Nei giorni scorsi su questa testata giornalistica sono apparsi due interessanti articoli di “Il San Severo” e “Bastian Contrario” sull’esito del voto amministrativo dei quali ho condiviso largamente il contenuto.
Sono arrivati precisi ed inequivocabili segnali da parte dell’opinione pubblica che, se ha imparato a conoscere i costi elevatissimi di questa classe politica inconcludente e squalificata, non ne comprende più, con il suo commissariamento, la funzione e ne disconosce le prerogative.
Se quattro elettori su dieci hanno disertato i seggi elettorali, se c’è stata la moltiplicazione delle liste civiche ed i partiti tradizionali sono in lenta ed irreversibile crisi d’identità, se la gente non percepisce più le differenze tra i due maggiori schieramenti …. ci sarà pure una ragione. Tanto per cominciare, la frammentazione del voto ci dice che l’Italia non è “bipolare” e qualunque riforma elettorale in questo senso sottrae a molti cittadini la possibilità di essere rappresentati e garantisce unicamente il P.D con la “Elle” e il P.D. senza “Elle”.
La riduzione dei seggi nei Consigli Comunali non comporta alcun beneficio per le esangui casse dei comuni ma serve soltanto a togliere di mezzo tutte le voci dissonanti e quanti si ostinano a cantare fuori dal coro. I Consiglieri Comunali a Cortona da 20 passano a 16 e, con un gettone di presenza di 20 Euro, è veramente impossibile spacciare scelte vergognose e liberticide per un autentico contenimento dei costi della politica che continuano ad essere elevati e sono obiettivamente altri.
Negli anni ’80 sono stato Consigliere Comunale di Cortona per il Movimento Sociale Italiano. All’epoca i livelli istituzionali erano senz’altro più complessi e variegati: c’era la Regione, la Provincia, un Comune con 30 Consiglieri, l’Associazione Intercomunale, che si riuniva periodicamente a Foiano e della quale non ho mai compreso la funzione, nove Circoscrizioni con altrettanti presidenti che percepivano il loro gettone di presenza, la “24”, una delle 40 USL Toscane, con un Comitato di Gestione super lottizzato dai partiti che produceva episodi raccapriccianti e scandalosi di clientelismo politico.
Di questo decentramento elevato all’ennesima potenza per fortuna è rimasto poco o nulla ma non è giusto che migliaia di cittadini non possano avere voce ed essere rappresentati.
A Castiglion Fiorentino è stato fatto rilevare che il Sindaco è stato eletto con il 22% dei voti ed è stata riconsegnata l’Amministrazione alla parte politica che l’aveva portata al fallimento. Liste con il 9% dei voti non avranno alcun rappresentante: è giusto? Si sta parlando di un Comune con meno di 15.000 abitanti per il quale non è previsto il ballottaggio e diventa Sindaco il candidato collegato alla lista che prende più voti. Ma non è il più la Castiglion Fiorentino del 1993 che andava al voto per la prima volta con il nuovo sistema elettorale e vedeva la presentazione di tre sole liste, una di Centro, una di Sinistra e quella del Movimento Sociale che rientrò trionfalmente in Consiglio Comunale dopo venti anni con l’ottimo Federico Zucchini.
La frammentazione del voto e la ripulsa per i partiti boccia e ridicolizza per manifesta inadeguatezza questa legge elettorale che si proponeva di spazzare via quanti sono privi di “gioiosi apparati di partito” ma sono capacissimi di entrare nel cuore della gente. Qualcuno è in grado di spiegarmi come si concilia la segretezza del voto con la sottoscrizione pubblica di una lista visto che è necessario raccogliere le firme per potersi presentare?
Sono stato candidato a Sindaco per la “Lista Insieme per Cortona” nel 2000 e nel 2005. Ho sempre superato agevolmente lo sbarramento del 3% dei voti attestandomi oltre il 4%. Nel 2000 sulla mia candidatura a Sindaco confluirono 599 voti, i voti di lista furono 528, l’ultimo Consigliere fu attribuito al Partito democratico con 535 voti. Imparammo a conoscere gli effetti del voto disgiunto, di quell’autentica diavoleria che consente, nei comuni sopra i 15.000 abitanti, di poter votare un candidato a Sindaco ma anche la lista di un’altra coalizione. Per fregare gli elettori andarono a dire: “Votatelo come sindaco ma votate la nostra lista….”, dimenticando di spiegare che sono proprio i voti di lista e non quelli dati al Sindaco a determinare il quoziente per ottenere seggi. Mi furono annullati molti voti perché non avevo rappresentanti di lista nei seggi e fu assolutamente complicato spiegare ai tantissimi che mi avevano votato che non li avrei potuti rappresentare in alcun modo. Alla Sinistra andarono tredici dei venti seggi, uno in più dei dodici previsti, seguì un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale e poi al Consiglio di Stato con una trafila lunga, dolorosa e solitaria che ho voluto percorrere non per finalità personali ma unicamente per dare una voce a chi non l’avrebbe avuta.
Credo che una qualunque Democrazia debba agire ed adoperarsi per garantire rappresentanza ai cittadini… non per sottrarla. La fuga dai seggi, massiccia e preventivata, è già iniziata e i partiti non sanno più che pesci prendere perché qualunque riforma elettorale, con sbarramenti di vario tipo
ed “asticelle” che si alzano pericolosamente ad uso e consumo del potere, rischia di travolgere gli incauti promotori.
Mi viene il mente la Legge elettorale della Regione Toscana con le liste bloccate per garantire l’elezione degli amici degli amici e lo sbarramento al 4% promossa dal PdL, compresi i suoi rappresentanti aretini, e votata in maniera trasversale anche dalla Sinistra. Proprio da questa legge scandalosa deriva quella per le elezioni politiche nazionali con la mirabolante conseguenza di trasformare il Parlamento degli “eletti” in quello dei “nominati” graditi alle oligarchie dei partiti, devoti ed affidabili (ma neanche tanto…) a chi ha disposto il loro inserimento nelle liste bloccate.
Forse è davvero il momento di cambiare pagina, di un’autentica presa di coscienza perché l’allontanamento della gente dalle urne è una tragedia per la Democrazia, un fallimento per la politica, un disastro di credibilità e di fiducia.
Non sono tutti uguali i politici, non tutti rubano, non tutti utilizzano i proventi dei rimborsi elettorali per acquistare lingotti d’oro e brillanti, non tutti comprano lauree in Albania e fanno investimenti a Cipro ed in Tanzania, non tutti indossano elmi con lunghe corna e corrono felici a celebrare riti celtici con bottiglioni di acqua sorgiva.
C’è chi onora la fiducia della gente a prezzo di grandi rinunce e sacrifici personali, impegnandosi quotidianamente per autentica passione politica e non per meschini interessi di bottega. Ma non basta più, bisogna attrezzarsi perché questo non è un civile e leale confronto ma una lotta impari e senza quartiere.
Bisogna imparare a sovvertire tutti gli equilibri perché nessun regime si autoriforma. Bisogna essere più freddi e determinati per rovesciare il tavolo sotto il quale, con le carte truccate e gli espedienti più luridi e consolidati, si celebra l’ultima consunta liturgia di un sistema moribondo e alla frutta.
Mauro Turenci
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credo che il comunicato stampa di turenci abbia colto nel segno..se grillo è il secondo partito italiano..la colpa è dei grandi partiti che hanno ridotto l'italia in queste condizioni e che non hanno saputo governarla,nascondendosi dietro ai tecnici....
cristiano romani
presidente provinciale la destra arezzo