L’atteggiamento di alcuni personaggi castiglionesi continua a far finta di non vedere e soprattutto a ostinarsi a sostenere un sistema che dire “corrotto” è dire poco. Il quotidiano “La Repubblica ” di venerdì scorso, non ha perso occasione di riportare alla ribalta il nostro Comune, ricordandolo vicino e come il più dissestato tra i tre Comuni del Basso Meridione.
I mille 440 Castiglionesi che hanno saputo votare così bene il nuovo Sindaco, forse stanno altrettanto bene da non preoccuparsi minimamente dei perdenti posti, dei disgraziati cittadini che saranno costretti a pagare l’IMU più alta, delle difficoltà che molte famiglie incontreranno nel prossimo settembre nell’usufruire delle mense scolastiche, dei trasporti, dei buoni libri con agevolazioni del tutto diverse, se non addirittura inesistenti rispetto al passato.
I mille 440 Castiglionesi che si sono arrogati il merito di supportare la classica rete clientelare creatasi da qualche tempo, non hanno pensato a rispettare i diritti e i bisogni della popolazione in maniera egualitaria ma bensì ai propri interessi, senza adoperarsi per il Bene Comune.
I mille 440 Castiglionesi accecati dall’ideologia politica, dall’ignoranza sui fatti e dagli scheletri negli armadi, hanno preferito la continuità di un potere occulto, fatto di seggiole, poltrone e di coperture adeguate.
La visibilità è sempre dei soliti noti, di chi sa mantenersi in sella anche con i cavalli mutati. La prepotenza di imporsi non ha avuto limiti (vedi le ultime nomine dei Consigli di Amministrazione dei vari Enti) e l’impossessarsi di un ruolo sociale, per certe persone, è divenuto l’unica ragione di vita per l’assenza forse di certi valori, cui merita invece credere e lottare per vivere.
Non da meno sono quei giovani dai venticinque ai quaranta anni, che con la loro astensione al voto hanno determinato quel 34% utile, al non ricambio governativo castiglionese. Sono da rimproverare perché il “non votare” li ha privati di una scelta di progettazione futura, tra l’altro utile e indispensabile per loro. Con questo non dico che i giovani non hanno teste o idee, anzi tutt’altro, probabilmente non avvertono la necessità d’impegnarsi, perché vittime di un sistema di vita, fin troppo agiato e allievato nelle problematiche dagli aiuti familiari. Il futuro è il loro e spero che un certo risveglio avvenga al più presto, affinché si adoperino a crescere i propri figli al “valore” di una cittadinanza attiva, trasparente e partecipe.
Anna Gloria Devoti
[.noresp.]
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