Il caso della centrale a biomasse in località La Renaia arriva in Parlamento, grazie ad una interrogazione della portavoce M5S Chiara Gagnarli che, in tandem con il Comitato tutela di Cortona, ha ritenuto di segnalare la singolare quanto inedita trafila burocratica che ha accompagnato l’iter autorizzatorio della centrale della Renaia. Dopo l’ultima proroga di ulteriori 90 giorni concessi dall’ufficio competente provinciale, con molta probabilità il faldone La Renaia a gennaio finirà in Regione, preso in consegna non si sa da quale ufficio, a causa dell’imminente trasferimento di funzioni alle Regioni stabilito dalla Legge Delrio.
Ci piacerebbe che questo passaggio – propone la deputata M5S Chiara Gagnarli – possa essere l’occasione per una revisione delle concessioni di tutti gli impianti costruiti in base alla vecchia normativa ma non ancora avviati, in modo da settarli sulla nuova normativa intervenuta in materia di impianti ad energie rinnovabili, più attenta alla tutela della salute e dell’ambiente.
Non sono più accettabili – prosegue la deputata cortonese – progetti simili pensati a solo scopo speculativo, mantenuti in piedi perché presentati ai tempi degli incentivi golosi, oggi diminuiti, senza un reale utilizzo sul posto dell’energia elettrica ed un recupero dell’energia termica. Non vogliamo mettere sotto accusa l’Ente autorizzante e naturalmente aspetteremo la conclusione dei procedimenti giudiziari, ma non possiamo fare a meno di segnalare un’eccessiva permissività, scarsa cautela, evidenti lacune prontamente segnalate dalle Società Frantoio Cortonese e Centro Essiccazione Tabacco nei quattro ricorsi al TAR, proroghe su proroghe che ci hanno portato, a sei anni dal lontano 2009, un impianto costruito con tecnologie oggi superate che, salvo smentite dell’ultimo minuto, ci risulta ancora spento.
Nell’attesa della risposta dal ministro Galletti – conclude la Gagnarli – seguiremo lo sviluppo giudiziario della vicenda, dal ricorso intrapreso dal Sindaco, in controtendenza con la precedente amministrazione, al quinto ricorso annunciato de un privato e dalla società Frantoio Cortonese.