Sono da sempre nel Comitato di Cortona, fin da quando la vicenda Renaia si impose con tutti i controsensi che l’avvolgevano. La nostra presenza fu da subito minimizzata (ci dissero che saremmo durati al massimo due settimane) e ridicolizzata: il comitato del NO, questo fu il nome con cui hanno voluto contraddistinguerci. Credevamo e crediamo fortemente nelle istituzioni: allora eravamo convinti che l’amministrazion comunale non sarebbe stata cieca e sorda, ma quando ci siamo resi conto che solo le nostre proteste, i nostri “no”, non bastavano, abbiamo capito che avevamo le carte in regola per proporci per un nuovo modo di fare ed in maniera diversa, con la consapevolezza che era ora di cambiare.
E’ per questo che siamo diventati una lista civica, non basta dire di no, bisogna fare e noi ne siamo in grado.
Il partito che ha governato in questi anni ha una visione del territorio nel suo insieme? No! Noi sì. Il partito che ha governato in questi anni conosce le enormi potenzialità del contesto in cui viviamo? No! Noi sì.
Per l’attuale amministrazione comunale esiste solo Cortona gioiellino, con il suo MAEC ed i suoi vicoli, un mix festival per fare un po’ di scena e poi il nulla. Cortona città del silenzio. Eppure non c’è solo il MAEC…. il nostro territorio ribolle di storia, ma a chi interessa? A chi ha giovato seppellire sotto al cemento il patrimonio etrusco di Camucia che avrebbe potuto riscrivere la storia? Che fine hanno fatto le strade basolate romane?! E le pievi? Quante nel territorio raccontano una storia millenaria? E i luoghi delle leggende come il Macigno, la fonte di Annibale, il Remo Piantato… chi li conosce? Quali sono i grandi personaggi di Cortona? Ci basta Jovanotti?
Il gruppo politico che ha amministrato Cortona in questi lunghi anni ha dimenticato da sempre le frazioni ed il territorio limitrofo: se ne ricorda soltanto in tempo di elezioni. Camucia, che un consigliere comunale definì la periferia di sé stessa, Pietraia, Montanare, Mercatale e tutte le altre non esistono nei piani dell’amministrazione se non per farne scempio.
Una centrale a biomasse? Va bene Renaia! Una a biogas? Va bene Pietraia! Cosa importa se poi Pietraia non ha nemmeno l’acqua? L’importante è che ci sia il turismo a Cortona, che Cortona sia citata tra i paesi più belli da vedere..
tanto i turisti mica ci vanno a Pietraia! Mi sono sempre chiesta a chi giova il turismo, questo turismo: sicuramente agli albergatori, ai proprietari di agriturismi e B&B, ai bar, ai ristoranti che in estate fanno affari d’oro; ma alla
popolazione normale, cosa ne viene? Caos, traffico, mancanza di parcheggi e il nulla durante
l’inverno. Perché il turismo non può diventare occasione di crescita per tutti? !
I modi ci sono!!! Tanti, tantissimi!
Eppure vengono ignorati perché questa amministrazione comunale, con le sue lobby, basta a se’ stessa.
Mancano centri di aggregazione, possibilità di incontro, momenti di crescita, occasioni di lavoro, formazione. Tutto questo non è mai interessato al “grande partito” che si è autocompiaciuto dei titoli dei giornali. La forma è una cosa, la sostanza è altra. Prendiamo ad esempio Montanare, dove io vivo. La vecchia scuola è stata svenduta, i guadagni investiti chissà dove. Qui non se ne è visto traccia.
La forma è una cosa, la sostanza è altra.Prendiamo ad esempio Montanare, dove io vivo.
La vecchia scuola è stata svenduta, i guadagni investiti chissà dove. Qui non se ne è visto traccia.
L’unico punto di aggregazione è del gruppo dei cacciatori che lo mettono a disposizione di chi ne fa richiesta: un campetto da calcio per il torneo estivo, una cucina e un bar che però funzionano solo un mese d’estate.
Un consigliere SEL in passato aveva promesso una pista ciclabile che da Montanare arrivasse lungo l’Esse fino a Camucia. Poteva essere un’occasione per i ragazzi del posto e per favorire i loro spostamenti autonomi, oppure per un turismo alternativo che sceglie di conoscere in maniera ecologica il nostro territorio: purtroppo se voglio andare in bici fino a Camucia devo partire da Piazzano.
Questa richiesta è trascurabile, perché gli utenti di Montanare sarebbero ben pochi: ma perché vengono trascurate le possibilità di favorire nel territorio piste ciclabili e percorsi alternativi?!
Manca l’informazione: lungo la strada c’è un enorme cartello in ferro sul quale si trova di tutto, dagli
annunci mortuari alle liste elettorali. La bacheca del PD però non manca.
Non solo a Montanare manca l’informazione. Manca in tutto il territorio: io non so cosa succede a Cortona o altrove, a Teverina come a Mercatale, è più facile che sia il sito di un giornale on line a fornirmi le informazioni che non quello del comune.
Io non so.
Manifestazioni, feste, incontri…. a Montanare non arriva nulla di quella che è l’informazione locale,
manca il confronto, l’incontro.
Le frazioni sono separate dal “gioiellino”….
Basta pensare all’Archidado: è una festa cortonese, non so nemmeno se come frazione entro in un terziere.
Ma che importa delle frazioni? Lasciamo Cortona risplendere mentre piano piano si spopola,mentre i suoi negozi hanno scritte in inglese per i turisti ed i locali dove si beve sono più di quelli in cui si fa cultura.
Arte, artigianato, agricoltura, aggregazione, queste sono le parole chiave.
Favorire e promuovere un’intelligenza collettiva che conosca e valorizzi le ricchezze locali e le potenzialità del nostro territorio: questo è il nostro obiettivo.
Mi chiamo Alessandra Valdarnini, ho 52 anni, vivo a Montanare insieme ai miei due figli di 17 e 13 anni e ad una tribù, eterogenea ma armoniosa, di animali.
Nel 1982 (ero giovanissima) sono entrata in ruolo nella scuola elementare tramite concorso ordinario e da allora ho insegnato nel Circolo Didattico di Castiglion Fiorentino prima e di Terontola poi. Da 13 anni presto servizio presso la scuola di Pergo.
Sento fortemente le responsabilità connesse al mio lavoro per le enormi potenzialità e per la grande varietà del capitale umano che mi trovo a gestire. Questa professione mi ha messo nella condizione di dover imparare io per prima e continuamente, mi ha costantemente obbligato a rimettermi in discussione, a confrontarmi, a crescere, a cercare e proporre nuovi modi per trasmettere abilità e conoscenze ai bambini di cui ero e sono responsabile.
Citando un mio amico, “se insegno oggi come ho insegnato ieri, privo i bambini del loro domani”.
Mi considero un’operaia nel settore dell’istruzione, houna visione della scuola come un’officina per
costruire un sapere trasversale e permanente.
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