{rokbox title=| :: |}images/sel.jpg{/rokbox}Il perdurare della crisi economica, ha naturalmente riflessi negativi in tutti i settori dell’economia, ma nell’edilizia in particolare vi è stato un improvviso stop del mercato che ha finito per mettere in difficoltà le imprese, di cui alcune a rischio fallimento e con conseguenze sull’occupazione che si è ridotta in modo drastico del 30%. Tenuto conto che i cicli nel settore dell’edilizia sono generalmente lunghi, sia si tratti di crescita che di recessione, si presume che la ripresa sia ancora lontana, vi è stato un leggero miglioramento solo per l’acquisto della prima casa ma comunque di metrature più piccole rispetto al passato, dai 60/80 mq.
Come in tutti i settori la crescita non può essere infinita, pertanto in questa fase servirebbe una nuova politica della casa, soprattutto per l’edilizia popolare. Anche nel nostro territorio, non c’è strada in cui non vi sia un immobile in affitto o in vendita, sia nel settore commerciale che in quello residenziale. Che la crisi è forte lo si è capito con il decrescere costante delle entrate nelle casse comunali dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione e costo di costruzione. E allora quale può essere la via d’uscita da questa situazione ? Secondo Sinistra Ecologia e Libertà di Cortona, in sede di discussione del Regolamento Urbanistico sarebbe opportuno, da un lato mettere uno stop alle nuove lottizzazioni e dall’altro procedere ad una ricognizione dell’edificato sfitto, abbandonato e non utilizzato nei centri storici e nelle frazioni, sia che si tratti di capannoni per uso artigianale e industriale che per edilizia abitativa. L’obbiettivo prioritario è quello di diminuire il consumo di territorio così come ha deciso il comune di Montevarchi con una variante al Regolamento Urbanistico e dando una direttiva ai propri uffici che non verranno rilasciate nuove concessioni fino a quando non si sarà proceduto ad un piano di recupero del centro storico e delle aree e volumi di attività dimesse. Giustamente il principio è quello di reimmettere nel mercato il patrimonio edilizio disponibile esistente sia nei centri storici che nelle frazioni. Visto che nel territorio sono disponibili immobili in affitto, capannoni abbandonati o in vendita nelle aste giudiziarie , case e annessi agricoli di attività dimesse, l’amministrazione comunale dovrebbe decidere di privilegiare la strada del recupero edilizio . La montagna cortonese e la collina di mezza costa negli ultimi 30 anni sono state oggetto di interventi di recupero edilizio sia per attività turistiche che abitative e spesso anche con il recupero dei luoghi come nel caso del Borgo di Vagli, tutto ciò deve farci capire che questo genere di interventi consentono di agire con una maggiore armonia con il territorio e rispetto dell’ambiente, oltre ad aver fatto anche una operazione di tipo culturale
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