Il 17 ottobre dopo alcune riunioni preliminari, nell’ambito del Partito Democratico di Castiglion Fiorentino, per far fronte ai problemi aperti nel paese dalla crisi nell’Amministrazione comunale, si è costituita ufficialmente Area Democratica, un raggruppamento di iscritti e non iscritti al Partito che si pone l’obiettivo di analizzare e valutare la situazione politica a partire dai problemi delle persone che per prime soffrono la crisi, di promuovere proposte di risanamento e di dare impulso ad una nuova cultura di governo e di Partito. In quella seduta è stato approvato un Documento politico che costituisce il fondamento e il riferimento per le successive iniziative volte a ricostruire su basi nuove l’unità del Partito e un più ampio e veritiero rapporto con la popolazione castiglionese.
Nell’incontro, Brunella Alcherigi è stata indicata all’unanimità portavoce di Area Democratica.
L’Assemblea ha preso atto con rammarico della crisi prodottasi al Comune di Castiglion Fiorentino, con le dimissioni di Enrico Cesarini da Sindaco per “dissensi emersi nell’ambito della Giunta comunale e per contrasti con la dirigenza del Partito Democratico locale”
La causa principale delle difficoltà risiede per intero nell’esistenza di un consistente deficit, ancora da definire in cifre esatte, accumulato negli ultimi cinque anni di Amministrazione comunale di centrosinistra.
Un deficit che ha come spiegazione fondamentale un sistema di spesa pubblica che non ha tenuto conto delle reali disponibilità finanziarie, come invece è giusto fare in ogni amministrazione, pubblica o privata che sia, che non aveva provveduto a riorganizzare la “macchina amministrativa” che deve agire sempre nella trasparenza e nella responsabilità dei propri compiti.
Non è in discussione l’onestà degli amministratori di centrosinistra e neppure l’impiego del denaro pubblico per problemi estranei all’interesse generale, ma un modo di governare disinvolto che non ha valutato le conseguenze negative che si sarebbero riversate sui servizi educativi, culturali e sociali e nella vita della comunità castiglionese.
Qui si è sbagliato ed è doveroso riconoscerlo, anche per acquisire una nuova cultura di governo fondata sulla realtà delle poste di bilancio, sulla selezione delle priorità e sulla razionalizzazione e sull’efficienza della spesa.
L’Assemblea ha valutato anche le ragioni che hanno portato alle dimissioni del Sindaco Cesarini e alla nomina del Commissario prefettizio.
C’è stato, nei quattro mesi di governo (da giugno a settembre) uno sforzo e un tentativo di avviare il risanamento delle finanze comunali e la chiusura in pareggio del Bilancio 2011 con un impegno unitario di tutto il Centrosinistra, del Sindaco, della Giunta, del Gruppo consiliare e del partito Democratico, tramite l’alienazione di alcuni beni patrimoniali esistenti nella disponibilità del Comune.
Quel tentativo non ha avuto successo per la complessità delle procedure, per la brevità dei tempi a disposizione, per lo scandalismo irresponsabile di forze politiche locali e per l’indisponibilità degli acquirenti.
A quel punto era giocoforza dichiarare il dissesto, come richiesto dalla legge, un atto doloroso, ma necessario per salvare il salvabile e cioè la continuità dell’Amministrazione comunale, con tutti i suoi Organi, quindi il Consiglio comunale, la Giunta e il Sindaco di centrosinistra.
Era quello che sosteneva il nuovo sindaco, ma quella proposta ha trovato le resistenze di qualche Amministratore e del Segretario del PD locale, che premevano per evitare la dichiarazione del dissesto e approvare il Bilancio 2011, senza per altro avere più il tempo per verificare la possibile fattibilità. Una soluzione irrealistica, perché mancavano le risorse, le lettere d’intenti per gli acquisti e il supporto della Segreteria, della Ragioneria e dei Sindaci revisori.
Un errore che aveva anche il significato di un atto di sfiducia nella competenza e nella responsabilità del Sindaco e che ha avuto per conseguenza le dimissioni di Enrico Cesarini.
La recente decisione della Corte dei Conti ha confermato la giustezza della proposta di Enrico Cesarini ed è forte il rammarico per un contrasto che non ha consentito di realizzare quello che avrebbe tenuto in vita l’Amministrazione voluta dai cittadini.
L’Assemblea di Area Democratica si è misurata sui problemi che la crisi ha messo in evidenza, , quelli della comunità castiglionese, quelli della democrazia governante nel governo delle Istituzioni e quelli della partecipazione degli iscritti nella vita del Partito Democratico.
Da tutti è ritenuta indispensabile una discontinuità nei confronti della pratica amministrativa degli ultimi anni. Prima di tutto nella cultura di governo.
Nel governo delle Istituzioni la trasparenza, l’efficacia, il rispetto delle regole devono essere accompagnate, per le decisioni più importanti, dal coinvolgimento dei cittadini e dei soggetti sociali con viarie forme di consultazione e di attiva e responsabile partecipazione, a partire da un referendum consultivo per un eventuale progetto per la Centrale a biomasse.
Conseguentemente, con una nuova classe dirigente che abbia un alto patrimonio di idealità, che consideri la politica un servizio per l’interesse generale, che abbia competenze e legami solidi con la popolazione.
Una discontinuità anche nel Partito Democratico.
Trasparenza e partecipazione devono essere l’alfa e l’omega della vita interna e delle decisioni politiche, non a parole, ma nel rispetto delle procedure statutarie.
Bisogna abbandonare vecchie pratiche di gestione verticistica del Partito.
Per questo bisogna rinnovare ed è per questo che Area Democratica ha chiesto agli Organi dirigenti della Sezione di fare un passo indietro per consentire una discussione franca,senza infingimenti e senza personalismi per una nuova fase che costruisca una unità del Partito più matura e un nuovo rapporto con tutta l’area del centrosinistra
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