In alcuni degli articoli apparsi su i giornali locali, sull’analisi del voto per le elezioni comunali a Cortona, ci si è chiesti il motivo della perdita di voti sostanziale da parte di Rifondazione Comunista, “cosa è successo”? Credo che sia doveroso da parte del sottoscritto cercare di darne una spiegazione, forse sarebbe meglio dire “cosa sta succedendo”. È doveroso non per cercare di sollevare da responsabilità altri, ne per anteporsi all’attuale segretario, ma perché quello che oggi sta accadendo nel PRC Cortonese, fa parte di un progetto politico, umile, piccolo, ma che si propone di poter veramente interpretare il nome stesso del Partito “Rifondazione”.
È doveroso perché ho preceduto Andrea Mazzeo nella funzione di segretario; quando i miei compagni mi chiesero di svolgere quell’incarico , cercai di spiegare loro che non sarei stato in grado di interpretare quel ruolo come da tradizione, che ci potrebbe essere stato pericolo di perdita di consensi usuali .
Svolsi il compito di segretario nel pieno del periodo della nostra presenza politica nell’amministrazione comunale; pur non sentendomi immedesimato in quel forte abbraccio tra futuro Sindaco e il nostro Consigliere comunale, che contraddistinse l’immediata vigilia delle amministrative del 2009, cercai di svolgere la mansione con rispetto dell’Istituzione e delle persone. Era , e purtroppo è ancora, ormai definita una crisi strutturale che colpiva forte quelle economie deboli e legate essenzialmente all’edilizia.
Cercai di sollecitare attenzione e richiamai a incontri e dibattitti per ricercare, sicuramente assieme alle associazioni di categoria, possibili sbocchi o alternative per una economia locale che non poteva focalizzarsi quasi esclusivamente sul riciclo del consumo interno, che non poteva essere sufficiente il turismo di breve periodo.
Ma La prudenza, avvolte, non aiuta a aprire ne porte ne tavoli.
Mi resi conto della mia incapacità di dare forza e attenzione a iniziative che volevano approfondire argomenti basilari per il bene comune.
Mi resi conto anche che, con le discussioni e gli studi interni al Partito, i ragazzi erano cresciuti politicamente e credevano in quello che dicevano.
Chiesi loro di mettersi in gioco, anche se forse troppo presto, e provare a costruirsi il loro futuro politico da attori e non subalterni; ponendosi l’obiettivo , non solo di “Rifondazione” , ma anche di dare un “senso” e un “come” essere ancora Comunisti oggi.
Alla stima riconosciuta a questi ragazzi nello svolgimento dei dibattiti preelettorali delle ultime amministrative, non è corrisposto il risultato nell’urna.
Siamo coscienti del peso , sia positivo che negativo, del fardello storico che ci accompagna; ma Il nostro percorso proseguirà con questo indirizzo, quindi con la continuità dell’impegno attento alla ricerca di sviluppo sociale del territorio. Non ce ne vogliano i vecchi cari compagni , ma il mondo cambia nel bene e nel male, forse dovrà cambiare anche il modo di essere comunisti, forse proprio affidando il futuro a chi il futuro se lo deve costruire.
Walter Tiberi