Nella Valdichiana Aretina dagli ultimi dati in possesso della CGIL, abbiamo circa 6000 disoccupati che sono il 16% dei disoccupati di tutta la Provincia di Arezzo, in questo territorio non vediamo nessuna luce in fondo al tunnel come tutti i giorni ripete il Presidente del Governo Monti. Nella nostra zona: persiste la riduzione di manodopera in molti settori, con ricorso alla cassa integrazione se va bene altrimenti c’è il licenziamento.
Non si intravedono settori che vadano verso la ripresa occupazionale. Addirittura rileviamo ricorsi alla cassa integrazione anche settori del commercio, questo è dovuto principalmente al calo dei consumi, in quanto sono diminuite le entrate nelle famiglie. Nel convegno del 16/01/2010 la CGIL quale organizzazione operante in questo territorio aveva fatto proposte precise per riuscire a dare sviluppo alla Valdichiana.
Proposte che erano state condivise dalle istituzioni locali e forze politiche. Le proposte sottoscritte all’unanimità erano e sono: Incentivare la filiera corta, locale, rintracciabile per riuscire ad effettuare questo passaggio è indispensabile utilizzare tutto quello che produciamo e che abbiamo nel nostro territorio. Ruolo determinate dovrà essere svolto dalle nostre Amministrazioni. Per raggiungere questo obbiettivo sono necessari i seguenti strumenti:
– Effettuare la trasformazione delle produzioni agricole cerealicole e orto-frutticole, nel nostro territorio, incentivando le aziende agroalimentari attualmente presenti nella Valdichiana Aretina per farle diventare capofila verso questo indirizzo.
– Localizzare nel territorio punti di trasformazione dei prodotti agricoli (conserviere ecc…), il tutto per incentivare la filiera corta.
– Utilizzare i grandi punti di distribuzione quali i supermercati e lo stesso Autlet far conoscere, promuovere e commercializzare i prodotti del nostro territorio.
In questa linea di sviluppo come CGIL della Valdichiana appena siamo venuti a conoscenza di un progetto per la raccolta e lo stoccaggio di cereali, semi oleosi e proteiche.
Ci siamo subito interessati a studiare il progetto per verificarne la corrispondenza alle indicazioni che
avevamo stabilito nel convegno del 2010.
Il progetto prevede:
– di accorciare la filiera della produzione, la trasformazione, mettendo direttamente in contatto produttori e trasformatori ( ottimo esempio di filiera corta);
– stoccare il prodotto, differenziandolo per qualità, in modo da offrire ai produttori condizioni chiare .
– dare ai produttori la possibilità di collocare direttamente i loro prodotti nel mercato senza essere sottomessi alle multinazionali.
Coltivare e dare una maggiore redditività al nostro territorio serve anche a salvaguardare il paesaggio, perché un territorio è vivo quando c’è gente che ci lavora e ci abita, perciò servono strutture che consentono di gestire direttamente la produzione locale e la sua commercializzazione.
Questo progetto va nella direzione che noi avevamo prospettato due anni e mezzo fa, cioè la possibilità di riuscire a produrre, commercializzare e trasformare nel territorio, per far sì che la ricchezza prodotta rimanga nel territorio della Valdichiana tagliando fuori dalla filiera i speculatori.
Lo sviluppo ha bisogno che la gestione avvenga in accordo con le istituzioni locali, con il controllo e la vigilanza degli enti pubblici preposti questo è la chiesta che avanziamo agli enti locali.
Non possiamo permetterci che tutto rimanga come è, non possiamo puntare solo al turismo perché con questa crisi il settore si è ridimensionato di molto: è necessario una nuova idea di sviluppo e di produttività della Valdichiana.
Pertanto, guardando al futuro, la CGIL della Valdichiana considera positivo il progetto e l’investimento che viene prospettato in questo territorio, non condivide le iniziative che tendono a bloccare qualunque investimento proposto nel territorio della Valdichiana anche quelli rispondenti alle indicazioni di maggior sviluppo e di maggior lavoro con la salvaguardia
dell’ambiente.
Per la CGIL Valdichiana
Rossi Lidio
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