Negli ultimi giorni la sentenza del Consiglio Stato sulla questione Powercrop ha tenuto banco sui media locali; ci sembra quindi utile fare un resoconto dei fatti che hanno portato alla situazione attuale per meglio comprendere il percorso e le ragioni che l’hanno determinata .
Un’amministrazione comunale nel 2007 aveva dato via libera al progetto della centrale a biomasse, un’altra, la nostra, nel 2013, costruendo un percorso condiviso con gli altri comuni della Valdichiana, il Comune di Arezzo, la popolazione ed i Comitati dei Cittadini ha manifestato la contrarietà al progetto fin dal programma elettorale. Il dissesto del Comune, visto gli alti costi, impediva allora un’assistenza legale appropriata, ma sotto l’amministrazione Fabianelli siamo riusciti ad ottenere il patrocinio gratuito dello studio Lessona, uno degli studi più prestigiosi della nostra regione, costruendo con esso le ragioni di un percorso legale che hanno permesso, insieme al lavoro della Provincia, di costruire il no alla centrare in tutte le sedi istituzionali. Lo studio Lessona è stato onnipresente in ogni riunione sul tema, fornendo assistenza in ogni momento di questo percorso, tanto da giungere ad un no così ben argomentato che ha retto al ricorso dell’azienda prima al Tar e poi, con nostra grande soddisfazione, al Consiglio di Stato.
Avevamo inoltre ben chiaro cosa realizzare nell’area ex Sadam, che avevamo pensato innanzitutto come un luogo al servizio dei cittadini della Nave: nel nostro regolamento urbanistico avevamo infatti previsto che i laghetti dell’ex zuccherificio fossero sede delle casse d’espansione per salvaguardare la frazione dalle alluvioni e che la bonifica della zona fosse di tipo agricolo, come voleva il cospicuo finanziamento pubblico di milioni d’euro all’azienda, in modo da ricreare le condizioni indispensabili per un utilizzo agricolo della zona. Questo tipo di bonifica da infatti garanzie importanti anche per la salute, senza questa sarebbe solo l’azienda a risparmiare. Pretendendo questa bonifica con gli atti dovuti il comune potrebbe autorizzare una seria riconversione, che dia occupazione, che non gravi sulle casse pubbliche e sulla salute dei cittadini.
Consideriamo anche che oggi il Comune ha una maggiore responsabilità, in quanto non potrà avere il supporto della Provincia nel percosso che porterà alla riconversione dell’area. Dall’attuale assessore all’ambiente della giunta Agnelli non ci sentiamo però molto garantiti, dal momento che ha permesso la realizzazione di varie centrali a biomasse nel territorio comunale, non dando parere negativo nelle sedi opportune. Non sono queste le giuste premesse per lo sviluppo equilibrato del nostro territorio.
Associazione Per Castiglioni
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