L’Amministrazione Comunale di Cortona ha disdetto in maniera unilaterale il contratto integrativo dei propri dipendenti e quello che ci lascia sconcertati, dichiara la Funzione Pubblica aretina di CGIL CISL e UIL congiuntamente alla RSU dell’Ente, è che hanno pure deciso di chiedere un indennizzo economico ai lavoratori che per 10 anni hanno avuto solo il difetto di rispettare il contratto di lavoro.
L’Italia è cambiata molto dalla fine degli anni Novanta quando la sinistra, che tuttora amministra il nostro Comune, guardava alla Francia dove si fissava il tetto del lavoro legale a trentacinque ore settimanali. Adesso i politici locali, appartenenti alla medesima sinistra di allora, non sanno opporsi al comportamento arbitrario di dirigenti che in sempre più comuni violentano la legge ed i contratti pubblici piegandoli a bieche logiche aziendaliste pur di svilire l’orgoglio dei lavoratori. In Francia il premier Jean-Marc Ayrault è stato oggetto di un duro attacco della CGT ed è stato subito sconfessato dal suo ministro del lavoro perché ha osato solo concepire la possibilità, in linea del tutto teorica, di eliminare il tetto delle 35 ore settimanali considerato uno dei grandi dogmi del Partito socialista francese.
In Italia invece si permette di lasciare i lavoratori pubblici da anni senza contratto e senza la prospettiva di un rinnovo.
Non solo, le stesse amministrazioni pubbliche fanno a gara a squalificare la figura stessa dei lavoratori, lasciandoli lavorare senza strumenti in strutture fatiscenti e sotto organico, esponendoli in questo modo al pubblico ludibrio, quasi facendo a gara con questa “nuova destra” che ha parlato di innovare la Pubblica Amministrazione celando in realtà l’intento di annientarla.
Intendiamo dire ai lavoratori, a tutti i lavoratori in lotta, che è necessario cominciare a combattere per mantenere ben saldi i nostri diritti per il bene nostro e per il buon andamento della Cosa Pubblica.
Oggi ci viene contestato che dieci anni fa, dietro l’applicazione di un regolare contratto, firmato e verificato dal responsabile dell’Area finanziaria e dal collegio dei revisori dei conti, era stato concesso ai lavoratori della Casa di riposo e della Polizia municipale di limitare l’orario di lavoro a 35 ore settimanali in quanto turnisti, in base al dettato del contratto nazionale. Adesso, infischiandosi della buona fede dei lavoratori, gli stessi dirigenti che al tempo firmarono il contratto di lavoro, pretendono che le ore legittimamente non lavorate diventino per magia denaro e siano versate illegittimamente nelle casse comunali.
Chiediamo al Sindaco e alla sua maggioranza di riappropriarsi del potere che i cittadini hanno loro conferito tramite il voto, di ricordare ai dirigenti che non sono niente altro che lavoratori e che come tali devono partecipare alla crescita della propria Amministrazione e non a svilire l’orgoglio dei propri colleghi.
Vogliamo ricordare al Sindaco e alla sua maggioranza che per lavorare bene c’è bisogno di lavoratori motivati e non umiliati e offesi, che esiste un’altra strada per modernizzare la Pubblica Amministrazione, la condivisione degli obiettivi per un solo fine il bene comune e non certo quella indicata da Brunetta.
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mi pare indispensabile che il nostro ineguagliabile Michele faccia una inchiesta giornalistica e ci faccia sentire le altre campane e la sua, se vuole avere una possibilità di essere candidato al COLLE fra quarant'anni