Continua la storia infinita delle centrali di Renaia; a oltre 5 anni dal rilascio delle autorizzazioni ( 18 agosto 2009) , confermate il 4 agosto 2010 , e dopo innumerevoli conferenze dei servizi, la vicenda ritorna prepotentemente d’attualità per un insolitoaccanimento terapeutico volto a mantenere in vita delle autorizzazioni, già defunte, a produrre energia elettrica attraverso la combustione di oli vegetali e attingere così a piene mani dal denaro della collettività e dei contribuenti.
Imprese create ad hoc per ottenere un prodotto ( energia elettrica) strapagato oltre il suo valore, disperdendo nell’ambiente oltre l’ 80% del materiale impiegato, sotto forma di calore e sostanze pericolose per la salute; niente cogenerazione, niente autoconsumo ma pura e semplice operazione speculativa, prevista sì dalla legge sulle energie rinnovabili, ma che la nazione non si può più permettere in questi periodi di vacche magre.
Ma queste sono considerazioni che non mutano né muteranno lo stato delle “nostre” centrali.
Positivamente sorprendente è invece il netto cambio di rotta del nostro comune che si dice finalmente contrario a operazioni di questo tipo. Purtroppo lo dice adesso, quando i buoi sono già scappati, ( proroga di 150 giorni concessa il 24 settembre u.s,) adducendo un cambio di indirizzo della nuova amministrazione ma percorrendo una strada che, a parere nostro e dei nostri consulenti, non è la migliore e sicuramente non è l’ unica.
Ci chiediamo come i responsabili della salute pubblica, sia tecnici che politici, di allora e di oggi, dichiarino che simili imprese sono da configurare come “industria insalubre di primo grado” quando a suo tempo, e su nostra esplicita richiesta (vista la vicinanza con un frantoio), ebbero a sostenere l’esatto contrario.
Nel 2009 furono rilasciate autorizzazioni per l’emissione in atmosfera di tutte le innumerevoli sostanze inquinanti prodotte dalla combustione di oli vegetali e solo dopo il nostro intervento, e una nuova conferenza dei servizi, fu imposta l’istallazione di abbattitori. Ricordiamo, a chi se lo fosse dimenticato, quel tetto già affumicato dopo poche ore di funzionamento dei motori!
E che ne è stato di quei politici che rassicuravano sulla loro innocuità definendoci ” terroristi maleinformati”, psicopatici e affetti da sindrome Nimby (non voglio niente nel mio giardino)?
Che ne è stato del progetto di cooperazione internazionale a favore del terzo mondo di cui sarebbero state strumento le sei centrali, bruciando olio di palma? E dov’è l’olio di jatropha curcas che cresce anche nel deserto? Quante balle ci hanno propinato ?!
Durante la campagna elettorale siamo stati accusati di non fidarci della politica tradizionale, unica in grado di risolvere i problemi , e adesso è più che mai evidente quanto, noi e chi ci ha votato, fossimo nel giusto. Negli ultimi tempi siamo rimasti silenziosi ma questo non significa che siamo stati inerti ! Siamo semplicemente e come sempre tornati a lavorare in silenzio, con la nostra faccia e le nostre risorse per segnalare ancora le irregolarità di questo bizzarro procedimento.
Citiamo alcune date per spiegare i fatti:
Dicembre 2013: insoliti movimenti nel sito delle centrali; valutato il tempo trascorso pensavamo a operazioni di smantellamento; presentiamo una richiesta di accesso agli atti alla provincia.
Gennaio 2014: ritiriamo gli atti e scopriamo che le centrali risultano attive dal gennaio 2012 (!) ma nessun organo di controllo ( e sono tanti !) si è preoccupato di verificare l’adempimento delle prescrizioni e la sicurezza degli impianti!
Su consiglio dei nostri legali , visto che niente si muove, facciamo un’ ulteriore richiesta di accesso agli atti nel giugno 2014 ( ci vengono consegnati dopo innumerevoli e “vibranti” insistenze, anziché il 24 luglio, il 26 settembre u.s. ,praticamente due giorni dopo l’ultimo “regalo” fatto alle ditte) e scopriamo che:
– Subito dopo il nostro primo accesso, nel gennaio di quest’anno, e a 5 anni dalla prima autorizzazione, la provincia ha contattato le ditte per chiedere conto del mancato ritiro delle autorizzazioni e del pagamento dei relativi oneri ( !).
– Le ditte rispondono ( 7 febbraio u.s.) tramite lettera del loro legale che, adducendo la loro inesperienza nel settore, la farraginosità della macchina amministrativa e le mutate condizioni di mercato, intercede chiedendo ” particolare cautela e magnanimità” nei confronti dei suoi assistiti.
– Seguono carteggi vari tra avvocato e provincia la quale, bontà sua, si lascia commuovere e concede 150 giorni di proroga.
Come vedete non abbiamo mai mollato ma a questo punto crediamo che la misura sia colma.
Da ora in avanti proseguiranno i nostri legali e la magistratura.
[.noresp.]
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…