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Cortona, un bilancio “di resistenza”, la posizione di Sel – PdCI – Sinistra per l’Italia

Non è una battuta, ma quello del 2013 è un bilancio di resistenza in attesa che qualcosa cambi a livello nazionale, perché i comuni non hanno più l’autonomia di decisione sulle spese e sulle entrate del proprio bilancio. Ormai si parla di parametri, di patto di stabilità di blocco delle assunzioni e degli investimenti senza alcun margine di manovra che negli ultimi 10/20 anni ha fatto diventare l’ente locale semplice esattore per conto dello Stato, altro che federalismo fiscale, al contrario vi è un accentramento delle decisioni mai visto prima.

 

Allora in attesa che qualcosa cambi su questo versante, che il Parlamento si renda conto che i comuni non ce la fanno più e che ormai per chiudere un bilancio non basta più la fantasia, occorre tenere duro, soprattutto per quel che riguarda il mantenimento dei servizi comunali a domanda individuale (scuola, mense, trasporti ecc…) a livelli di prezzo sostenibile per le famiglie e sulla tassazione dei tributi locali, per il resto non c’è spazio per nuovi investimenti e solo una misera cifra per la manutenzione ordinaria ( si potrà tappare solo qualche buca d’asfalto!! ).

In estrema sintesi è quanto emerso dalla relazione del Sindaco Andrea Vignini al bilancio di previsione per l’anno 2013 alla riunione di maggioranza.

Naturalmente la relazione del Sindaco è stata ampia e dettagliata e su cui ritorneremo per approfondire meglio le varie problematiche, in quella sede Sinistra Ecologia e Libertà, PDCI e Sinistra per l’Italia hanno puntualizzato alcune cose, nonostante ne sia stata condivisa l’impostazione generale.

Il primo punto ha riguardato la situazione generale di crisi del Paese che è ormai un problema nazionale più che internazionale e che la crisi è strutturale per l’Italia e che al momento sta aggravandosi e di cui non si scorgono margini per un possibile miglioramento. Mentre sul locale ed in particolare sulla proposta di ridurre le tariffe degli oneri di urbanizzazione del 20% per l’edilizia residenziale e tra il 15 ed il 25 % per le attività commerciali, artigianali, industriali e turistiche, per contribuire al rilancio del settore edile ormai al collasso, SEL, PDCI e Sinistra per l’Italia hanno suggerito al Sindaco di intervenire presso le banche locali per chiedere anche a loro uno sforzo di partecipazione per ridare slancio al settore, visto che il problema maggiore è quello del credito, in pratica le banche dovrebbero aprire i cordoni della borsa visto che loro il denaro lo prendono presso la Banca Europea al tasso dell’1% in modo da incentivare chi ha o aveva intenzione di ampliare la casa o l’attività artigianale o commerciale o attività per fini turistici, pur rimanendo ferma la posizione già assunta di non consumare più territorio per le lottizzazioni, ma puntare sul recupero edilizio ed il suo riutilizzo.

Se non ci fosse la presa di responsabilità delle banche locali, allora l’operazione potrebbe essere rischiosa al punto che potrebbero ulteriormente ridursi le risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione.

Altra osservazione fatta al Sindaco ed alla maggioranza ha riguardato il ritardo con cui si è tentato di affrontare gli investimenti sul fronte delle energie rinnovabili e soprattutto sulle carenze storiche nella raccolta differenziata e a cui il Sindaco onestamente ha risposto che in effetti c’è stata sottovalutazione del problema negli anni precedenti.

