L’incredibile successo dei referendum può essere esemplificato dal dato della partecipazione al voto raffrontato con quello delle ultime tornate elettorali nelle quali si è votato in tutta la provincia di Arezzo. Ebbene nella provincia di Arezzo ai referendum 2011 ha votato circa il 61% mentre alle elezioni regionali del 2010 ha votato circa il 62% e al ballottaggio per il Presidente della Provincia di Arezzo del 2009 ha votato solo il 44%.
Al dato della partecipazione si aggiunge lo straordinario successo dei
SI pari ad oltre il 95%. Insomma la stragrande maggioranza dell’intero
corpo elettorale ritiene che l’acqua debba essere gestita con modalità
totalmente pubbliche e che su di essa non vi si possa fare profitto.
Il messaggio dei cittadini non potrebbe essere più chiaro e la sua
dimensione certifica l’assoluta trasversalità del voto, che quindi,
evidentemente, ha coinvolto i cittadini di tutti gli orientamenti
politici. Si potrebbe sintetizzare dicendo che il popolo sovrano si è
espresso in modo forte e univoco.
Ma attenzione: il messaggio è rivolto non solo alle istituzioni e ai
partiti nazionali, ma anche alle istituzioni e ai partiti locali.
Dai partiti nazionali e dal Parlamento ci aspettiamo una legge
rispettosa del pronunciamento dei cittadini: la gestione del servizio
idrico dovrà essere effettuata solo con modalità totalmente pubbliche.
Ci aspettiamo, naturalmente, anche una normativa che consenta in tempi
brevi il ritorno alla gestione pubblica per quelle realtà sfortunate
che hanno già sperimentato sulla loro pelle gli effetti negativi della
gestione privatizzata dell’acqua; Arezzo in primo luogo. La base di
partenza della nuova normativa non potrà che essere la proposta di
legge di iniziativa popolare promossa dal Forum italiano dei Movimenti
per l’acqua pubblica e sottoscritta da oltre 400 mila cittadini
nell’anno 2007 e ancora giacente in Parlamento.
Dalle istituzioni locali, dai Sindaci in primo luogo e dai partiti
politici locali, ci aspettiamo decisioni conseguenti alla chiara
indicazione dei cittadini. In particolare ci aspettiamo che i sindaci
dell’ATO 4, senza aspettare normative nazionali, dichiarino decaduto
il contratto che li lega a Nuove Acque e ai privati guidati dalla
multinazionale francese Suez. I presupposti ci sono tutti: persino gli
avvocati dell’ATO 4 hanno certificato che con il recente illegittimo
ingresso di ACEA nella compagine privata di Nuove Acque (che
ricordiamo era arrivata ultima nella gara per la scelta del socio
privato del 1999), può essere dichiarata decaduta la concessione; cosa
che consentirebbe la ri-pubblicizzazione del servizio idrico integrato
aretino senza pagare alcuna penalità ed anzi pretendendo un
risarcimento dai soci privati, i quali hanno palesemente violato
disposizioni contrattuali che erano tenuti a rispettare.
La politica locale a questo punto non ha più scuse: o fa quello che i
cittadini chiedono e che le condizioni oggettive aretine consentono,
oppure si dimostra inetta e solo opportunista. I movimenti, le
associazioni e i cittadini che si sono mobilitati per i referendum per
l’acqua pubblica avvertono fin da subito che non perdoneranno
tentennamenti e furbizie.
Intanto, tuttavia, la buona notizia e che con l’abrogazione del
profitto sulla gestione dell’acqua (quesito n. 2) dal totale degli
incassi che Nuove Acque ottiene con la riscossione delle bollette
dell’acqua dovranno essere tolti annualmente circa 6 milioni di euro
che quindi torneranno nelle tasche dei cittadini aretini. Il dato è
quello ufficiale del Piano di Ambito predisposto dall’ATO 4.
Infine vogliamo ringraziare tutti i cittadini che si sono recati alle
urne. Con la loro partecipazione hanno dimostrato che su temi e
principi fondamentali per la vita non sono disposti a delegare a
nessuno. Ringraziamo naturalmente anche tutti gli attivisti – e sono
state alcune centinaia nella provincia di Arezzo – che in questo
ultimo anno fra raccolta firme, assemblee, volantinaggi etc. sono
stati protagonisti di una straordinaria esperienza che rimarrà nella
storia politica di questo Paese.