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La Fondazione Mps al centro del dibattito dell’ultima seduta del Consiglio Provinciale di Siena

La situazione attuale e il futuro della Fondazione Mps sono stati il tema al centro del consiglio provinciale che si è riunito oggi, venerdì 15 febbraio, con un ampio dibattito che ha occupato interamente la prima sessione della seduta. Il consiglio, convocato su richiesta dei consiglieri di opposizione – Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana), Angiolo Del Dottore (Udc), Francesco Michelotti e Massimo Mori (Fratelli d’Italia – Centrodestra Nazionale), Donatella Santinelli e Lorenzo Rosso (Pdl) – ha visto la discussione di quattro documenti incidentali: tre ordini del giorno, presentati dalla maggioranza (Pd, Sel, Idv), Lega Nord e Rifondazione Comunista, e una mozione del Pdl. Nel dibattito è stata inserita anche la mozione presentata dei consiglieri Massimo Mori e Francesco Michelotti (Fratelli d’Italia-Centrodestra Nazionale) sulla situazione del Gruppo Montepaschi e i riflessi nei rapporti con le istituzioni regionali e il quadro economico e sociale della Toscana.

 

La prima parte della seduta si è chiusa con l’approvazione del documento della maggioranza – respinti gli altri – che impegna il presidente della Provincia, insieme alla conferenza dei capigruppo, “a definire un percorso di coinvolgimento del consiglio provinciale nei passaggi partecipativi che la Fondazione Monte di Paschi di Siena individuerà in relazione alla modifica del proprio statuto”. Presente in aula tra il pubblico, per una parte del consiglio, anche l’europarlamentare della Lega Nord, Claudio Morganti. Durante la seduta ha fatto visita al gruppo consiliare Pdl anche l’ex ministro, Altero Matteoli.

“Stamani – ha detto Massimo Mori (Fratelli d’Italia-Centrodestra Nazionale) – vogliamo discutere il futuro della Banca e della Fondazione Mps, dopo il fallimento totale da parte di chi ha governato la provincia e la città negli ultimi decenni. Siamo qui a discutere gli errori del passato e non sappiamo quale sarà il futuro, con grande dispiacere e amarezza e senza voler strumentalizzare questa cosa a livello politico. Se Gabriello Mancini stamani fosse venuto in consiglio provinciale, come avevamo richiesto, avremmo consigliato le dimissioni e, insieme a lui, le consigliamo alla maggioranza che governa la Provincia, dopo che la maggioranza in Comune è già caduta nei mesi scorsi. Nella mozione – ha aggiunto Mori – chiediamo di avviare una revisione dello  statuto della Fondazione insieme al Commissario del Comune di Siena e al presidente della Regione Toscana per eliminare le 14 nomine politiche e lasciare solo pochi rappresentanti degli enti locali e della Regione a scopo di collegamento fra Banca e territorio”.

“Fin dal 2009 – ha detto Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana) presentando il suo ordine del giorno – ho avviato un percorso per aprire gli occhi ai nominanti politici, Comune e Provincia di Siena, perché era il momento di nominare soggetti responsabili e con spiccate capacità di capire la situazione difficile che si andava già delineando. Ho presentato documenti e richieste di chiarimento ricevendo solo illazioni. Nonostante tutto, si è andati avanti con la stessa linea e le stesse persone e oggi si pagano le conseguenze di quelle scelte. Per questi motivi chiedo, come atto accettabile e senso di responsabilità verso la comunità senese, le dimissioni di tutti gli organi nominati della Fondazione Mps e di tutto il management di Banca Mps ad eccezione di Fabrizio Viola e Alessandro Profumo”.

Di responsabilità forti da parte del management e della politica ha parlato anche Antonio Falcone (Rifondazione – Comunisti Italiani) che ha “invitato tutti i nominati della Fondazione Mps, di parte pubblica, religiosa e in rappresentanza di realtà sociali, a costituirsi parte civile contro chi ha danneggiato Banca Mps in questi anni, a chiedere il risarcimento dei danni agli advisor e ai consulenti che hanno sbagliato le consulenze finanziarie e di mercato”. “Se tali impegni non sono ritenuti opportuni – ha aggiunto Falcone – chiedo che queste persone si dimettano e lascino agli organi consiliari eletti dal popolo senese e ai cittadini il compito di individuare le soluzioni per evitare il peggioramento dell’immagine della banca e di tutto il territorio senese”.

“Siena è in una situazione catastrofica e incredibile – ha affermato Donatella Santinelli, capogruppo Pdl – e chiediamo una chiarezza e una trasparenza che è mancata in questi anni e di cui i cittadini hanno diritto. Vogliamo sapere di chi sono le responsabilità per quanto è accaduto, di chi ha agito contro la città e il bene comune di questo territorio, danneggiandone lo storico tessuto economico e sociale”.

