“Nessun ottimismo sul calo degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Il dato ha una sola spiegazione: la diminuzione delle ore lavorate. Per questo è indispensabile non abbassare la guardia ma, al contrario, rafforzare le azioni di prevenzione e lo sviluppo della cultura della sicurezza”. Marco Rossi, responsabile provinciale Cgil di questo settore, spiega così il contenuto del convegno che la Cgil tiene oggi nella sala della Borsa Merci ad Arezzo.
“Le cifre sono chiare. Nel giugno 2013 abbiamo registrato 2.808 casi aperti tra infortuni e malattie professionali. L’anno scorso, alla stessa data, erano 2.856. Quindi 48 casi in meno con una flessione dell’1,68%. Ma questo dato, apparentemente positivo, deve essere confrontato con il numero degli assicurati Inail: 106.185 nel 2012 e 98.933 quest’anno. La flessione è stata di 7.252 lavoratori con il 6,83% in meno. Facendo un raffronto vediamo che se il numero dei lavoratori è calato di quasi il 7%, quello degli infortuni e delle malattie professionali non è arrivato nemmeno al 2%
Secondo la Cgil, “di fronte alla crisi, alla perdita di migliaia di posti di lavoro, ad una precarizzazione crescente, il rischio è che la mancata garanzia della salute nel lavoro non sia percepita da tutti come uno scandalo. Non può essere che di fronte alla crisi, il diritto alla salute sia un diritto minore, come se il rischio di infortunio o di malattia professionale fosse un tributo in qualche modo connesso e dovuto”
“La chiave di ogni riflessione sulla sicurezza è la 626, legge che ha compiuto 18 anni e che può essere certo migliorata ma non cancellata – afferma Marco Rossi, E’ necessario che il testo unico da un insieme di normative da rispettare, diventi un testo di linee guida che indichino uno stile, non solo di lavoro ma anche di vita”.
La Cgil valuta positivamente l’accordo firmato tra Inail e Regione Toscana lo scorso 27 agosto per l’integrazione delle prestazioni di assistenza sanitaria: “permetterà di lavorare per consolidare il ruolo dell’Inail come polo della salute e sicurezza, così come previsto dallo stesso testo unico.
Lo strumento per affermare la centralità dell’Inail è quello dei Comitati Consultivi. Dobbiamo solo farli funzionare meglio, facendo in modo che diventino il tavolo permanente di progettazione della prevenzione. Mettere l’Inail al centro significa anche difenderne l’intervento esclusivo di assicurazione sociale, dagli attacchi che in maniera altalenante vengono sferrati da quando qualcuno pensò addirittura di farci un referendum”.
La Cgil non nasconde le preoccupazione per le conseguenze che possono derivare dal taglio di risorse al sistema sanitario nazionale ai dipartimenti di prevenzioni delle Usl e alla stessa Inail. E chiede di rilanciare l’esperienza fatta ad Arezzo con il comitato paritetico, tra organizzazioni sindacali, Confindustria, Usl, Inail che, con un protocollo d’intesa ha permesso a 23 aziende volontarie del territorio – per un totale di 2000 addetti – di adottare un sistema di gestione della salute e sicurezza partecipato, all’interno dei propri luoghi di lavoro.
“Altro esempio su cui continuare e migliorare – afferma Marco Rossi della Cgil – è quello sul settore artigianato con i rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza, esperienza sicuramente da estendere anche ad altri settori e che permette di fare prevenzione anche nei piccoli luoghi di lavoro. Ad Arezzo, grazie anche all’ Opta ( organismo paritetico territoriale artigianato), abbiamo 3 rlst di cui 2 a tempo pieno e sono state effettuate nel 2012, primo anno di attività 300 visite e quest’anno arriveremo a circa 400, con l’obiettivo per il 2014 di superare le 500”
Infine il “fronte interno” della sicurezza: “come Cgil – conclude Rossi – abbiamo attivato uno sportello della salute destinato a diventare punto di riferimento in pianta stabile in Cgil come lo sono per esempio gli uffici vertenze”.
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