Alla fine Lidia non ce l’ha fatta. Abbiamo sperato fino all’ultimo che la sua straordinaria vitalità l’avrebbe salvata. Con lei se ne va una compagna, una delle figure di riferimento per l’Italia democratica ed antifascista, una delle ultime testimoni dirette della Resistenza, partigiana, pacifista, comunista, ex senatrice della Repubblica con Rifondazione Comunista, femminista da sempre.
Ricordiamo la sua coerenza di donna libera, la sua militanza intelligente, il suo spirito critico, il suo contributo all’elaborazione teorica ed alle lotte, ma anche la sua meravigliosa e contagiosa ironia.
Noi che l’abbiamo conosciuta e condiviso la militanza politica, in tutti questi anni abbiamo sempre potuto contare sulla sua presenza, fisica e morale, lei, sempre pronta a salire su un treno per esserci, che fosse un’iniziativa di partito, della sinistra o dell’Anpi.
Sempre lucida, pronta a raccontare la sua vita, le sue esperienze, la resistenza femminile, la sua preoccupazione per una rimozione collettiva della storia recente. “Sono molto preoccupata, dice in una delle ultime interviste a Repubblica in occasione del 25 aprile 2020,” perché questa storia dell’antisemitismo e i rigurgiti di fascismo non si cancellano mai. Evidentemente non ci siamo occupati sufficientemente di una memoria storica significativa. Sicuramente a me pare ci sia una crisi culturale profonda, vista l’ignoranza che si diffonde e che genera mostri. Sono preoccupata, sì. …Dobbiamo uscire da questo virus, e fare ripartire la politica…. Direi: dopo l’epidemia, ricominciamo dalla politica“.
Ci mancheranno i suoi insegnamenti, la sua serenità nell’affrontare le difficoltà personali e della politica, la sua intransigente fermezza, il suo sorriso e la sua gioia di vivere.
Grazie Lidia per tutto quello che ci hai insegnato.