Come in parte avevo già anticipato, ho deciso di presentarmi alle prossime Elezioni Regionali come capolista per la circoscrizione di Arezzo di “Sinistra Civica Ecologista” a sostegno della candidatura a Presidente di Eugenio Giani.
Sono stati giorni di riflessione, di telefonate e di incontri, tutti diversi nei toni e nelle modalità, ma unanimi nei contenuti. Amici ed amiche, compagne e compagni, sia recenti che di vecchia data, mi hanno sospinto e incoraggiato a tornare in campo e a mettermi di nuovo alla prova.
Sono consapevole che si tratterà di una missione difficilissima, anzi quasi impossibile. Ma ho sempre creduto che sia troppo facile metterci la faccia solo quando si è certi della vittoria. La politica, per come la intendo io, si sostanzia soprattutto nel coraggio di testimoniare le proprie idee e solo dopo, molto dopo, può eventualmente diventare rappresentanza istituzionale.
Comunque andrà a finire sarà per me l’occasione di portare all’interno del dibattito elettorale i temi che da sempre mi stanno a cuore.
- Il lavoro innanzitutto, soprattutto quello che manca, che è precario, senza garanzie e senza diritti. In una Provincia come quella di Arezzo, in cui i negozi e le imprese, anche quelle che hanno fatto la storia del nostro territorio, sono sempre in maggiore difficoltà e spesso chiudono i battenti e in cui gli iscritti alle liste di collocamento superano ormai le 50.000 unità, questo deve essere per forza di cose il primo problema da affrontare. Specialmente per chi si dichiara di sinistra.
- La sanità, con un impegno forte a rivedere la recente riforma, rimettendo al centro i territori e l’integrazione socio-sanitaria. Una sanità pubblica che non abdichi alla sua funzione essenziale a vantaggio del settore privato, che riduca gli insopportabili tempi di attesa, che abbatta la burocrazia e garantisca un accesso alle cure rapido e concreto per tutti i cittadini.
- La cultura, intesa nella sua accezione più ampia. Non solo musei, biblioteche, cinema e teatri della cui importanza culturale appunto, ma anche sociale ed economica, si spera proprio che nessuno osi più dubitare, ma anche i prodotti tipici, le tradizioni e il folklore, senza dimenticare poi le nuove frontiere della cultura digitale rispetto alla quale l’Italia in genere e anche la nostra regione scontano un’impressionante divario che deve assolutamente essere colmato.
Su tutto questo e su molto altro ancora avrò piacere di confrontarmi con gli avversari politici e soprattutto con gli elettori durante questa strana campagna elettorale all’epoca del covid-19 che già si preannuncia alquanto complicata e il cui risultato, come attestano anche gli ultimi sondaggi, non appare affatto scontato.
Andrea Vignini