Le posizioni di alcuni ex amministratori comunali in merito al dissesto erano note da tempo, ma oggi si sono ulteriormente arricchite in un documento a firma Brandi Lucci e Lucini con una serie di esercitazioni contabili, che non sono proprio il loro pane quotidiano, per cercare ancora una volta di provare l’inesistenza dello stato di dissesto al Comune di Castiglion Fiorentino. Il documento contiene tali e tante inesattezze/falsità (d’ora in poi così le chiamerò ) che sento io il dovere di chiedere scusa ai cittadini, dal momento che questi signori erano in passato miei colleghi di Giunta!
Inoltre le mie personali scuse sono dovute anche per il fatto che quanto sto per scrivere l’ho già detto più volte e forse sarebbe più opportuno tacere, ma la portata delle affermazioni del documento sono tali che non possono passare sotto silenzio.
Partiamo allora dalla prima pagina e dal suo titolo: “IL DISSESTO NON C’ERA” ovvero un’opinione sempre sostenuta da quella parte del Partito Democratico di Castiglion Fiorentino, opinione che però dovrebbe essere provata con argomentazioni scientificamente corrette e non con ipotesi. Comunque tralasciando il messaggio ai Castiglionesi osserviamo il primo prospetto, sul quale non c’è nulla da obiettare. Se invece leggiamo i commenti scopriamo subito alcune “inesattezze/falsità”:
Punto 1) “Per cui il debito reale del Comune si collocherebbe intorno a 2.950.000 euro”. Ma a questo importo si arriva dopo aver applicato una possibilità ( non una regola!) del dissesto, pertanto in mancanza di questo ultimo il debito reale verso i fornitori resta di € 5.474.177,51 che si riduce a circa € 2.950.000, comprese le spese di procedura, soltanto per la disponibilità di 253 creditori che hanno accettato di perdere il 50% del loro lavoro pur di incassare qualche cosa subito. Punto 3) il Prof. Pozzoli sostiene che l’importo di € 4.150.321,84 concerne ” …investimenti e quindi non fanno parte del disavanzo cumulato”. Anche in questo caso siamo in presenza almeno di una chiara “inesattezza” perché se ci fosse preoccupati di leggere il prospetto redatto dall’Organo della Liquidazione sarebbe emerso chiaramente ed inequivocabilmente che si tratta invece di 142 creditori per forniture di beni e servizi, fra questi anche il credito della banca tesoriera di ben € 2.820.419,73, e solo una parte riferita a investimenti (lavori pubblici). In ogni caso questi debiti sono da soddisfare al 100%.
Infine la chiusura della prima pagina, “Chi afferma cose diverse non dice la verità” mi trova parzialmente d’accordo e suggerirei di aggiungere la seguente modifica: “Chi afferma cose diverse DALLA REALTA’ DEI FATTI non dice la verità”.
Nella seconda pagina del documento, avendo sempre a mente il suo titolo: ” IL DISSESTO NON C’ERA”, è possibile rilevare clamorose contraddizioni e/o inesattezze/falsità dall’esame del seguente prospetto, necessariamente da me corretto:
USCITE
TABELLA DEL DOCUMENTO:
Fabbisogno complessivo OSL 2.950.000
Parte riversata su spesa corrente 4.150.321
TOTALE FABBISOGNO 7.100.321
TABELLA MODIFICATA:
Fabbisogno complessivo Comune 5.474.177
Parte riversata su spesa corrente 4.150.321
TOTALE FABBISOGNO 9.624.498
Infatti, se il “dissesto non c’era” il fabbisogno non è più dell’ OSL ma del Comune e per l’intero ammontare dei debiti, non per il 50%! Conseguentemente il fabbisogno sarebbe stato di € 9.624.498 circa contro 7.100.321 circa (+ € 2.524.177! ).
Il secondo prospetto, quello delle entrate necessarie per la copertura del fabbisogno, contiene un elementare errore d’impostazione che uno studente al primo anno di ragioneria non avrebbe commesso: le prime tre voci del prospetto, residui attivi contributo statale e residuo attivo, costituiscono delle c.d. sopravvenienze attive di bilancio che una volta accertate e contabilizzate VANNO A DETERMINARE L’AVANZO DI AMMINISTRAZIONE. In questo caso, pertanto, il loro valore è stato calcolato DUE VOLTE: la prima come voce singola di bilancio, la seconda nel risultato (avanzo ) dell’esercizio! La tabella, pertanto, deve essere così modificata:
ENTRATE
TABELLA DEL DOCUMENTO
Residui attivi 31/12/2010 in cassa 75.000
Contributo statale 976000
Residuo attivo 31/12/2010 658.000
Bilancio 2011 avanzo 451.000
Bilancio 2012 avanzo 2.000.000
Mutuo attivato 2.000.000
TOTALE ENTRATE 6.160.000
TABELLA MODIFICATA
Residui attivi 31/12/2010 in cassa 0
Contributo statale 0
Residuo attivo 31/12/2010 0
Bilancio 2011 avanzo 451.000
Bilancio 2012 avanzo 2.000.000
Mutuo attivato 2.000.000
TOTALE ENTRATE 4.451.000
La correzione attuata porta ad una mancanza di risorse per completare il risanamento in costanza di dissesto pari ad € 2.649.321 anziché € 940.321 indicati nel documento. Se poi non fosse stato dichiarato il dissesto e comunque fosse stato egualmente possibile incassare il contributo straordinario a fondo perduto e stipulare il mutuo, le risorse mancanti sarebbero ancora di circa € 5.173.498, senza contare che nel frattempo non sarebbe stato possibile, almeno nel 2011 e 2012, aumentare le aliquote IRPEF e ICI/IMU ed attuare i tagli alla spesa corrente. Ciò avrebbe causato un maggiore deficit di risorse che invece solo con la dichiarazione di dissesto è stato possibile reperire ( il contributo a fondo perduto di € 976.000 era destinato solamente ai comuni in dissesto ed il mutuo è stato contratto sotto forma di “anticipazione trentennale” in base al disposto del D.L. 35 dell’ 8/4/2013, quindi in epoca molto successiva alla dichiarazione di dissesto ).