“Il declino di Siena – ha detto Angiolo Del Dottore (Udc) – viene da lontano ed è dovuto a un sistema fragile e poco lucido, con tanti fattori che hanno determinato la situazione che oggi stiamo vivendo. Le nomine politiche della Fondazione Mps sono un’eccezione nel panorama delle fondazioni e la crisi del Comune, nei mesi scorsi, è stata solo la conseguenza iniziale di un percorso distorto, avviato da tempo, e dovuto a scelte scellerate nelle nomine della Fondazione. Oggi è in corso un grande dibattito sulla revisione dello Statuto della Fondazione e occorre discuterne scindendo le vicende giudiziarie, di cui si occuperà la magistratura, da quelle politiche e dalle scelte della Banca”.

“Sono stato l’unico a chiedere le dimissioni di Mussari – ha affermato Fabrizio Camastra (Pdl) nel suo intervento – e lo feci perché, quando nel 2009 polemizzò con Ceccuzzi sull’esigenza di non ridistribuire i dividendi di Banca Mps, Mussari cedette alle pressioni della politica. Oggi sono convinto che Mussari abbia operato nel rispetto della legalità e delle regole, della sinistra che ha governato Siena, però”.

L’elemento più negativo che ha portato a questa situazione, secondo Marileno Franci (Pd) è che “la Fondazione Mps è stata trainata dalla banca e non è stata indipendente da essa. Da parte dei nominati negli organi della Fondazione, servirebbe più rispetto verso l’ente nominante, mentre, invece, non sono stati in grado di decidere e di gestire una situazione così grave, attinendosi non completamente alle linee di indirizzo ricevute”. Per il Pd è intervenuto anche il consigliere Alberto Taccioli, che ha evidenziato come, su questi temi, sarà opportuno continuare a discutere e riflettere in maniera più approfondita fra qualche mese, quando l’intera vicenda sarà più chiara.

“Nessuno ha disconosciuto che esistono delle responsabilità per quanto è accaduto e che saranno verificate dalla magistratura – ha sottolineato Marco Nasorri, capogruppo Pd respingendo gli attacchi dell’opposizione – Già nel consiglio provinciale dello scorso giugno, il presidente della Provincia aveva compiuto un’analisi seria della situazione, facendo autocritica con senso di responsabilità. Le istituzioni senesi dovranno continuare il percorso di rinnovamento avviato senza cancellare tutto il passato e guardando avanti, in un’ottica di prospettiva”. “In queste settimane il Pd non si è mai nascosto – ha aggiunto Niccolò Guicciardini – e abbiamo espresso, da subito, rabbia e sdegno per operazioni spericolate e in contrasto con gli indirizzi dati dalla comunità, che chiedevano una banca commerciale attenta alle imprese, alle famiglie e al radicamento sul territorio. Ora sono tante le forze politiche che cercano di rincorrere quanto accaduto nell’ultimo anno, dopo che noi abbiamo avviato, in tempi non sospetti, un percorso di rinnovamento. Chi ha delle responsabilità gestionali in questa vicenda, poi, sarà chiamato a risponderne”.

“La Fondazione ha mancato i suoi obiettivi – ha detto Antonio Giudilli (Idv) intervenendo nel dibattito – e ora la Banca deve tornare a fare la banca. Gli organi della Fondazione non devono essere nominati da figure singole, come il sindaco e il presidente della Provincia, ma dai consigli provinciale e comunale. Occorre anche rivedere i compensi, le regole e i requisiti di nomina, oltre a favorire una maggiore pubblicità delle deliberazioni, segno di trasparenza”.

“La maggioranza è arrivata fortemente impreparata e imbarazzata a questa seduta – ha affermato Francesco Michelotti (Fratelli d’Italia-Centrodestra Nazionale) – presentando un documento di poche righe e senza contenuto. Noi chiediamo con forza che emergano le responsabilità politiche della vicenda e che sia accolto il principio in base al quale vanno rescissi i legami tra la politica e la Banca. Chiediamo le dimissioni dei deputati della Fondazione Mps, ma anche del Presidente della Provincia, che rappresenta l’ente nominante, e ribadiamo massima fiducia nella magistratura inquirente”.Un richiamo alla responsabilità della maggioranza è venuto anche da Lorenzo Rosso (Pdl), che ha sottolineato come il consiglio sia stato chiamato ad affrontare questo tema grazie alla richiesta dell’opposizione e come sia fondamentale avere al più presto in aula il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, per conoscere la reale situazione della Fondazione.

Al dibattito è intervenuto anche il presidente del consiglio provinciale, Riccardo Burresi in veste di consigliere affermando che “il cambiamento e il rinnovamento in politica devono essere declinati con fatti concreti, altrimenti rimangono solo belle parole. I cittadini ci chiedono di voltare pagina e questo grido non può rimanere inascoltato nemmeno in questa aula”. Tre gli elementi che, secondo Burresi, devono caratterizzare il rinnovamento: una revisione delle regole per le nomine, scindendole dalla politica; il rispetto dell’autonomia della Fondazione, seguendo le linee di indirizzo date dagli enti nominanti, e il mantenimento decisionale come azionista principale della Banca.

Donato Apollonio

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