Con quasi due anni di ritardo, è stato approvato il rendiconto 2010 del Comune di Castiglion Fiorentino, il bilancio dell’annus horribilis della città del Cassero. Con 11 voti favorevoli della maggioranza (i tre della minoranza sono usciti dall’aula non partecipando al voto) questa mattina il Consiglio comunale ha approvato il bilancio che parla di 594.000 euro di passività riguardanti il solo anno 2010 e un totale di disavanzo di 7.203.563,49 euro, frutto della differenza dei residui passivi e quelli attivi.
A presentare i dettagli del rendiconto è stato il revisore di conti Marco Francioli che si è poi sottoposto a tutte le domande del caso, pervenute soprattutto dagli esponenti di minoranza (assenti Nucci e Lazzeroni). “Nel calcolo abbiamo eliminato i crediti non esigibili” ha detto Francioli, “così che, anche se la situazione resta grave, abbiamo comunque la garanzia che più di così non possa peggiorare”. Per crediti non esigibili si intendono quei residui attivi messi a bilancio ma che per svariati motivi non sono mai stati riscossi, come per esempio contravvenzioni stradali, oneri di urbanizzazione ed entrate dell’ufficio Anagrafe. Tanto per fare un esempio, il consigliere Agnelli ha riportato il caso di due marciapiedi costruiti nei pressi di viale Mazzini e della frazione La Nave sulla scorta del contributo della Provincia che inizialmente aveva previsto di versare 85mila euro e invece alla fine ne versò solo 25mila.
Il primo dubbio, espresso proprio da Agnelli (Patto per Castiglioni) è stato sui motivi che hanno generato un così radicale cambiamento dal bilancio 2009 (“anno in cui la Corte dei conti non ha registrato elementi tecnici di denuncia”, ha riferito Francioli, che peraltro già all’epoca era revisore dei conti) a quello 2010. “Dalle indagini della Corte dei conti risulta che questa situazione è iniziata a maturare già dal 2005” ha risposto il ragioniere Francioli, “e poi il compito dei revisori dei conti è quello di accertare se un bilancio è corretto da un punto di vista tecnico e non politico. Noi non diamo valutazioni di opportunità, ma analizziamo i dati che ci vengono forniti. Se nel bilancio vengono omesse delle voci di spesa non è nostro ruolo saperlo“. I cosiddetti debiti fuori bilancio, sui quali vanno ricercati i motivi del dissesto. E perché allora ci sono questi debiti fuori bilancio? È la domanda che si pone il cittadino. “Il revisore dei conti non ha potere d’indagine, solo il ministero dell’Economia e delle Finanze può andare a rovistare nei cassetti degli uffici comunali”. E infatti i funzionari del ministero stanno proprio indagando sui quei documenti che chiarificheranno, nella sede di competenza, cioè il tribunale, a chi si deve attribuire la colpa del dissesto.
Per il momento il Consiglio aveva il ruolo di approvare il rendiconto 2010 per poter ripartire da “un punto fermo e certo. Una situazione grave, ma almeno è un punto di partenza sicuro” ha ribadito Francioli, colui che nel settembre 2011, capendo la gravità della situazione, redasse e firmò la relazione che forniva i presupposti per la dichiarazione del dissesto, dichiarazione che venne fatta però solo dal commissario Guarino alcune settimane più tardi perché nel mezzo ci furono le dimissioni di Cesarini. “Le affermazioni di Francioli confermano che il dissesto è un problema politico e non tecnico” ha notato Filippi (Cittadini uniti per il bene comune), “coloro che potevano frugare nei cassetti e quindi avevano responsabilità sulle spese erano il sindaco e gli assessori, e non i ragionieri o il revisore dei conti”. Ha parzialmente smentito Francioli che, a precisa domanda dell’assessore Albucci, ha confermato che l’ufficio ragioneria del Comune non è esente da responsabilità. Il sindaco Bittoni ha fatto poi notare che, se si tratta di responsabilità per i passati amministratori, si deve parlare per ora di responsabilità esclusivamente politica e non personale, quel tipo di responsabilità (o colpa a dir si voglia) che anche il Pd oggi riconosce. “Saremo i primi a tirare la corda quando verranno accertati i colpevoli” ha affermato Bittoni. Poi Agnelli ha posto un’altra domanda destinata a restare senza risposte: “Com’è possibile che un’azienda come Aisa arrivasse a maturare 1,5 milioni di credito con il Comune di Castiglioni senza lamentarsi?”.
All’ordine del giorno del Consiglio comunale, inizialmente in programma per martedì scorso ma poi rinviato per gravi problemi personali del segretario Marcello Ralli, anche la discussione delle mozioni presentate dalla minoranza. In particolare la mozione (bocciata) sui parcheggi a pagamento – proprio oggi scade la presentazione delle domande per il bando di gara – esposta da Filippi e che chiedeva appunto di ritirare la gara per ridiscutere in modo più approfondito la questione, e l’interpellanza di Angelo Tanganelli (Patto per Castiglioni) sulla presunta incompatibilità di ruolo per il segretario Ralli, nominato alcuni giorni fa consigliere del Cda di Nuove Acque. “Sono stato nominato pro tempore come tecnico” ha replicato Ralli, “e il mio gettone di presenza al Cda viene automaticamente devoluto alle casse del Comune di Arezzo”.