Ma a conferma di tutto questo e della impossibilità di evitare il dissesto, esiste un’affermazione dell’attuale Vice Sindaco Fabianelli il quale, nel corso di una recente intervista, ha sottolineato il fatto che se un importante fornitore di servizi non avesse accettato di aderire alla liquidazione del solo 50% del suo credito, il Comune avrebbe corso il rischio di un secondo dissesto!
A questo punto il documento fa una nuova scoperta, una ciliegina sulla torta: “E’ però fuor di dubbio che i soldi siano stati spesi ed è giusto che i cittadini sappiano dove sono finiti.”. La relazione propone a questo punto uno schema a mattonelle esagonali nelle quali sono elencate le OPERE PUBBLICHE EFFETTIVAMENTE REALIZZATE negli ultimi anni, notizia da non mettere assolutamente in dubbio, ma cosa c’entrano le opere pubbliche con il dissesto? Non si era partiti nella prima pagina citando la regola, CORRETTA, del Prof. Pozzoli che gli “….investimenti non fanno parte del disavanzo cumulato.”? Ed è vero perché ogni opera pubblica per essere realizzata deve avere la sua specifica copertura finanziaria in bilancio, copertura che non può che avere la forma di mutuo della Cassa Depositi e Prestiti eventualmente al netto di contributi di altri enti e/o risorse finanziarie libere in cassa.
Ma gli estensori del documento non si sono resi conto che i cittadini castiglionesi volevano conoscere invece come sono composte le spese correnti in eccesso che hanno generato il dissesto e non gli investimenti in opere pubbliche che NON GENERANO ( normalmente ) IL DISSESTO? Ma forse i nostri concittadini non sopportano più di sentirsi ripetere le stesse cose da mesi e comunque i firmatari del documento, se non volevano scomodarsi a leggere le mie interviste nella stampa dei mesi addietro, nelle quali ho dato più volte tali informazioni, potevano rileggersi il verbale ispettivo MEF nelle pagine da 21 a 39 ( l’ormai famoso conto terzi ) e avrebbero potuto scoprire dove sono finite le effettive spese fuori bilancio nei 5 anni presi in esame dagli ispettori: cultura e folclore € 1.250.750, interessi e mutui € 305.342, sociale € 87.871, economato € 556.156, personale € 465.547, energia elettrica, gas e spese tecniche € 450.014, spese in conto capitale € 661.343, per un totale di € 3.777.023. Se poi consideriamo che il bilancio consuntivo 2010 rettificato dalla gestione commissariale presenta un deficit di oltre € 8.000.000, vuol dire che siamo di fronte ad un ulteriore deficit di circa € 4.100.000 formatosi negli anni anteriori al 2005!
Siamo così arrivati alla quarta pagina del documento con il gran finale: “Una strada diversa era possibile…. (Evitando così di aumentare le tasse senza criterio e scongiurando il taglio dei servizi)”, ma gli estensori del documento non elencano le soluzioni che secondo loro avrebbero consentito questo, e non basta appellarsi alla mancata approvazione del bilancio previsionale 2011, a cui avrebbero potuto provvedere loro essendo rimasti in carica fino al mese di maggio 2011. Dovrebbero anche ricordarsi che l’elaborazione del bilancio compete agli organi tecnici dell’amministrazione ed al Segretario Comunale, e questi organi non erano assolutamente disposti a sottoscrivere un documento le cui poste dell’attivo sarebbero risultate di difficile, se non impossibile, realizzazione. Ed ancora quando affermano che gli avanzi di amministrazione registrati nei bilanci consuntivi 2011 e 2012 dimostrerebbero l’inesistenza dello stato di dissesto, commettono un errore tecnico evidente e si dimenticano di spiegare ai cittadini che tali risultati si sono concretizzati proprio perché è stato dichiarato il dissesto che ha quindi comportato la corresponsione di forti contributi a fondo perduto da parte dello Stato, contributi riservati SOLO ai comuni dichiarati in dissesto, e la possibilità (solo a metà del 2013 ) di contrarre mutui per ripianare debiti pregressi. Senza la dichiarazione di dissesto, che purtroppo ha comportato anche l’amaro innalzamento automatico delle aliquote fiscali ed il taglio della spesa corrente ( che io ho dovuto effettuare dopo la mia elezione a Sindaco, COMPRESA LA RINUNCIA AL COMPENSO PER SINDACO ED ASSESSORI ), la strada del risanamento non sarebbe stata possibile. Inoltre, allo stato attuale e dopo i due avanzi di amministrazione, il deficit complessivo emerso nel bilancio consuntivo 2010 per oltre 8 milioni di euro è ben lungi dall’essere ripianato.
Credo che i Cittadini si siano ormai resi conto della complessità della situazione del nostro Comune e, purtroppo, non intendano sentirsi raccontare ancora notizie scorrette, fuorvianti e produttrici di illusioni. Non vi è dubbio che gli errori sono stati fatti, come non vi è dubbio che nessun illecito personale è stato contestato ad alcun amministratore, ma ciò non toglie che la responsabilità POLITICA di quanto accaduto ricada nelle maggioranze che hanno governato Castiglion Fiorentino negli ultimi anni: perché non ammettere apertamente tutto questo e cercare di ricostruire il nostro Paese su queste consapevolezze?
Castiglion Fiorentino, 28 febbraio 2014