Non è mia abitudine dar adito a comunicati più o meno “anonimi”, tuttavia in qualità di Portavoce del maggior Gruppo di Opposizione, il Polo per Castiglioni, e Relatore in aula di gran parte delle Mozioni, fra le quali quella sul Quoziente Familiare, sento il dovere di rispondere con fermezza alle accuse, demagogiche ed infamanti, rivolte ai Gruppi di Minoranza da chi non ha nemmeno il coraggio di firmarsi e si occulta dietro la dicitura “Amministrazione Comunale” nella quale, per esattezza, si annoverano pure i Gruppi Consiliari di Opposizione.
Vorrei, anzitutto, esprimere rammarico, mio e del mio Gruppo Consiliare, circa l’argomento sul quale la Maggioranza ( presumo ) ha scelto di fare della mera propaganda politica; credo, al contrario, che se c’è un punto sul quale Maggioranza ed Opposizione dovrebbero lavorare fattivamente sia proprio la salvaguardia e la tutela delle famiglie castiglionesi, specie in un momento così difficile.
Venendo nel merito, vorrei spazzar via ogni illazione illustrando i fatti.
Nel Consiglio del 26 Febbraio u.s. ho presentato una Mozione sul Quoziente Familiare che ricalcava esattamente quella presentata nel Comune di Parma, anzi, volendo proprio dirla tutta, mi ero fatto inviare una bozza dai Colleghi Parmensi. Trovando impreparato a rispondere sia l’Assessore Lucini, sia la Maggioranza sulla questione, e su specifica richiesta del Sindaco Brandi, avevo accolto la proposta del Primo Cittadino di ritirarla dalla votazione per gli approfondimenti del caso, pur lasciandola depositata agli atti. Dopo circa due mesi, che ritenevo sufficienti per le analisi più scrupolose, nella seduta del 12 aprile u.s., ho chiesto nuovamente la discussione e la votazione del punto, apportando dei chiarimenti in materia. Non nego, che mi sarei aspettato una controproposta valida, una sintesi condivisibile che dimostrasse la volontà dell’intero Consiglio di perseguire tale obiettivo. All’ennesimo diniego dell’Assessore Lucini circa la possibilità di dialogo, mi sono visto costretto a ritirare il punto, per non farlo accantonare definitivamente con un voto contrario. Ad onor del vero, solo il Vice-Sindaco Lucci, che aveva compreso lo spirito di tale iniziativa, ha provato una soluzione politica (forse troppo), segno che anche nella Maggioranza ci sono sensibilità differenti in materia.
Questo quanto accaduto a cui, osservo con dispiacere, è seguito un comunicato convulso e demagogico, con il quale, anche in maniera contraddittoria, si è cercato di diffamare l’Opposizione, incensare la Maggioranza e rifuggire da eventuali responsabilità circa possibili magagne o lacune amministrative esistenti.
Rimango dell’opinione, tuttavia, che voler introdurre un criterio oggettivo in tali ambiti sia sicuramente più produttivo piuttosto che distribuire a spot e con la massima risonanza mediatica le esigue risorse pubbliche a bilancio.
Spontanei, dunque, alcuni interrogativi: se a Castiglion Fiorentino già fossero applicate tali misure, perché non votare la mozione fin dalla prima istanza, piuttosto che chiedere un rinvio, ed annunciare, poi, un voto contrario alla seconda? Quale il senso di una ennesima reazione così scomposta e nevrotica? Forse la miglior difesa è l’attacco, o, come recita un vecchio adagio, la gallina che canta per prima è sempre quella che ha fatto l’uovo?
Ritengo opportuno, vista l’occasione persa dalla Maggioranza, invitare il Sindaco, nella sua veste istituzionale, a scongiurare, per il futuro, polemiche tanto meschine, specialmente quando si affrontano temi così delicati: la famiglia sia al centro del nostro dibattito, ma non venga trasformata dalla Maggioranza in strumento di propaganda.
Di sicuro, ci saranno altre occasioni per discutere, ma invito tutti i colleghi Consiglieri, più o meno coraggiosi e loquaci, a confrontarsi nelle sedi opportune e con toni più pacati, perché l’obiettivo non sia, come qualcuno ritiene, il perseguimento del consenso politico, ma la ricerca del bene comune e dell’interesse generale