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Carini: “Sanità aretina, potenziare le equipes mediche e migliorare la viabilità”

Le recenti difficoltà riscontrate dal Pronto Soccorso dell’Ospedale San Donato di Arezzo, dovute ad un ingente (ma prevedibile) afflusso di utenti in questo periodo di picco influenzale, ci porta a fare alcune necessarie riflessioni sulla efficacia della tanto pubblicizzata riorganizzazione della sanità aretina.

 

La prima riflessione riguarda la questione annosa della carenza del personale medico. E’ sotto gli occhi di tutti che, a causa del mancato turn over, ad oggi al San Donato di Arezzo manchino circa una sessantina di posti, soprattutto infermieri. Sappiamo tutti che la nuova Asl deve rispettare il vincolo economico di diminuzione del costo del personale pari all’1,4%, rispetto alla spesa delle tre Asl separate nel 2004, ma, riteniamo che debba avere pur l’obbligo di mantenere un servizio sanitario efficiente, che garantisca le necessità dei cittadini e la dignità lavorativa degli operatori, senza costringerli a turni e ritmi stressanti, che danneggiano la qualità del loro servizio quotidiano. Capita infatti che nei periodi di maggior richiesta di interventi, il personale sia costretto a vivere una situazione di forte pressione, dovuta agli eccessivi carichi di lavoro.

Il personale del Pronto Soccorso del San Donato non è a pieno regime ed anche le unità prese per turni di 4 ore non sono sufficienti a rendere un servizio efficace ed efficiente. Il turno di notte, con 2 soli medici di servizio per ben 94 posti letto, continua ad essere una criticità estremamente grave, che deve essere risolta. Dati alla mano, c’è stato un aumento di circa 3000 utenti dal 2015 al 2016, vale a dire una media di 10 persone in più di cui il pronto soccorso deve prendersi cura. E’ proprio sulla base di questi dati che l’intervento di Desideri, che ha garantito 8 porti letto e 5 infermieri in più, benché apprezzabile ed utile nel breve periodo, ci sembra però piuttosto un tentativo di tamponamento di una urgenza che oramai è diventata quotidiana.

Occorre una progettualità diversa, che accanto agli obblighi di risparmio delle spese, sia garante della salute e dei bisogni dei cittadini aretini e delle nostre vallate. Problemi che si riscontraanche in Valdichiana, dove l’Ospedale della Fratta, a fronte della grande professionalità e disponibilità umana del proprio personale, vive ormai da anni la cronica mancanza di anestesisti, con conseguente allungamento delle liste di attesa e problemi relativi allo svolgimento della chirurgia d’urgenza. Si vuole spostare la chirurgia d’urgenza tra Nottola ed Arezzo? Ok, allora dobbiamo potenziare l’equipe medica, in modo che sia in grado di soddisfare tutte le domande. In Casentino c’è stata poi la chiusura del Punto Nascite, ma ad oggi si riscontrano ritardi nella creazione della “piastra dell’emergenza”, che dovrebbe garantire h24 un funzionamento efficiente per le emergenze, pur in assenza della chirurgia d’urgenza.

La seconda riflessione riguarda un elemento che spesso passa in secondo piano: la viabilità. In un progetto di integrazione sanitaria funzionale tra le varie zone, risulta quanto meno fondamentale lavorare di pari passo nel rafforzamento e miglioramento delle vie di comunicazione. La qualità e la tempestività del servizio o vanno di pari passo, o non funzionano. Insieme al potenziamento delle equipes mediche, che garantirebbe un servizio integrato di altissimo livello, vanno garantite anche arterie stradali scorrevoli e strategiche, che uniscano i vari punti di riferimento sanitari con tutta la provincia. Oggi, una partoriente che debba partire da Bibbiena per arrivare ad Arezzo impiega un’eternità (i ritardi nella costruzione della variante di Santa Mama rappresentano un’ulteriore criticità che non è più accettabile).

Rafforzamento delle equipe mediche e della viabilità sono due necessità fondamentali ed improrogabili per riuscire davvero a rendere efficiente la riorganizzazione del distretto sanitario aretino. Il blocco del turn over che oggi grava sul personale sanitario, la riduzione selvaggia dei posti letto, una rete di cure intermedie disarticolata e il conseguente moltiplicarsi degli accessi nei Pronto Soccorso in perenne rischio collasso, rendono facile immaginare che il sistema si vada avviando verso un concreto pericolo di implosione.

Dobbiamo ricordarci che la salute di tutti noi non ha colore politico. Il diritto alla salute e ad una sanità efficiente deve essere garantito e la politica deve fare la sua parte, per una volta unita per il bene dei cittadini

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti
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