A distanza di otto mesi dalla formazione degli Organi direttivi del Partito Democratico di Castiglion Fiorentino, nell’Assemblea degli iscritti tenutasi lunedì 30 Novembre, ho comunicato le dimissioni dal ruolo di Segretario, dimissioni peraltro appoggiate e condivise da parte della Segreteria e da parte della Direzione.
Le profonde differenze di posizione rispetto all’idea di Partito e all’azione del PD, soprattutto in relazione alla necessità di mettere definitivamente un punto sulle vicende passate ed esprimere verso i cittadini un chiara assunzione di responsabilità, hanno di fatto bloccato l’azione politica dell’ultimo periodo.
E anche nella consapevolezza che il PD (come si è fatto) doveva portare all’attenzione dell’opinione pubblica, con serietà e forte senso civico, i limiti e le tante inefficienze dell’Amministrazione Agnelli, non si è potuto (voluto?) superare il diverso modo di intendere il significato di una forza di opposizione, anche da parte di chi ha gestito la cosa pubblica, in primo piano, per un lungo periodo.
Oggi è necessario a mio avviso un segno forte di discontinuità, segnale che può avvenire (anche nel rispetto di quanto approvato nel Congresso del marzo 2015) solo attraverso un passaggio chiaro verso gli iscritti, dal quale dovrà emergere una posizione chiara di guida, di classe dirigente ed indirizzo politico.
Andrea Giaccherini
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Le dimissioni di Andrea Giaccherini, dalla carica di segrterio del PD a Castiglion Fiorentino, riflette il grado di disgregazione raggiunto da un partito che dimostra la propria congenita incapacità di rinnovarsi; di recidere il cordone ombelicale con il passato; di liberarsi una volta per tutte delle orrende scorie di un passato pesante da digerire.
Un partito che così facendo, dimostra solo la propria incapacità di vivere nel presente e per il futuro, rimanendo impantanato nel fango di un passato che troppe macchie ha lasciato in eredità al presente.
Con la nomina di Andrea, il PD ha cercato di liberarsi dai propri scheletri, ma come spesso accade, gli scheletri tornano rivendicando la propria primogenitura politica, scontrandosi con chi vuole rappresentare il nuovo.
Siamo consapevoli, che la presenza di Andrea, non avrebbe portato ad una svolta significativa nella politica perseguita dal PD, proprio per ciò che rappresenta questo partito.
Ci piaceva però pensare, di poterci confrontare criticamente, come del resto abbiamo sempre fatto come PCL, con una forza politica, che cercava di dare un immagine nuova di se, ma purtroppo, il "vecchio" torna sempre a galla, non solo per chi vuole dare un immagine diversa a questo partito, ma anche per tutti i cittadini che troppo hanno pagato a causa degli errori commessi da questo partito.