Sono da poco eletto presidente dell’assemblea provinciale del Pd, sorpreso e determinato. Ringrazio il nuovo segretario Massimiliano Dindalini per la fiducia e saluto con affetto il segretario uscente, Marco Meacci, mio segretario da quando ho preso la prima tessera affascinato dal nuovo viaggio, destinazione Italia Nuova, di Walter Veltroni. Il mio compito è quello di facilitare lo svolgimento dei lavori e m’impegnerò perché un organo così ampio e rappresentativo per territorialità, sensibilità e genere possa dare il suo contributo alla vita politica di questa provincia ed essere di riferimento alla segreteria di partito.
Per essere utile e partecipata dovremo sforzarci a trovare modalità, tempi e temi adeguati. La sua composizione è ambiziosa: a cascata dai membri del parlamento, amministratori regionali, provinciali, sindaci dei vari comuni, segretari e semplici iscritti dei tanti circoli locali, vera anima e motore di questo partito, gente che sta in trincea tutti i giorni, che vive in prima persona i problemi sempre crescenti, a volte angosciosi, che anni di governi scellerati ci hanno dato in eredità.
Si è abusato della metafora del carro, quest’assemblea deve spingerlo insieme con passione e responsabilità: su quel carro ci stanno tutte quelle donne e uomini che noi rappresentiamo, ci sta l’Italia per bene che ha paura, che lotta, lavora, sogna… Nonostante tutto crede in noi, crede nella politica. Dobbiamo farcene carico. Un grande partito, come io sono convinto lo sia il PD, si pone davanti grandi sfide, un grande partito guarda lontano verso il futuro senza perdersi in sofismi e senza farsi disorientare dai primi venti, un grande partito non può frenarsi o indugiare tra eccessi di strategie e cervellotiche burocrazie, un grande partito non si deve spaventare ad uscire dalle proprie stanze e incontrare la gente, mettersi in ascolto provando ad intercettare come i tempi, con le evoluzioni sociali e tecnologiche, ci abbiano cambiato. Un grande partito deve avere bene impresso in testa da dove viene, il sapore e il valore delle sue radici, ma un grande partito immobile non serve a nessuno: “se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”.
Dobbiamo avere il coraggio di essere per davvero il Partito Democratico
Albano Ricci
Presidente dell’assemblea provinciale di Arezzo
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…
View Comments
sono un delegato all'assemblea provinciale e mi congratulo con il neopresidente; dopo aver letto le sue note sull'amato "Pollo", mi permetto sommessamente di condividere con lui il dettato costituzionale che definisce un partito strumento degli associati per determinare la politica del Paese; penso quindi che concordi con me nel ritenere che non di partito si debba più parlare, magari riorganizzato e più "democratico", ma prevalentemente dei suoi iscritti e dei cittadini tutti, ché vincere o perdere è meno importante, paradossalmente, che rappresentare la popolazione.