L’unità politica è un bene prezioso che, nei momenti difficili della vita di un partito, richiede coraggio di analisi, alto profilo della politica e assunzione di responsabilità nelle decisioni. Questi requisiti sono mancati a chi ha prodotto il dissesto nel bilancio del Comune, a chi ha brigato per interrompere l’amministrazione di centro sinistra, a chi continua a minimizzare un danno che avrà conseguenze pesanti sulla vita dei cittadini castiglionesi, a chi agisce dietro le quinte per tenere i fili di una politica che ha come scopo solo la copertura delle responsabilità.
Sono questi “guastatori”, e chi li ha coperti, che hanno dissolto l’unità politica del PD di Castiglion Fiorentino.
Ora bisogna riparare i danni, ma è lecito affidare l’edificazione dei ponti al genio guastatori?
Anche se difficile, era possibile uscire dalla crisi con umiltà, con nuove idee e con più democrazia.
Bastava che i “guastatori” uscissero in silenzio dalla scena politica per consentire a tutto il Partito una seria e serena analisi politica.
Ma veniamo al novello Segretario che parla di “ricerca dell’unità”.
Nei sei mesi passati, quando l’unità politica del PD poteva essere ri-conquistata con una chiara e netta “discontinuità” con il recente passato, con un cambiamento di cultura politica e di rappresentanza, il Segretario del PD locale ( Segretario di quanta parte del PD?) si teneva al riparo, in silenzio, dietro i “guastatori” difensori del dissesto, del ” quasi tutto va ben, madama la marchesa” e ora se ne fa imbarazzato portavoce, continuando comunque con la stessa canzone “…..ma che colpa abbiamo noi?”
Dispiace, e molto, che giovani che avrebbero dovuto essere in prima fila per esigere una netta discontinuità con il passato e per far piazza pulita degli errori commessi, e noi avremmo applaudito, si siano invece accodati ai titolari di un potere fallimentare, lusingati di ricevere da loro una interessata investitura.
E dove era il Segretario in pectore quando, il 4 gennaio u.s., quelli che lo hanno votato hanno rifiutato persino la proposta della Segreteria regionale del PD, condivisa da Area Democratica, che aveva proposto un “documento sulla discontinuità” che avrebbe creato le premesse per una ricomposizione unitaria del Partito?
Anche allora, silenzio, una presenza nascosta dietro le quinte.
Purtroppo, non è solo la memoria che manca, ma è l’ostinazione a perseguire su quella linea che toglie credibilità alle affermazioni di una unità politica, di volontà di condivisione, fatte di sole parole.
Ora siamo addirittura alla più totale disinvoltura politica.
Dopo aver deliberato il 5 marzo u.s. le “primarie di partito”, con una sparuta partecipazione di presenti, a distanza di quattro giorni il Segretario si avventura sulle “primarie di coalizione”, facendo finta di non sapere che la frangia di Partito che lui dice di rappresentare non è in grado di stare in una coalizione per il semplice fatto che la ” discontinuità negata” è lo spartiacque tra il prima e il dopo, tra chi ha fatto l’esame critico come presupposto per cambiare e chi semplicemente intende catturare l’elettorato, perché tutto resti come prima.
Chi non fa “discontinuità”, con tutta la serietà e tutte le dovute conseguenze, non ha le carte in regola per parlare di unità del PD e neppure per dialogare con una coalizione che nasce proprio per produrre una discontinuità nella cultura di governo per Castiglion Fiorentino.
Ce ne dispiace, ma contano i fatti e non le parole.
Forse, il giovane Segretario deve ancora capire, e farsene una ragione, che Area Democratica è Partito Democratico, è la sua componente che può ricercare intese con altre forze politiche democratiche e altri raggruppamenti sociali proprio perché marca una distinzione con il passato e fa propri i principi e le idealità che sono alla base del Partito Democratico.
L’unità del Partito è un bene prezioso ” come la pupilla dei nostri occhi”, ma bisogna che le pupille siano senza veli e senza infingimenti.
Noi, di Area Democratica, lavoreremo sempre per l’unità del Partito, ma nella chiarezza dei principi e nella coerenza delle scelte.
Sarà possibile ritrovarsi tra iscritti allo stesso Partito e fare politica insieme, quando anche gli altri avranno fatto i passi che con dolorosa e severa autocritica ha compiuto Area Democratica, in nome e per conto delle idealità del Partito Democratico.
Area Democratica