente “nuova” reclutata, in base a criteri non meglio specificati, dalla “taumaturgica” e fantastica società civile estranea al tanto vituperato mondo politico che già ha portato nelle assemblee elettive qualche singolare personaggio spesso ben propenso a far perdere scientemente consensi a chi lo ha candidato, o a cambiar casacca motivando, tuttavia, la sua decisione in base alla presunta appartenenza all’altro modo: quello della società civile !
In Forza Italia ed Alleanza Nazionale prima e poi nel Popolo della Libertà, migliaia di persone si sono adoperate nelle varie campagne elettorali, hanno curato il rapporto con il territorio ed hanno ricevuto consensi dando piena rappresentanza al centro-destra nelle assemblee elettive e nel partito, e ciò pure in momenti difficilissimi a livello nazionale del Pdl. Esempi, anche a livello locale, di meritocrazia del consenso, di indubbie competenze personali e di collegamento stretto con il corpo elettorale sono evidenti a tutti e riguardano sia dirigenti di partito sia consiglieri comunali, provinciali e regionali, tutti dotati di un proprio lavoro estraneo alla politica.
Spesso si tratta di un vero e proprio importante spaccato della società civile; – quella realtà che, ad esempio, nel corso del congresso provinciale del Pdl di Arezzo è stata definita la comunità locale e territoriale che realmente rappresenta l’identità valoriale più profonda del Popolo della Libertà nel suo diretto legame con il corpo elettorale e con i cittadini. Anche in quella sede è emersa, ancora una volta, la varietà della base dei nostri iscritti che sono migliaia in tutta la regione Toscana e che certamente qui non vivono di politica, ma del loro lavoro a cui sottraggono volontariamente tempo e risorse per dedicarsi con passione ed impegno alla vita civile e politica locale.
Occorre dar vita ad una nuova classe politica nel Popolo della Libertà o nel panorama nazionale ?
Vogliamo buttare al mare tutti coloro che hanno aderito al nostro partito, ed insieme a loro i coordinatori comunali e provinciali, i consiglieri comunali e provinciali, quelli regionali ed i parlamentari ? Anche coloro che hanno realmente un valore per la loro capacità rappresentativa e sentono invece altri (stra)parlare di “società civile” pur trattandosi, spesso, di personaggi comunque noti che nulla hanno mai fatto di rilevante nella sfera civile ed appaiono soltanto pronti ad operare per un riciclaggio politico personale.
Tra i nostri iscritti, simpatizzanti ed eletti ci sono ancora risorse reali per ogni territorio, persone capaci e che realmente possono vantare un ruolo autonomo rispetto a quello semplicemente politico; anche uomini e donne che hanno dato prova di saper interpretare il consenso locale senza richiedere posti e nomine, ma semplicemente dando il loro generoso contributo al Popolo della Libertà che ancora rappresenta sui nostri territori l’unica vera alternativa alla sinistra.
Siamo tutti pronti ad ogni possibile evoluzione ed innovazione perché rappresentiamo anche noi una parte rilevante della società civile e dell’impegno leale e costante nella politica. Siamo tutti consapevoli, anche a livello locale, della grandissima difficoltà del momento e della necessità di dare nuova forza e rinnovata credibilità alla nostra proposta politica, ma facciamo attenzione a ciò che davvero arriva da altre parti e luoghi della presunta “novità”. Nella foga di rottamare o formattare potremmo lasciare spazio soltanto a chi – anche modesto o solo furbetto – aspira a guadagnare o conservare un posticino che, in tempi normali, non avrebbe mai potuto neppure sognare di conseguire.
Il Paese ha bisogno di una guida sicura e di persone che diano piena rappresentanza ad una vasta parte dell’elettorato che non cerca avventure “greche” o divertenti traversate e gite “scolastiche” in pulmino, ma richiede serietà, comprovate capacità, dignità e lealtà politica nell’assumere ruoli rilevanti nelle assemblee elettive.
Coordinatore Provinciale Giovane Italia Arezzo e Vice Coordinatore Regionale Giovane Italia – Alessio Mattesini
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