Sul progetto Power crop spa di riconversione dell’ex zuccherificio di C.Fiorentino ci sembra opportuno rinfrescare la memoria di chi oggi si schiera contro la nomina del Commissario ad acta per l’esecuzione degli accordi di riconversione industriale, nei casi in cui i procedimenti autorizzativi non risultino ultimati e siano decorsi i tempi utili. Il progetto di riconversione, meglio noto come “Polo delle energie rinnovabili di C. Fiorentino” ha incassato il NO delle provincia di Arezzo in merito alla procedura VIA, valutazione di impatto ambientale, anche grazie ad una fase di consultazione pubblica durante la quale privati, associazioni e comitati hanno contribuito a mettere a nudo l’inaccettabilità del progetto.
Una serie di motivazione ne hanno dimostrato l’insostenibilità economica, i forti impatti ambientali, sulla salute dei cittadini, lo scellerato piano di approvvigionamento della materia prima, oltre ad incongruenze di tipo urbanistico. Power Crop spa esce sconfitta anche dal ricorso che propone al tribunale amministrativo toscano ma il Governo tira fuori l’articolo 30 ter nel DL 91/2014, il decreto competitività, che malgrado la Sentenza n.62 del 2013 della Corte Costituzionale dichiari ciò incostituzionale, stabilisce la nomina senza indugio di un Commissario ad acta nei casi in cui i procedimenti autorizzativi non risultano ultimati, come per C. Fiorentino.
Il M5S – ricorda la deputata Chiara Gagnarli – ha presentato un ordine del giorno al DL competitività, data l’apposizione della questione di fiducia che impegnava l’esecutivo a rivedere gli effetti del citato art. 30 ter bloccando il commissariamento. Mi lascia davvero perplessa – prosegue la Gagnarli – che colleghi parlamentari del PD che hanno votato il provvedimento e quindi il commissariamento ed hanno votato contro l’ordine del giorno del M5S che tentava di bloccarlo, oggi sui quotidiani locali si dichiarino accaniti oppositori del commissariamento imposto dal Governo annunciando interrogazioni parlamentari al Ministro dell’agricoltura Martina, dopo aver votato contro quell’ordine del giorno e malgrado fosse stata richiamata l’attenzione proprio di quei deputati che provenivano da Regioni interessate alle riconversioni