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Ai Comuni non mancheranno un po’ di manovali?

I comuni hanno poteri limitati, risorse minime, pochissima manovalanza e mezzi inadeguati. Partendo da questo presupposto, i sindaci non possono essere paragonati a amministratori delegati, ma a amministratori condominiali, che fanno quello che possono. La diffusione dei mezzi di stampa, dei blog hanno reso più trasparente l’azione dei sindaci, permettono una maggiore velocità nelle informazioni, ma possono essere fini a se stessi, se i problemi non vengono risolti.

Questa sovraesposizione mediatica abbaglia i cittadini che scambiano la realtà con i comunicati. I problemi sono sempre esistiti e anche le nevicate, come i dipendenti pubblici bravi e quelli meno bravi.

Da cittadino e da amministratore senza portafoglio, come dico io in risposta al sindaco di Cortona, mi chiedo: non mancheranno manovali? Perché le amministrazioni pubbliche sono efficienti per quanto riguarda i quadri amministrativi, ma non sono in grado di avere stradini, muratori e carpentieri? Perché? Sarà solo responsabilità dell’ideologia europea del Patto di stabilità interno che ha depresso con l’inflazione, i consumi e la possibilità di lavoro introdotta dai governi degli anni Novanta in Europa (per intendersi da Prodi in poi) e ha impoverito le popolazioni europee?

Credo che esistono delle specificità di ogni singola amministrazione. Non so se conosco quella del Comune di Cortona, ma mi voglio spiegare meglio. Perché e in virtù di quale normativa alcuni dipendenti del Comune, per esempio della scuola, sono inquadrati in modo differente rispetto agli stessi dipendenti della scuola di comuni limitrofi? Voglio approfondire: è nota dalla stampa la diatriba tra amministrazione e vigili urbani del Comune di Cortona. I vigili accusano gli amministratori di non avergli pagato gli straordinari adeguatamente. L’amministrazione comunale afferma che in forza di questa o quest’altra normativa possono agire così. Mentre i Comuni limitrofi per le stesse situazioni si comportano in modo differente.

Infine mi chiedo se la mancanza di dipendenti pubblici in determinati settori non sia dovuta esclusivamente al patto di stabilità, ma ad una scelta deliberata o inconsapevole o in buona fede di chi li amministra di trasferire da un settore più pesante e logorante dal punto di vista del lavoro manuale a quello impiegatizio più leggero dal punto di vista fisico, fatto salvo che ogni dipendente può salire di livello attraverso concorsi interni, che permettono liberamente ai più capaci di migliorare la propria condizione lavorativa e di avere uno stipendio migliore.

Volendo dare una risposta credo che la normale progressione del lavoratore nella pianta organica di un ufficio pubblico sia stata a un certo punto bloccata dalle leggi di stabilità e che quindi gli operai non possano essere sostituiti da altri operai. Ma qualcosa non mi torna e qualcuno dovrebbe spiegarmelo.

Queste considerazioni le propongo alla luce di quanto detto dallo scrivente e di quanto è stato scritto a proposito dei disagi a seguito della nevicata!

Daniele Monacchini, consigliere comunale, amministratore senza portafoglio e delega e, per fortuna, senza partiti alle spalle

