Regionalismo differenziato. La secessione dei ricchi
Cortona, Venerdì 17 maggio, ore 21,00, presso la sala civica “C. Pavolini”, Piazza
Signorelli, la lista per le elezioni europee “La sinistra” organizza l’incontro sul “Regionalismo
differenziato. La secessione dei ricchi”
Il Tema della ridefinizione di diritti a geometria variabile contenuto nella cosiddetta
Autonomia differenziata non è entrato nel dibattito elettorale in corso, nazionale e per le
europee, ufficialmente perché non attinente alle questioni comunali ed europee, più
probabilmente perché imbarazzante per gran parte delle forze in campo per le implicazioni
importanti sia a livello locale che europeo, sul piano normativo e dei diritti costituzionalmente
sanciti.
Di qui la scelta di organizzare l’incontro di venerdì 17 maggio.
In applicazione dell’art. 116, 3° comma, della Costituzione (come modificato con la
riforma del Titolo V nel 2001), le regioni Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna e, in forma
minore la stessa Toscana (con la risoluzione approvata il 7 luglio 2018 dal Consiglio
Regionale toscano che impegnava la Giunta ‘a proseguire nell’azione intrapresa per
l’attribuzione della maggiore autonomia) rivendicano l’ampliamento delle loro competenze
su oltre 20 delle materie previste nell’art. 117 della Costituzione e l’attribuzione delle risorse
finanziarie in base alla relativa ‘spesa storica’.
La richiesta di maggiore autonomia è oggetto di numerose contestazioni da parte di
gran parte dei costituzionalisti, non solo per le conseguenze sul piano della solidarietà
fiscale nazionale, essenziale per garantire l’eguaglianza dei diritti elencati nella Prima Parte
della Costituzione, ma anche in merito alla possibilità di una organizzazione di servizi
essenziali come quelli sanitario e scolastico, delle politiche ambientali e dei beni culturali
che garantiscano effettiva eguaglianza fra tutti i cittadini, fino a configurare quella che è
stata definita una ‘secessione dei ricchi’.
Preoccupazioni anche per le procedure ad oggi previste con un iter parlamentare
semplificato che esclude dal processo decisionale sia gli enti locali (Comuni, Città
metropolitane e Province), che lo stesso Parlamento, chiamato ad avallare senza possibilità
di emendamenti il testo proposto dal Governo. Le norme ‘operative’ troverebbero infine
definizione in singoli DPCM, sottratti alla valutazione della Consulta e non soggetti a possibili
referendum
Su tutti questi aspetti incombe il dubbio della incostituzionalità e della possibilità per
la stessa Corte Costituzionale di svolgere il suo ruolo di garanzia.
Ne parliamo a, con:
Giovanni Russo Spena (Acerra, 1945), docente universitario ed ex parlamentare di
Rifondazione Comunista, è responsabile del dipartimento Giustizia del Prc
Tommaso Grassi (Firenze, 1985) consigliere comunale del gruppo “Firenze riparte
a sinistra, Sel, Prc” e candidato alle elezioni europee per “La sinistra”
www.la-sinistra.it
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