Tra Giuseppe Caroti e Paolo Nannini , politicamente parlando, c’è di mezzo un oceano. Per questo la scelta dei sindaci iscritti al Pd, di scegliere la continuità di una politica fallimentare in un clone di Paolo Ricci, è semplicemente disarmante. I sindaci dovrebbero essere espressione di una coalizione, invece prendono ordini dal “cerchio magico” insediato a piazza S. Agostino.
Che ha una unica stella polare : che i soliti noti non rimangano senza poltrona. I sindaci iscritti al Pd ma eletti , in molti casi, con i voti determinanti delle altre forze della sinistra, avevano innumerevoli possibilità di trovare un presidente che li rimettesse in sintonia con l’elettorato. Invece, mentre si rottama D’Alema, evidentemente Arezzo non può privarsi della lungo pedigree di Paolo Nannini…
Così il Pd balla sul Titanic, ignorando la voragine che si è aperta sotto i piedi della politica, e balla con autistica ostinazione. Tra Nuove Acque e la stragrande maggioranza dei cittadini che ha votato per la ripubblicizzazione dell’acqua c’è sempre stato un abisso. Invece di provare a colmarlo si è preferito ampliarlo.
Onore al merito al sindaco Fanfani, unico sindaco a dissociarsi da questo incredibile suicidio, con il risultato che la soluzione trovata nel consiglio di amministrazione – il segretario generale del Comune- è talmente raffazzonata ed improbabile da rendere ancora più aleatoria e politicamente sconveniente la presidenza Nannini. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il capoluogo della provincia non è rappresentato in Nuove Acque. Un fatto d’inaudita gravità.
C’è un problema che riguarda le forze alla sinistra del Pd che, se non si svegliano, sono destinate a non contare più niente nelle scelte politiche. I sindaci che hanno votato per Nannini sono stati, in larga parte anche eletti con i voti determinanti di Idv, Sel e Fds. Il fatto che sulle nomine non rispondano alla coalizione ma solo al gruppo dirigente ristretto del Pd pone un problema non indifferente. Il principale è che bisogna evitare che ci siano in futuro sindaci del Pd con i nostri voti. Non si può strillare ad ogni nomina e poi aggregarsi ad ogni elezione. In questa ottica appare assurdo legittimare le primarie nazionali del Pd con una propria presenza di bandiera.
Dette tutte le travi che sono nell’occhio del Pd, sembra che ai giornali interessi solo la pagliuzza nell’occhio della Federazione della Sinistra. Qui esiste un dissenso politico , non sul giudizio su Nannini o sulla candidatura Caroti che tutti abbiamo sostenuto, ma sull’opportunità di far parte del consiglio di amministrazione di Nuove Acque. Un dissenso politico non lo si affronta con gli insulti, né tanto meno nel dichiarare per morta l’unica aggregazione a sinistra che si è formata in questi anni. Nel consiglio provinciale ho l’onore di rappresentare sia il Pdci che il Prc e non è mio compito, pur avendo idee molto chiare in proposito, dire chi ha ragione o chi ha torto. Serve però, oltre che toni pacati e la comprensione che il nemico sta altrove, maggiore collegialità nelle scelte e non arrendersi a chi ci vuole dividere.
Arezzo, 25 ottobre 2012
[.noresp.]
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