{rokbox title=| :: : |}images/andreavignini.jpg{/rokbox}Ho letto con interesse la lettera a me inviata dal Comitato Tutela di Cortona. Innanzitutto voglio dire che sono lieto del giudizio positivo espresso rispetto al voto unanime del Consiglio Comunale sulla proposta di legge di iniziativa popolare, il cui testo è frutto di una collaborazione fattiva e concreta fra lo stesso Comitato e varie Amministrazioni Comunali della Valdichiana aretina e senese da me invitate a condividere un percorso unitario. Questo voto che viene dopo quello analogo del Comune di Sinalunga e al quale seguirà nelle prossime settimane quello del Comune di Castiglion Fiorentino segna a mio giudizio un passo in avanti importante, anche nel senso della condivisione delle politiche territoriali tra Enti Locali rappresentativi di un’area per molti versi omogenea quale è la Valdichiana.
Per quanto riguarda la richiesta di redigere un Regolamento Comunale per normare la presenza di impianti a biomasse a Cortona, vorrei fare alcune precisazioni preliminari.
Innanzitutto prendo atto positivamente del mutamento di prospettiva: regolare infatti non è vietare (cosa che, come ho sempre dichiarato, allo stato attuale delle normative sia nazionali che regionali non sarebbe possibile).
Detto questo, vorrei chiarire che regolamentare gli impianti a biomasse è operazione ben più complessa rispetto al fotovoltaico su cui pesano esclusivamente valutazioni di carattere paesaggistico.
Non voglio dare giudizi prematuri, ma, ad esempio, mi pare arduo, in mancanza di una norma specifica a supporto (che peraltro è proprio l’obbiettivo che ci siamo prefissi con la proposta approvata in Consiglio Comunale), imporre la cosiddetta filiera corta attraverso un semplice regolamento comunale.
Inoltre, visto il quadro legislativo vigente che prevede la possibilità di realizzare questi impianti praticamente ovunque (perfino su terreni agricoli, rispetto ai quali l’autorizzazione della Conferenza di Servizi costituisce automaticamente variante urbanistica), mi sembra egualmente complicato (anche se, forse, non impossibile) operare significative restrizioni sulla loro localizzazione e, in ogni modo, ammesso e non concesso che questo sia giuridicamente possibile, ben difficilmente si potrebbero escludere tutte le aree a destinazione produttiva o industriale (è questo il caso del capannone di Renaia), dato che la legge definisce proprio così l’attività connessa a questa tipologia di impianti.
Sia chiaro, dico queste cose non per sottrarmi al confronto, ma, doverosamente, per offrire spunti di riflessione, nello stesso tempo confermo la mia disponibilità a prendere in considerazione punti di vista diversi. In estrema sintesi l’invito che faccio al Comitato è semplice: confrontiamoci, discutiamo, vediamo se è possibile trovare soluzioni condivise.
Come è noto nel mese di Agosto l’attività politico-istituzionale si ferma e il Consiglio Comunale tornerà a riunirsi solo a Settembre. Ebbene, fin dai primi giorni di quel mese, mi dichiaro disponibile ad incontrare in Comune una delegazione del Comitato per esaminare le loro proposte, se necessario con l’ausilio e la presenza dei responsabili di tutti gli Uffici competenti (Urbanistica, Ambiente, SUAP) e dei rispettivi Assessori di riferimento. Mi sembra che questo sia il modo migliore per affrontare con risolutezza una materia che tutti ammettono sia di per sé complessa, attuando nello stesso tempo un percorso aperto e partecipato
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