Raffaele Cantone , Presidente dell’ANAC, parla di SEI Toscana ospite all’università di Pisa di fronte agli studenti, definendo il caso scoppiato nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto, come il più rilevante riguardo la corruzione in Toscana.
Ma ben prima che partisse la magistratura e dopo aver controllato attentamente tutti i documenti, il M5S aveva denunciato pubblicamente e nelle istituzioni, le criticità riscontrate nel contratto e nella gara per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti della toscana meridionale.
Ed oggi, dopo l’ennesima riprova delle nostre ragioni, pretendiamo che i nostri sindaci, che fino a ieri ci avevano deriso e ignorato, ammettano le loro responsabilità politiche e di amministratori pubblici, visto che hanno firmato e avallato un contratto dove sono stati riscontrati criticità così gravi, che anche la magistratura ha ritenuto di dover procedere con un’indagine ed un processo.
I consiglieri comunali del M5S hanno sempre teso una mano verso gli amministratori comunali, sia di destra che di sinistra, informandoli di quanto era emerso dai controlli effettuati, ma non abbiamo quasi mai avuto riscontri che da parte loro vi fosse la volontà di collaborare, anzi, abbiamo sempre visto segnali di chiusura e disinteresse fino a quando non è stata la procura a denunciare quanto stava accadendo nel settore dei rifiuti.
Nonostante le richieste di rinvio a giudizio per turbativa d’asta e corruzione che hanno colpito vari esponenti di SEI Toscana e ATO Toscana Sud, ancora oggi i sindaci vogliono far credere di non avere alcuna responsabilità, come se non fossero stati loro ad amministrare i nostri comuni e ad aver avallato le scelte e gli elementi contestati dalla magistratura.
Come se non bastasse dopo essere scoppiato il caso giudiziario, abbiamo notato da parte di ATO Toscana Sud, una certa resistenza a fornire i documenti necessari a proseguire nello studio intrapreso dai portavoce del m5s. L’Ente sembra cercare in ogni modo di mettere i nostri portavoce nelle condizioni di non poter svolgere il loro ruolo da Consiglieri Comunali.
Portiamo l’esempio di quanto è da poco accaduto dopo una semplice richiesta di accesso agli atti da parte di due nostri Consiglieri, che dopo oltre 2 mesi di immotivata attesa e una lettera del Difensore Civico toscano che dava loro ragione, si sono visti costretti a chiamare la Polizia per farsi consegnare da ATO i documenti richiesti e avere quindi rispettato il loro diritto di accesso agli atti.
Questo ulteriore segnale di opacità da parte di un ente pubblico, rende ancora più preoccupante il quadro di quanto accade nel servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nella Toscana meridionale ma allo stesso tempo dà a chi se ne sta occupando ancora più forza e determinazione per andare avanti nella tutela dei cittadini di fronte ad un sistema che la Procura e l’Autorità Anticorruzione ritengono fortemente viziato da corruzione.
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