Dopo 12 anni la Cgil riporta operai e impiegati in piazza per difendere lo Statuto dei Lavoratori e l’art.18. Non c’erano sololavoratori e impiegati, c’erano studenti, disoccupati, precari e pensionati, tante persone che vedono nel “job act” l’ennesimo attacco alla propria dignità . L’ art. 18 non vieta infatti al datore di lavoro di licenziare i propri dipendenti, lo sanno i migliaia di lavoratori, che a seguito della crisi o delle delocalizzazioni delle produzioni, hanno perso il posto di lavoro.
L’art. 18 stabilisce che se non c’è una giusta causa o giustificato motivo oggettivo il lavoratore non può essere licenziato, questo avviene nelle aziende con più di 15 dipendenti. La CGIL sostiene che il diritto dell’art.18 deve essere allargato a tutte le aziende . Quello che sostiene e vuole il Presidente del Consiglio Renzi, è che non ci deve essere più un diritto nel lavoro che il lavoratore può rivendicare, ma che nelle aziende chi stabilisce ciò che è giusto o sbagliato è il datore di lavoro così si riprende il suo vero nome ovvero Padrone. Padrone di controllare a distanza i propri dipendenti, padrone di licenziare a proprio piacimento, padrone di ricollocare i propri dipendenti ad altre mansioni con qualifiche inferiori e salari inferiori a prescindere dalla professionalità raggiunta. Insomma un’asta al ribasso, dove invece di dare diritti a chi non ce li ha si tolgono ai vecchi privilegiati, si, i privilegiati da 1000 euro al mese e di questi tempi c’è da star contenti…….. In sostanza vogliono abbassare i salari, questo lo possono fare togliendo i diritti, il lavoratore sarà obbligato, se vuole lavorare ad accettare qualunque condizione che il padrone gli propone.
Attaccando l’Art. 18 e di conseguenza i Contatti Nazionali di Lavoro, si nega progressivamente la libertà di esprimersi, di reagire e contrattare nei posti di lavoro, si crea una nuova fabbrica, dove eliminati i diritti prevale l’interesse e il bisogno individuale, allora sì che i creeranno privilegi, stabiliti dal padrone, che farà lavorare chi vuole, che deciderà in maniera autonoma senza confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori per stabilire chi ha diritto e chi no. Mi pare che l’Italia aveva già vissuta questa condizione, e con le lotte sindacali ne era uscita, ma la memoria è corta.
A Roma non poteva mancare la Cgil della Valdichiana, partita prima dell’alba da Camucia con due pulman che si è unita ad uno dei due cortei confluiti poi in Piazza S.Giovanni, una manifestazione colorata di rosso, si parla di oltre un milione di persone, sia la piazza principale che quelle limitrofe erano gremite di gente, con molti di loro che non sono riusciti nemmeno a vedere il palco dal quale sono intervenuti vari delegati di tutt’Italia, con le conclusioni di Susanna Camusso segretaria generale della CGIL
Cgil valdichiana
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