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Italia Unica e il Referendum del 17 Aprile: io voto!

Ancora una volta un referendum diventa strumento di polemica partitica e di opportunismo populista. A questa triste abitudine Italia Unica dice ancora una volta “basta”. Considerare i cittadini come spettatori è inaccettabile, soprattutto di fronte a una “chiamata democratica” quale è un referendum.

 

L’appuntamento di domenica 17 aprile sulle cosiddette “trivelle in mare” ci vede schierati. Sì, schierati per il voto! Il nostro è un accorato appello alle elettrici e agli elettori affinché sappiano tutti rendersi protagonisti attivi di quest’appuntamento con la più alta forma di democrazia diretta. La partecipazione, indipendentemente dalla decisione di votare SI oppure NO al complesso quesito, sarà importante di per sé! Meglio ancora se chi si recherà alle urne vorrà e potrà farlo in maniera informata e consapevole.

Data la nostra posizione forte a favore del limite delle 12 miglia, la nostra posizione “ideologica” è a favore del SI, ma ci rendiamo conto che in parecchi casi l’estensione delle concessioni in essere potrebbe comportare proventi e occupazione importanti per le comunità che le ospitano con livelli di rischio considerabili accettabili. Giusto sentirsi liberi di scegliere secondo le proprie valutazioni.

Ci saremmo aspettati che – con chiarezza e trasparenza – le posizioni e le ragioni potessero trovare spazio e occasione di confronto. Così non è stato perché i partiti attuali non hanno interesse alla diffusione della conoscenza, ma solo alla ricerca del consenso. Per questo Italia Unica invita tutti i suoi referenti territoriali a illustrare le varie posizioni presso i cittadini. Solo la cultura del sapere permette alla democrazia di esprimersi al meglio.

La responsabilità maggiore è del Governo Renzi che punta sfacciatamente al fallimento del referendum, sia attraverso il mancato accorpamento con la prossima scadenza delle amministrative che con il tentativo di oscurare il dibattito intorno all’argomento (significativa la circolare del Ministro Alfano che vieta “a tutte le Amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. In pratica un invito ai Sindaci e agli amministratori a tacere sull’argomento).

Da sottolineare che, per la prima volta nella storia della Repubblica, il prossimo 17 aprile‬‬‬ gli elettori italiani saranno chiamati a votare a un referendum di iniziativa non di 500 mila cittadini ma di 9 Regioni, tutte governate dal Pd ad eccezione di Veneto e Liguria: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Calabria, Campania e Molise. Fissando l’appuntamento al 17 aprile per impedire il raggiungimento del quorum in un referendum volto ad abrogare una norma voluta proprio dal suo governo, Renzi ha così scongiurato la possibilità di un election day che avrebbe permesso di risparmiare circa 300 mln di euro.

I gravi avvenimenti politico-giudiziari che negli ultimi giorni hanno coinvolto il governo proprio sul tema ambientale, hanno caricato ulteriormente di attesa l’appuntamento referendario e distolto dalle vere ragioni dello stesso. E’ la riprova che quando mancano chiarezza e trasparenza nella comunicazione e nell’informazione, è più facile che trovino spazio confusione e polemiche.

Come noto, anzi, come non sufficientemente noto, il quesito referendario è il seguente:

Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Nello specifico, il suddetto comma 17 del decreto legislativo 152 stabilisce che sono vietate le «attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi» entro le 12 miglia marine delle acque nazionali italiane. La legge stabilisce che gli impianti che esistono entro questa fascia possono continuare la loro attività fino alla data di scadenza della concessione, che su richiesta può essere prorogata fino all’esaurimento del giacimento.

Oggi, in Italia, vi sono 66 concessioni per l’estrazione di idrocarburi in mare, ma interessano quasi interamente attività oltre le 12 miglia dalla costa. Il referendum, come detto, riguarda soltanto 21 concessioni rilasciate per estrazioni entro suddetto limite e, nello specifico, di una in Veneto, due in Emilia-Romagna, una nelle Marche, tre in Puglia, cinque in Calabria, due in Basilicata e sette in Sicilia. Non sono dunque in discussione nuove concessioni e non è in discussione se fermare o meno oggi le concessioni in corso.

E’ un tema che si presta a valutazioni di vario genere: votare SÌ significa che alla scadenza le concessioni non potranno essere in nessun caso rinnovate; votare NO significa che si potrà valutare di caso in caso se estendere le concessioni fino ad esaurimento del giacimento in funzione dei benefici o dei rischi.

Come detto, Italia Unica, da vera forza liberale e democratica, sa bene che un referendum è questione di coscienza e di libertà, tanto più su un tema dove le sensibilità e le esperienze di contesto possono avere la loro influenza. Per queste ragioni, nel ribadire che il voto è la nostra vera indicazione di comportamento, la scelta sul come farlo è doverosamente del singolo cittadino.

E per queste ragioni, una volta di più ribadiamo il valore e l’importanza di un voto libero, attento e documentato.

ITALIA UNICA – Porta di Arezzo

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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