{rokbox title=| :: |}images/caos1/chiusi1.jpg{/rokbox}
Questa mattina, 26 aprile, nel palazzo comunale di Chiusi, si è celebrata l’ennesima dimostrazione di quell’arroganza politica che ha contraddistinto l’ultimo decennio di governo della città. L’arroganza di una maggioranza che si sente con l’acqua alla gola, incalzata da chi si è posto l’obbiettivo di rappresentare l’indignazione dei tantissimi cittadini stanchi di sentirsi sudditi senza alcuna considerazione, e che tenta tutti i colpi possibili per cercare di rimanere a galla per non affogare.
L’occasione è stata la riunione della commissione elettorale per la nomina degli scrutatori per le prossime elezioni amministrative. Commissione composta da tre membri, di cui due nominati dalla maggioranza e uno dalla minoranza, rispetto alle forze politiche facenti parte del consiglio comunale uscente.
La prima anomalia è che il membro della minoranza uscente è attualmente candidato nella lista della maggioranza. Questo non avrebbe di per sé nessun significato se non al momento in cui nessuna delle tre liste concorrenti di quella di maggioranza era stata avvisata che la commissione elettorale si sarebbe riunita.
La legalità era stata apparentemente salvaguardata da un avviso, affisso all’interno del palazzo comunale, che non riportava, come da prove fotografiche e testimoniali, né la data in cui era stato redatto né quella in cui era stato affisso. Diciamo apparentemente perché saranno gli organi deputati, ai quali sarà inoltrato regolare esposto, a giudicarlo. Forse il compito del rappresentante della minoranza sarebbe stato quello di avvisare le liste concorrenti, ma così non è avvenuto ed il risultato è stato che la commissione aveva preso in considerazione solo le segnalazioni fatte dalla maggioranza e quelle della minoranza che si candida ad entrare in maggioranza, ma non quelle delle tre liste concorrenti. In un primo momento, in seguito alle vibranti proteste degli esclusi ed agli esposti protocollati nei giorni 22 e 23 aprile, le autorità comunali avevano accettato di riconvocare la riunione della commissione elettorale per questa mattina, con tanto di notifica domiciliare ai rappresentanti. La beffa definitiva si è avuta quando la commissione si è riunita solo per affermare che la riunione odierna non era valida perché i termini per le nomine erano già scaduti e che perciò rimanevano efficaci le nomine degli scrutatori fatte nella riunione passata senza quindi dare seguito alle aspettative che in un primo momento erano state create dalle notifiche domiciliari e dall’affissione all’albo della nuova convocazione. Nuova convocazione, evidentemente, solo strumentale perché fatta senza tenere conto dei termini di scadenza.
L’ulteriore dimostrazione di arroganza si è avuta al momento in cui è stata fatta la richiesta, perlomeno, di conoscere i criteri con cui erano state effettuate le nomine. La risposta è stata che la decisione era stata presa e che, piacente o no, non c’era la necessità di renderne conto a nessuno, forse, diciamo noi, perché nessun criterio è stato applicato. Questa è l’ulteriore dimostrazione che la discontinuità dei metodi politici che si vuol far sembrare di applicare è solo di facciata ma che non appena si gratta un po’ di intonaco esce allo scoperto la vecchia volontà di governare senza nessun rispetto dei diritti dei cittadini