Lo scorso anno, in occasione del ” Giorno del Ricordo”, avevamo chiesto all’Amministrazione cortonese di impegnarsi a rispettare e conferire la giusta commemorazione ai tanti italiani caduti, e per troppo tempo dimenticati , nei massacri delle Foibe. Nonostante il ricordo di questo triste evento sia stato istituzionalizzato con Legge 92 del 30 marzo 2004, la nostra Amministrazione continua, imperterrita, ad ignorare questo giorno, a non proferire parola, a non prendere nessuna iniziativa che onori quei caduti.
Certo, chi vuole ricordare può farlo anche senza eventi, senza parate e senza esibizionismi ma riteniamo, allo stesso tempo, che sia compito di un’amministrazione corretta quello di accrescere il senso di solidarietà e memoria storica all’interno della comunità e di superare, almeno in queste occasioni, la dicotomia ” destra-sinistra”.
Ci chiediamo il perchè di questo silenzio, di questo continuo pallido trattamento di una vicenda così triste dove a morire furono tanti esseri umani, indipendentemente dal colore politico e dallo stupido odio che drammatiche ideologie del ‘900 hanno generato, nessuna esclusa. Inoltre, sembrerebbe che tra quelle vittime vi siano stati anche due cortonesi, motivo in più per ricordare due nostri concittadini caduti per mano di menti folli: due cortonesi!, prima che due italiani o altre classificazioni.
Chiediamo, pertanto, di non dimenticare niente e nessuno e di ricordare chi di quello stupido odio fu vittima; ovviamente, prescindendo dal colore politico.
FRATELLI D’ITALIA- ALLEANZA NAZIONALE CORTONA
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Forse bisognerebbe fare chiarezza su alcune cose essenziali.Il compianto per le vittime della storia ,in una maniera incondizionata ed universale,occuperebbe tutto il calendario.Scacciando santi patroni,onomastici,compleanni e ogni altra sorta di feste civili.Quando gli inglesi rimisero sul trono il Negus,gli etiopi si vendicarono degli italiani in modo piuttosto feroce.L'antropologo E.Evans-Pritchard,grande studioso delle società locali e protagonista,per conto dei servizi segreti di Sua Maestà,dell'organizzazione della guerriglia anti-italiana,ne riportò traumi e sensi di colpa per il resto della vita.Italiani furono uccisi ad Aigues Mortes ed a New Orleans ,con tecniche e "ragioni" non meno brutali.Non meriterebbero di essere ricordati anche loro?Su queste cose dovremme cercare di essere definitivamente seri ed operare una scelta.Se riteniamo che certe morti e le responsabilità di coloro che le hanno provocate pesino più di altre, diciamolo pure,a nostro rischio e pericolo.Nel mentre, la storia procede instancabile nell' accrescere il numero delle vittime e delle future commemorazioni.Se vogliamo,invece,tentare di comprendere perchè a tempo e luogo ci furono stragi e massacri, lasciamo perdere decreti,giunte comunali e giornate della memoria.E' pura propaganda politica e,nelle sue manifestazioni "culturali" ed "educative" ,è spreco di denaro,di intelligenza e dei migliori sentimenti umani.
Commento deprecabile il suo, signor De Lucia: anziché relativizzare tutto ed a ogni costo si potrebbe meglio stare zitti.
Qui non è in discussione in quale posizione nella classifica delle atrocità umane vadano inserite le foibe o studiare le cause, storiche, politiche, sociali, culturali o etniche che le hanno generate o comunque concorso a provocarle.
Qui si tratta di capire che su una parte del popolo italiano si scatenò una furia, di cui le foibe hanno rappresentato la punta dell'iceberg, oscena e miserabile e questa furia è stata per decenni vergognosamente ignorata, quando non disconosciuta, dal resto del paese. Nostri concittadini, solo più sfortunati perché li' residenti, pagarono in modo esagerato le colpe di tutta una nazione che li dimentico'.
Questo è il significato del Giorno del Ricordo. Chi non capisce questo per quanto mi riguarda non è degno di definirsi italiano.
A. Relativizzare significa porre in relazione.Nel caso di cui si discorre siamo tutti a mettere in relazione qualcosa con qualcosa di altro.
Ad esempio,la "barbarie" comunista con la "civiltà " di qualche altro regime politico.Le responsabilità ,inevitabilmente ,differenziate e "relative" ,di coloro che presero parte al dramma.I gradi diversi di conoscenza,sensibilità e di giudizio che si colgono di fronte all'evento ed alla sua interpretazione.Se qualcuno confonde "relativizzare" con "banalizzare" è affare suo e della sua scarsa dimestichezza con la lingua italiana.
B.Affermare che la tragedia giuliano-dalmata venne ignorata e disconosciuta contraddice una tale mole di documenti , di evidenze "empiriche",e di fattiva ed orgogliosa partecipazione alla vita nazionale dei giuliano dalmati da non meritare nemmeno di essere presa in considerazione.Alcuni nomi:Laura Antonelli,Nino Benvenuti e ,per i cultori di storia militare,gli ufficiali dei CC Barisone e Varisco.Ho ottime ragioni giuridiche,affettive e culturali per continuare a sentirmi italiano.Sulle definizioni altrui di "italianità" ed individuale adeguatezza alla medesima seguo una linea,ovviamente,"relativista".
Evidentemente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Se lei, signor De Lucia, fosse un emerito esperto di malattie cardiovascolari (diciamo pure il maggior luminare mondiale)le sue conferenze sarebbero seguitissime e i suoi libri fonte primaria per tutti gli studenti; ma se sempre lei, emerito cardiologo, fosse chiamato al funerale di un suo parente o amico scomparso improvvisamente (che so: un infarto), magari lasciando pure figli piccoli, e in quella occasione dinanzi alla moglie del compianto si dilungasse nel criticare le di lui cattive abitudini (alcol, fumo) o la sua obesità, beh mi immagino che alla fine verrebbe mandato a quel paese.
Questo è il punto!
Il Giorno del Ricordo non deve essere l'occasione per tenere conferenze sulla tragedia giuliano-dalmata, ma un momento in cui la nazione ricorda con emozione il sacrificio di chi come colpa aveva solo quella di essere italiani e pagò sulla sua pelle anche le colpe degli altri che poi in gran parte pensarono bene di dimenticarli.
C'è un momento per la mente e un altro per il cuore: ci pensi!
Reiterare in maniera sempre più convulsa e stravagante le proprie convinzioni, incontra una sordità crescente.Mentale più che auricolare.Le convinzioni si discutono,i sentimenti si rispettano.Insinuare ,senza alcun fondamento, l'insensibilità di qualcuno ai sentimenti altrui, è una bassezza gratuita.Sappia solo questo:ho ragioni private profonde per avere grande partecipazione emozionale alla tragedia dei giuliano-dalmati.Lei passa con troppa disinvoltura dalla otorinolaringoiatria,alla cardiologia,alla psicologia del profondo.Ho qualche opinione psichiatrica dilettantesca in proposito
che mi pemetterà di mantenere riservata.
Per parte mia, e per rispetto dei lettori del Pollo,la polemica finisce qui.