Redazione

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  • Caro Daniele,
    ti confesso che non sono certo di avere ben compreso il senso ultimo di ciò che scrivi. Ho deciso comunque di rispondere, perché mi è sembrato un articolo diverso dal solito, teso più ad aprire un ragionamento piuttosto che a scatenare il solito sterile gioco delle parti. Partiamo dagli esempi che porti. Per quanto riguarda l'inquadramento di alcuni dipendenti della scuola (più precisamente dell’Asilo), devo dire che si tratta di una questione che risale, se ricordo correttamente, alla fine degli anni ’80. Francamente non ne so molto, ma a quanto mi è stato riferito si tratta di una discrasia prodotta dal collidere di normative regionali con quelle nazionali (tipico contrasto istituzionale in un Paese che ha troppi centri legislativi e spesso produce troppe leggi che a volte si contraddicono le une con le altre). Per quanto riguarda le questioni attinenti il pagamento dello straordinario della Polizia Municipale, devo dire che invece è tutto molto chiaro, infatti le buone ragioni dell’Amministrazione sono state sancite da formali sentenze del Giudice del Lavoro. Pertanto, se in altri Comuni si agisce diversamente che a Cortona, si può a buon diritto affermare, senza tema di smentita, che stanno sbagliando ”de iure et de facto”. Infine veniamo al cuore del tuo ragionamento. E’ vero che mancano operai nel Comune di Cortona? Te lo confermo. Questo problema è dovuto a diversi fattori, a cominciare dal sostanziale blocco delle assunzioni che non ha permesso la sostituzione dei pensionamenti avvenuti negli ultimi cinque anni (cd. blocco del turnover). In realtà questo fenomeno, a mio giudizio, ha interessato tutte le qualifiche e i livelli della pubblica amministrazione, basti pensare che il Comune di Cortona ha avuto fino a 230 dipendenti ed oggi ne ha 176, ma è nella categoria lavorativa da te richiamata che diventa sempre più evidente e dannoso, soprattutto in momenti di emergenza come quello che stiamo attraversando a causa di fenomeni meteorologici eccezionali. Va anche considerata la cosiddetta mobilità interna e cioè l’opportunità offerta al dipendente pubblico (positiva a mio giudizio) di salire di qualifica nel corso della carriera lavorativa, tramite concorsi interni . Anche in questo caso purtroppo il divieto legislativo di effettuare nuove assunzioni in sostituzione di coloro che assurgono a più elevato incarico, concorre a causare i problemi da te rilevati. Ti ringrazio dunque Daniele per avermi dato l’occasione di spiegare, seppur solo in parte e in maniera necessariamente abbreviata, alcune delle dinamiche negative provocate negli Enti Locali da leggi improvvide e tagli indiscriminati.

  • la questione sollevata da Daniele attiene, a mio parere,al problema più generale e purtroppo mai organicamente neppure esaminato da nessun parlamento della repubblica italiana, quello dell'inquadramento e della gestione del personale della amministrazione pubblica, in ogni sua articolazione, pensata come se l'obiettivo strategico del pubblico dipendente fosse quello di dare un servizio alla comunità dei cittadini e contribuire allo sviluppo del paese, piuttosto che prendere uno stipendio, restituendo consenso alle forze politiche; mi auguro che i licenziamenti greci facciano maturare l'opinione pubblica e che questo governo, affrontando la riduzione del debito pubblico, abbia il coraggio di intervenire con mano pesante e cognizione di causa sulla razionalizzazione della gestione dei 3.500.000 dipendenti pubblici pagati dai lavoratori e dalle imprese, per fare male quello che farebbero in una impresa normale in due milioni

  • Pur condividendo l'effermazione del Signor Bellincampi a proposito del fatto che nessun governo ha voluto mai prendere di petto il problema degli organici pubblici per vari motivi (se vogliamo in primis anche elettoralistici) mi sento in dovere di sottolineare che siamo giunti a questo punto anche a causa del fatto che nessun partito politico ha mai avuto il coraggio di sostenere le varie proposte, avanzate negli anni, dalla C.G.I.L. che partivano dalla necessità di effettuare una verifica sui carichi di lavoro che ogni singoli dipendenti svolge nei vari enti pubblici. Invece di deliberare tagli e blocco delle assunzioni in modo indiscriminati minacciando, a varie riprese, licenziamenti prima dal governo Berlusconi poi anche dall'attuale, come ricordava il Signor Sindaco. Tagli e probabili licenziamenti che ancora una volta agiranno in modo indiscriminato. Impedendo di verificare se il personali pubblico è correttamente rapportato in base ai servizi che ogni ente eroga:ad esempio nei comuni in base al numero degli asili nido presenti, alla qualità dei servizi sociali offerti, alla lunghezza delle strade comunali (e mai come ora che nevica questo dato è fondamentale) ecc. Solo così potremmo evitare che il lavoro pubblico gravi su una piccola parte di dipendenti ( che si prendeno quotidianamente dei lavativi)mentre altri, in molti casi veri lavativi, vengono utilizzati per curare e garantire gli interessi elettorali di Sindaci, Presidenti, Consiglieri, onorevoli e Ministri. Chi avrà il coraggio, la forza e la volontà di fare ciò? Solo allora forse possiamo affermare con certezza che il lavoro svolto attualmente da oltre tre milioni di dipendenti pubblici può essere svolto con soli 2.000.000 di dipendenti.

  • Ringrazio il sindaco per i chiarimenti e ringrazio giancarlo e valter per l'approfondimento sull'argomento. anche oggi purtroppo con questa nevicata i comun e i suoi cittadinii sono messi in difficolta'

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