Per un uomo di Destra la difesa dello stato sociale viene prima di tutto. Una Nazione che non investe nei giovani non ha futuro e grande rispetto meritano gli anziani perché sono la memoria storica di un popolo. Mi riesce difficile immaginare un’azione politica che possa rappresentare valori diversi da questi e invito i più giovani a studiare le grandi riforme sociali del Fascismo in favore della maternità e dell’infanzia.
In questi giorni abbiamo ricevuto la lettera che l’Ufficio Servizi Educativi del Comune di Cortona ha inviato alle famiglie dei bambini da 0 a 3 anni interessati all’Asilo Nido.
La quota fissa mensile passa da 130 Euro a 180 Euro. La quota presenza giornaliera per il “tempo corto” passa da 4 a 5 Euro e quella per il “tempo lungo”, da 6 a 7 Euro.
Per le famiglie, soprattutto quelle monoreddito, si prospettano grandi sacrifici e l’aumento delle tariffe appare rilevante anche se quelle praticate dal Comune di Cortona continuano ad essere meno elevate di altre realtà.
Ma c’è un’ulteriore novità: dal prossimo anno scolastico anche l’Asilo Nido “Il Castello” di Camucia sarà gestito da una Cooperativa esterna come l’Asilo “Aquilone “ di Terontola e tutti i dipendenti comunali saranno destinati ad essere trasferiti a Cortona.
Negli anni passati i miei bambini hanno frequentato l’asilo di Nido di Terontola perché a Camucia non c’erano posti disponibili e sono rimasto molto soddisfatto della professionalità di quelle educatrici che svolgono con passione ed impegno il loro lavoro.
Ma quando vedo l’Ente Locale continuare ad “esternalizzare” i servizi, con particolare riferimento a quelli scolastici, vengono spontanee alcune considerazioni: il personale comunale non è sufficiente? Non ha la competenza necessaria? Per quale motivo è più conveniente dare il lavoro, in maniera molto discrezionale, a Società e Cooperative esterne?
A mio modo di vedere l’aumento delle Tariffe è soltanto parzialmente giustificato dai minori trasferimento dallo Stato.
Il settore della scuola è proprio l’ultimo sul quale fare economie. Molte mamme non potranno mandare i bambini all’asilo e, conseguentemente, dovranno rinunciare alla ricerca di un posto di lavoro per fare quadrare i bilanci famigliari.
Un’attenzione particolare meritano i criteri con i quali vengono predisposte le graduatorie d’accesso.
Le domande dei residenti hanno la precedenza (delibera n° 97 del 29/11/2004) ma nessun punteggio viene attribuito ai bambini in possesso della cittadinanza italiana.
Quello della “preferenza nazionale” è un criterio che la Sinistra si rifiuta di prendere in considerazione ma dobbiamo comprendere che senza una politica di sostegno alla famiglia italiana il tasso demografico del nostro Paese è destinato a rimanere il più basso d’Europa.
La disoccupazione giovanile e la precarietà diffusa nel mondo del lavoro giocano un ruolo decisivo e mettere al mondo dei bambini, con grande generosità d’animo ed un pizzico d’incoscienza, è diventato un lusso che possono permettersi in pochi.
Se non si registrerà una sostanziale inversione di tendenza e non verranno adottate misure concrete in difesa della famiglia il nostro popolo è destinato ad un malinconico ed inesorabile declino