Un’Amministrazione comunale che inizia il proprio mandato con un consenso largamente minoritario dei cittadini, per di più dopo un decennio di sperpero del denaro pubblico, dovrebbe sentire il bisogno e il dovere di dare dei segnali di discontinuità con quel deprecabile passato. C’erano a portata di mano due appuntamenti che avrebbero potuto dare un segnale di cambiamento:
1. il giudizio sulla realtà finanziaria ereditata;
2. le nomine in alcuni Enti comunali per rinnovare il personale di governo allargato dell’ Amministrazione comunale.
– Sul primo punto, purtroppo, è ancora in atto il tentativo puerile di nascondere la verità sul dissesto, parlando di “debito presunto”, invocando attenuanti fuori luogo, nominando Commissioni salva-falliti e via occultando.
Ma chi credono di incantare, quando tutti sanno tutto, quando tutti conoscono anche i dettagli del deficit?
Come fa un Amministratore in carica a negare l’evidenza, tanto più che i cittadini castiglionesi sono chiamati d’ora in poi a pagare un prezzo altissimo non pattuito, in termini di tasse, di tariffe, di povertà di servizi educativi, sociali e culturali?
A dicembre, quando arriverà la seconda stangata sulla casa (Imu), frutto esclusivo del dissesto comunale, i cittadini porteranno la cartella all’ex Sindaco Brandi e all’ignaro Bittoni che avranno la possibilità di spiegare loro, ad uno ad uno, che il deficit è solo una bazzecola, un fumus persecutionis inventato dalle opposizioni.
Roba da matti? No, da irresponsabili.
Come faremo, poi, a pagare i nove milioni, euro più euro meno, alle decine e decine di creditori che non sanno se, quando e quanto potranno riscuotere per prestazioni già date? Quanti gioielli di famiglia dovremo vendere? E se non bastano, Brandi e Bittoni metteranno a disposizione i loro patrimoni?
E chi restituisce il lavoro alle decine di lavoratori che lo hanno perso? Le loro famiglie possono accontentarsi delle rotonde, dei marciapiedi e dei monumenti che vengono ostentati, impropriamente, a copertura del fallimento?
Questa macroscopica finzione si svela, e diventa addirittura ridicola, quando alle persone che chiedono servizi e interventi il Sindaco risponde che “non c’è un euro nelle casse del Comune”.
Non sarebbe ora di mettere fine alla finzione, uscire dalla palude della mistificazione, mettere su un piano di realtà la politica amministrativa del Comune e chiedere umilmente scusa ai cittadini?
Ma dove credono di andare con questo bagaglio di scheletri nell’armadio e fino a quando costoro potranno abusare della pazienza dei cittadini?
-Ugualmente gravi le scelte compiute per le nomine negli Enti comunali.
Già in partenza è mancata una qualsiasi analisi del ruolo, delle funzioni e delle situazioni amministrative di Enti che, per legge, devono operare sulla base di indirizzi del Comune. C’è stata una totale assenza di idee sul “che fare” e le nomine sono risultate fini a se stesse, “poltrone da occupare”.
Senza contare il disprezzo per le designazioni delle minoranze, fatte con la solita arroganza del potere, la scelta dei consiglieri è stata guidata da “accordicchi elettorali sottobanco” tra piccoli notabili con la conseguenza che, insieme a qualche persona di buona volontà, si è dato spazio a incompetenti e a cariatidi, simboli di un passato che sarebbe bene archiviare per il buon gusto della politica.
Sono state ripescate addirittura persone che avevano fatto sfoggio della loro ignoranza amministrativa, quando sono state chiamate a spiegare il dissesto al Comune. Speriamo almeno che tutti rinuncino, nel caso spettassero, al loro compenso.
Ora si capisce perché tanta ottusa resistenza in quel gruppo di politicanti alla richiesta di discontinuità avanzata con decisione e coerenza da Area Democratica.
Quello che è successo in questi primi due mesi registra segnali gravi, preoccupanti e, se tanto mi dà tanto, il buon giorno si vede dal mattino, ma nessuno pensi che la politica possa risolversi in una combine di palazzo, perché tutti saranno chiamati a rispondere degli atti compiuti alla luce del sole, perché sempre deve prevalere l’interesse generale.
E’ solo nella chiarezza, nella verità, nella lealtà, nella fine del personalismo e nella ricerca dell’interesse generale che può prendere avvio un qualsiasi governo della cosa pubblica. Con i fatti, con le scelte che parlano da sole.
Questa è e deve essere l’etica politica del Partito Democratico, non solo a Roma e a Firenze, ma anche e soprattutto, per quel che è accaduto negli ultimi anni, a Castiglion Fiorentino.
Castiglion Fiorentino, 11 luglio 2012
Ufficio Stampa – Area Democratica
[.noresp.]
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