Ogni anno ciclicamente si ripropongono nella stampa locale e sul web numerosi commenti che opinionisti variamente accreditati dedicano allo stato di salute della cultura e del turismo a Cortona. Questo fatto di per sé non ha, a mio giudizio, alcuna connotazione negativa, anzi che si continui a parlare della Città Etrusca (bene o male poco importa) è senza dubbio positivo. In risposta mi permetto di riproporre alcune mie vecchie riflessioni che, con pochi necessari aggiornamenti, mi sembrano ancora attuali.
In genere i commenti sono di due tipi, caratterizzati e distinti. In alcuni si evoca e si rimpiange una Cortona che si ritiene scomparsa, una sorta di Arcadia che non esiste più (ma forse, come quella letteraria, non è mai esistita), contrapposta ad una Cortona odierna volgare e spettacolarizzata. In altri invece, prendendo atto dell’indubbio successo degli ultimi anni, si distribuiscono meriti e demeriti, discettando appassionatamente su quale petto debba essere appuntata la medaglia della vittoria.
Per quanto riguarda i primi, c’è del vero: la “Città del silenzio” che si era imposta nell’immaginario collettivo fino alla metà degli anni ’80 ha lasciato ormai il posto ad un luogo diverso, noto alle cronache mondane oltre che ai pamphlets degli scrittori e degli artisti, che fonda gran parte della propria economia su un movimento turistico vasto, variegato, cosmopolita, ma anche chiassoso e multicolore. E’ giusto riflettere sugli effetti che questo flusso enorme (che supera di oltre dieci volte ogni anno il numero dei residenti nell’intero territorio comunale) produce sul tessuto connettivo della Città ed è giusto anche mettere in guardia coloro che, come me, hanno responsabilità istituzionali, affinché evitino una spoliazione materiale e culturale di luoghi così magici ed antichi. Nonostante tutto questo però non si può realisticamente disconoscere il ruolo fondamentale svolto oggi dal settore turistico-culturale in relazione allo sviluppo economico locale, tanto più essenziale se si considera la crisi economica pesante in cui versa l’Italia e la conseguente contrazione dei consumi.
Per i secondi invece mi sembra che sia giusto mettere in guardia da giudizi che rischiano, al di là delle buone intenzioni, di essere superficiali e semplicistici. La realtà è più complessa di quella che appare all’esterno e i commentatori, anche quelli più attenti, dovrebbero fare uno sforzo maggiore, lo dico senza ombra di polemica, per prendere atto dei mutamenti radicali che si sono prodotti nella società cortonese, ma anche, mi sia consentito, delle tante realizzazioni che le varie Amministrazione Comunali (compresa quella che ho l’onore di rappresentare) hanno operato.
In questo senso è necessaria una premessa: Cortona mantiene ancora oggi una assoluta salvaguardia e tutela sia architettonica che urbanistica dell’intero cono collinare che resta intonso e completamente avulso da quelle speculazioni edilizie che hanno trasformato e distrutto molte altre prestigiose città d’arte in tutta Italia e, purtroppo, anche in Toscana. Senza questo dato di fatto incontrovertibile, ogni riflessione aggiuntiva non può che risultare monca e insufficiente.
Egualmente importanti, in relazione all’eredità delle passate amministrazioni, sono i rapporti permanenti con grandi istituzioni universitarie ed agenzie culturali sia straniere (Università della Georgia negli Stati Uniti e di Alberta in Canada) che Italiane (Normale di Pisa e Fondazione Feltrinelli) che noi abbiamo confermato e rafforzato.
Ed infine veniamo alla contemporaneità e cominciamo col dire una cosa che probabilmente stupirà molti: Cortona non è solo Tuscan Sun Festival. Sia chiaro, sono il primo a riconoscere la straordinaria ricaduta mediatica di questo evento, perfino superiore al già ottimo livello dell’offerta culturale e, a scanso di equivoci, ho tutte le intenzioni di mantenerlo ben saldo nella nostra città. Anzi, a questo proposito vorrei far notare che se è senz’altro vero che “l’astronave aliena” (come è stata argutamente denominata) è atterrata a Cortona in maniera autonoma e senza particolari meriti da parte cortonese, è altrettanto vero che poi ce la siamo tenuta stretta resistendo alle sirene che ogni anno volevano trasportarla in altri lidi e questo soprattutto perché possedevamo alcuni requisiti che altri, per colpa o per sfortuna, non hanno, come ad esempio un Teatro antico e prestigioso, ma anche recentemente ristrutturato (dalla platea ai palchi e ai camerini), scusate se è poco …
Eppure insisto, non c’è solo il Tuscan con i suoi molti pregi e anche i suoi difetti come l’ancora scarsa integrazione col tessuto locale. Anche se bisogna riconoscere che, tramite un’accorta politica di riduzione dei prezzi, sono stati fatti notevoli passi avanti, come attesta il dato registrato quest’anno del 35% di spettatori cortonesi.
Negli ultimi anni sono stati realizzati importanti investimenti strutturali: il MAEC (inaugurato nel 2005 ed ampliato nel 2008)che risulta essere il secondo museo archeologico per estensione della Toscana e il primo in assoluto per numero di visitatori (oltre 50.000 all’anno). Il restauro della chiesa monumentale di S. Agostino, trasformata in spettacolare auditorium capace di contenere 400 posti a sedere, col quale si è definitivamente conclusa la realizzazione del Centro Convegni omonimo che ha ospitato, solo nel 2011, congressi con oltre 18.000 partecipanti. L’inaugurazione del primo stralcio del recupero funzionale della Fortezza Medicea del Girifalco che è destinata a divenire un grande incubatore di arte contemporanea. Infine, spingendo lo sguardo oltre l’orizzonte, ricordo che nella prossima primavera, con l’aiuto della Regione Toscana, partiranno i lavori per rendere definitivamente fruibile al pubblico il Parco Archeologico del Sodo che contiene, fra l’altro, la necropoli etrusca dell’antica Lucumonia cortonese.
Poi ci sono i grandi eventi come la Mostra con L’Hermitage (27.000 visitatori) e quella, appena conclusasi, con il Louvre (38.000 visitatori), la Cortonantiquaria, mostra mercato del mobile antico più longeva d’Italia, giunta quest’anno alla sua 49esima edizione e, al suo interno, il Premio omonimo attribuito ogni anno a protagonisti della cultura nazionale e internazionale (quest’anno Iannis Kounellis) e poi il Premio Fair Play e infine, principale novità di questa estate, Cortona On The Move, rassegna di mostre fotografiche di assoluto livello di cui si sono occupati i principali media di settore.
Tutto questo, realizzato mettendo insieme finanziamenti da istituzioni pubbliche e private, nonostante la crisi incombente, i tagli ai bilanci degli enti locali, il Patto di Stabilità che li strangola e la scarsa considerazione che la cultura ottiene in genere dai nostri governanti è il segreto di un successo che continua e che se anche contiene ancora zone d’ombra e spazi di miglioramento non può che renderci, a giusta ragione, orgogliosi.