Penso alle nostre Amministrative, penso alle Presidenziali in Francia…e rabbrividisco. Guardando i simboli e i nomi delle liste per Castiglioni mi viene da pensare che il “miracolo” sia avvenuto: dalle schede elettorali sono spariti i partiti politici. Infatti ogni riferimento ai simboli di partito è quasi totalmente assente ed è sostituito da tricolori accompagnati da motti e proclami evocativi che non sto qui a elencare per non essere tacciato di una qualche partigianeria (il clima è piuttosto “caldo”, come si capisce ogni giorno leggendo questo sito, e c’è davvero di che aver paura!)
Insomma: si è fatto di tutto per “departitizzare” lo scontro facendo scomparire, contestando apertamente o nel migliore dei casi mettendo in seconda fila, i partiti. Questo per alcuni è un elemento fondante del programma e una base di partenza imprescindibile, per altri forse è una semplice scelta “di moda”, perchè si ha la sensazione (probabilmente giusta) che parlare di partiti e simboli faccia perdere voti.
Ma il problema è anche nei programmi, in cui molto spesso le differenze sono risicate e c’è una grossa paura di prendere posizioni forti, se non quando già si sa che queste non comportano rischi. Esempio: è molto facile dire “No” a una cosa sulla quale tutti, più o meno, dicono di “No”…
La mia idea è che tutti più o meno stiano facendo finta di fare una campagna elettorale coraggiosa e poi invece, nei fatti, ne stiano facendo una alquanto pavida. Ed è per quello, forse, che non si fa altro che dire male degli altri…perchè non si sa cosa dire per noi. Parlare in positivo, proponendo qualcosa, potrebbe significare prendere una posizione su qualcosa, col rischio di scontentare qualcuno…e allora diciamo male dell’altro che si fa prima!
L’Italia non è certo la Francia e i danni fatti dai nostri partiti sono sotto gli occhi di tutti. Però quello che è avvenuto in Francia domenica scorsa ci dovrebbe far riflettere. La sinistra ha vinto il primo turno e il suo candidato è dato per vincente anche al ballottaggio: non si può certo dire che abbia condotto una campagna elettorale pavida o priva di idee e scelte forti. Nazionalizzazione delle banche, patrimoniale, riduzione dell’età pensionabile e dell’orario di lavoro, Tobin Tax, meno rigore nella politica comunitaria sono state parole d’ordine che hanno riportato il Partito Socialista al livello di consenso dell’epoca di Mitterrand.
Mentre da noi si fa a gara per rinnegare le proprie ideologie e la propria storia, in Francia proprio le ideologie e le scelte coraggiose danno una nuova speranza di rinnovamento.
In Italia e in Chiana si recupera consenso solo spegnendo i partiti e le idee? Oppure un metodo “alla Francese” avrebbe potuto funzionare? Da noi si vince col Sempre Grigio o si sarebbe potuto vincere anche con la Primavera?