C’è invece da sottolineare che SEL- PDCI e Sinistra per l’Italia non condividono la posizione di Rifondazione Comunista, la quale ritiene che sulle tariffe riguardanti gli asili nido, mense scolastiche e trasporti, la quota di rientro e di partecipazione da parte dei cittadini non sia adeguata e troppo bassa rispetto all’effettiva spesa sostenuta dal comune, ritengono invece, che la scelta fatta in tutti questi anni di mantenere bassa la quota di partecipazione dei cittadini su questi servizi sia stata una scelta giusta e da portare avanti, poiché si tratta di un servizio pubblico che l’amministrazione fornisce alle famiglie a livello sociale senza gravare eccessivamente sul loro reddito ed è per questo motivo che condividono la scelta dell’aumento dello 0,1% dell’IRPEF destinato al comune che inciderà per il 2013 di circa 1 – 1,5 euro al mese su stipendi e pensioni, passando dall’attuale 0,4% allo 0,5% ma che manterrà il comune di Cortona tra i livelli più bassi dell’intera Toscana, mentre i comuni della provincia hanno raggiunto in gran parte quota 0,8% e cioè il massimo consentito.

Il mantenimento della spesa sociale pur essendone aumentata la domanda, soprattutto per gli anziani, ai livelli raggiunti in questi anni è una scelta politica che si batte contro la privatizzazione dei servizi, della scuola e della sanità, in pratica contro lo smantellamento dello stato sociale. Condividono pienamente, inoltre le preoccupazioni del sindaco sul rischio di una riduzione dei servizi sanitari in Valdichiana ed in particolare sul declassamento dell’ospedale della Fratta.

Complessivamente il bilancio 2013 mantiene i livelli dei servizi e delle tariffe su quelli degli anni precedenti e SEL-PDCI e Sinistra per l’Italia ne danno quindi un giudizio parzialmente positivo, ma la situazione che si prospetta a livello nazionale su IMU, IVA, TARES ed altre tasse locali ci trova all’opposizione di questo governo di cui purtroppo fa parte anche il PD.

Sinistra Ecologia e Libertà Doriano Simeoni

Giuseppe Neri

Gigliola Mari

Partito dei Comunisti Italiani Gabriele Viti

Sinistra per l’Italia Giancarlo Cateni

Enrico Gustinelli

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • " Non è una battuta, ma quello del 2013 è un bilancio di resistenza in attesa che qualcosa cambi a livello nazionale, perché i comuni non hanno più l'autonomia di decisione sulle spese e sulle entrate del proprio bilancio."
    Così comincia l'articolo e sono purtroppo d'accordo, purché l'osservazione venga estesa alle provincie, alle regioni, ai dicasteri del paese, alle unità di crisi, ai centri di ricerca, alle banche, alle associazioni di categoria, ai partiti, ai sindacati e, via dicendo, a tutti; poi, in egual misura ed identica articolazione agli altri paesi della comunità europea, tutti ormai dipendenti dalla "COMMISSIONE" e dalla "BCE" ed anche a questi due enti dipendenti dalla finanza e dal commercio internazionale, dai produttori di materie prime rare e di fonti energetiche, non ché di moderne armi di distruzione di massa.
    Penso che sia indispensabile, per evitare di riportare in scena i drammi del secolo scorso, che proprio a partire dal basso verso l'alto, dai comuni e via via più su, in Italia ed in tutti i paesi europei, venga richiesto con la massima forza possibile che i vertici di questa piramide riflettano sui rischi del congelamento della democrazia novecentesca e trovino una soluzione a questa insostenibile deprivazione di massa che riguarda 500 milioni circa di cittadini, prima che esploda, implementando una nuova indispensabile forma di democrazia.

  • Daccordo con Bellincampi, il ragionamento ve esteso a tutti gli enti locali, banche, centri di ricerca e via via tutti gli altri e soprattutto ripartire dai comuni, dal basso verso l'alto, perchè il comune è l'entità più vicina al cittadino e su cui si fonda tutto il sistema amministrativo italiano, ma anche europeo e mondiale.
    Purtroppo fino ad oggi si è operato in senso opposto calando le scelte e le decisioni dall'alto in giù verso le regioni, province, comuni e altre istituzioni...siamo sull'orlo di rivoluzioni permanenti a livello mondiale, per parafrasare il libro di Trotzky " La rivoluzione permanente ".

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Michele Lupetti
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