{rokbox title=| :: |}images/fedsinistra.jpg{/rokbox}
Troppo spesso oggi si usa il termine comunista in senso dispregiativo, quasi a definizione di qualcosadi statico; ci chiediamo con quale tipo di staticità si è potuto contribuire, riteniamo in modofondamentale, alla realizzazione di una società dove il diritto alla salute e all’istruzione devono esseregarantiti a tutti. Ci chiediamo come un partito, che per definizione si pone come continua ricerca dimodificare lo stato delle cose, possa essere definito sorpassato.
Rifiutiamo le etichette che puntualmente ci vengono date; essere comunisti, ritenersi tali, non significa fare soltanto una scelta di campo politica, ma significa prediligere un’impostazione di modi di vita che, nella ricerca di realizzare una società equilibrata, mette doveri e diritti come principi fondamentali da rispettare e difendere. La mancanza dei comunisti dalle istituzioni nazionali è coincisa con un attacco spregiudicato ai lavoratori senza che nessuno prendesse chiaramente ed inequivocabilmente le loro difese, per noi quindi ripartire dal lavoro vuol dire anche rimarcare il maggiore punto di orgoglio dell’essere comunisti, vuol dire ricordare le battaglie e le lotte che con il tempo hanno permesso a milioni di lavoratori di alzare la testa, di rivendicare diritti che sembravano impossibili.
E’ invece oggi sotto gli occhi di tutti come la nostra assenza dal parlamento e l’oscuramento mediatico totale a cui siamo sottoposti abbia fatto si che non ci sia nessuna voce a denunciare chiaramente il rapido e progressivo smantellamento dei diritti acquisiti e, parlando di questi giorni, non c’è una sola voce di partiti presenti in parlamento a denunciare senza ambiguità il vergognoso ricatto a cui sono sottoposti i lavoratori nella vicenda Fiat-Mirafiori.
Ci poniamo obiettivi importanti e abbiamo lo sguardo rivolto verso il futuro, oltre alla centralità del lavoro che è da sempre nel nostro DNA. Vogliamo porre al “Lavoro” l’attenzione maggiore, vogliamo reinterpretarlo, analizzarlo; vogliamo tentare di tradurlo sulla nostra attualità il significato del primo principio fondamentale della nostra costituzione. Vogliamo capire perché si vuole modificare questo articolo basilare; vorremmo farlo nelmodo che ci sembra più giusto, con il dialogo tra tutti gli attori che il lavoro lo sviluppano, lo creano, lo interpretano e con chi ritiene di subirlo. Libertà di espressione e confessione religiosa. Deve cessare lo stereotipo che vuole identificare militanti e simpatizzanti comunisti come adepti all’ateismo intransigente; forse non è stato vero neanche nei periodi storici più rigidi. Oggi, come ieri, e ancora più domani, ogni nostra/o compagna/o si dovrà sentire libera/o di professare e interpretare qualsiasi fede religiosa ritenga consona al proprio pensiero, così come viverla nella propria famiglia e nella sua comunità; senza sentirsi in debito né giustificarsi con nessuno, sia con chi condivide la propria scelta politica, che con chi professa la sua religione.
Crediamo nella tutela e nella salvaguardia dell’ambiente, con la sua cultura e la storia che rappresenta. Proponiamo una società che combini ambiente e sviluppo, la ricerca incessante di fonti energetiche alternative e rinnovabili. Siamo perciò fortemente contrari all’opzione nucleare che giudichiamo antieconomica e pericolosa. Al nostro no al nucleare si contrappone quindi la concreta proposta di incentivi alle rinnovabili (solare, eolico, geotermico). Difendiamo i beni basilari come l’acqua in quanto beni comuni a tutta l’umanità, ci opponiamo per questo alla sua privatizzazione e sottomissione alle mere logiche profittatrici del mercato capitalistico. Crediamo nel valore inestimabile della pace, siamo contrari all’attuale gestione del conflitto in Afghanistan e chiediamo l’immediato ritiro delle nostre truppe da questo paese. Lottiamo per l’autodeterminazione delle donne e contro ogni forma di violenza maschile e il patriarcato, per i diritti civili, per la libertà di orientamento sessuale, contro ogni forma di razzismo, discriminazione e violenza. Tuteliamo i diritti dei migranti che vogliono lavorare contribuendo al progresso del nostro paese. Ci battiamo per il diritto al sapere e alla ricerca, per la libera informazione, siamo inequivocabilmente antifascisti, affermazione questa ancora oggi più che attuale con cui chiudiamo questo documento in maniera chiara e decisa.
COORDINAMENTO FEDERAZIONE DELLA SINISTRA CORTONA