In qualità di Consiglieri Comunali membri della commissione Politiche sociali giovedì sera abbiamo partecipato ad un incontro tra i consiglieri comunali e i rappresentanti della Usl 8 fra i quali il dott. Massimo Mandò, la dott.ssa Branka Vujovic, la dott.ssa Patrizia Castellucci. L’incontro era stato promosso dal nostro assessore alla sanità Gianpiero Brandini con l’obiettivo di far chiarezza sulle voci, distorte e strumentalizzate dall’opposizione, che circolano riguardo alle prospettive di riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali.
Va detto che contrariamente a quanto affermato in un comunicato stampa dai consiglieri Valdambrini e Luzzi del gruppo “Impegno per Monte San Savino”, ai quali va comunque riconosciuta la presenza all’incontro, il progetto di riorganizzazione dei servizi proposto dalla Usl 8, già avallato e accettato in tutti i suoi dettagli dalle associazioni di volontariato e sostanzialmente condiviso anche dall’amministrazione comunale, non vede “tagli” dal punto di vista economico e piuttosto che portare a una riduzione dei servizi offerti ne prevede un rafforzamento, seguendo una logica nuova e più adatta ai bisogni reali.
Porre il punto della perdita del medico a bordo nell’ambulanza, come fatto da Valdambrini e Luzzi, è quindi un facile gioco demagogico al quale non si combina un’analisi attenta dei contenuti reali del progetto. Resta infatti presente il medico di continuità assistenziale, nei locali del Distretto nelle ore notturne, un presidio fondamentale come previsto nell’Area Funzionale Territoriale, e si prevede un forte aumento della presenza infermieristica arrivando a coprire tutte le 24 ore, puntando su una maggiore integrazione tra Distretto Sanitario, infermieri specializzati e su tutto il comparto del volontariato, nel quale Monte San Savino ha realtà molto importanti e sviluppate che sono delle vere e proprie eccellenze e rappresentano un grandissimo patrimonio da sfruttare.
Tutto questo, però, ai consiglieri Valdambrini e Luzzi è “sfuggito”.
Va inoltre detto che questo passaggio della riorganizzazione è un atto ulteriore di un processo avviato già da alcuni anni direttamente per azione della Usl 8 che rientra in un quadro strategico più ampio di livello provinciale e regionale, con la progressiva intensificazione di una rete dove l’aspetto più importante risulta quello dell’intervento rapido e della cura dei bisogni quotidiani, con azioni volte all’implementazione in tutto il territorio di strumenti utili e risolutivi di situazioni critiche (come ad esempio i defibrillatori) e altri presidi sanitari che le patologie croniche hanno in sé (Chronic Care Model).
Quello che ritengo importante è anche la coerenza, che non ravvedo nella minoranza: non si può fare campagne politiche per la difesa della centrale del 118 nella provincia di Arezzo, come fatto nei mesi passati, per poi mettere in discussione l’operato e i progetti esposti e presentati dalla stessa Usl.
L’importante è quindi che il progetto vada avanti e che i protocolli stipulati siano rispettati, intensificando la rete utile e indispensabile alla tutela della vita umana: ripeto di nuovo che da questo punto di vista la riorganizzazione non porta a una diminuzione dei presidi di sicurezza ma anzi adegua il progetto della Casa della salute, inficiato dalla non adesione dei medici di famiglia, alla realtà savinese, puntando sul coinvolgimento delle realtà associazionistiche del territorio e sulla figura dell’infermiere specializzato, sempre disponibile.
Benedetta Giombetti, capogruppo “Per Monte San Savino”
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