Io sono aretina: quando mi definisco così non intendo dire che abito ad Arezzo e non guardo oltre le 4 mura di questa città, ma anzi che mi sento parte di una provincia ben più ampia. Non riesco a scindere le nostre 4 vallate dal capoluogo e per me tutti i comuni sono importanti, primo fra tutti ovviamente quello di Monte San Savino in cui sto vivendo con tutto l’impegno possibile la mia esperienza di Amministratrice. Amo la mia provincia soprattutto per le numerose attività culturali che propone, perché non c’è solo il Mix Festival, che certo è quello più importante e prestigioso, ma ci sono tanti eventi minori da non dimenticare (Festival Musicale Savinese, Casentino Love Affair, solo per citarne due). Ognuno di essi ha il suo target di riferimento e la sua peculiarità.
Accetto però la sfida del dott. Lupetti e provo ad analizzare la situazione turistica e culturale del Comune di Arezzo (che ormai sarebbe “in provincia di Cortona”).
In verità non credo che Arezzo sia inferiore a Cortona sul fronte dellla proposta culturale e anzi quest’anno abbiamo avuto un calendario estivo molto interessante. Sicuramente non ci sono stati i riscontri di pubblico del Mix, ma l’evento principale (la mostra “Icastica”) dura 5 mesi e non 9 giorni e gli eventi sono stati ben spalmati evitando sovrapposizioni con altre iniziative dei comuni limitrofi, laddove possibile. Sul fronte dell’attrattiva turistica complessiva non penso poi che “Icastica” sia così inferiore al Mix (che costa molto di più) e sono convinta che a conti fatti i numeri lo potranno confermare.
La differenza, in peggio, è secondo me nella reazione degli “autoctoni”. Purtroppo gli aretini, a differenza dei cortonesi, non rispondono come dovrebbero agli eventi proposti. Questo non so se sia colpa di una cattiva comunicazione o di una politica sbagliata degli ultimi decenni che ci hanno fatto credere che il vero evento a cui non poter mancare fosse quello importante e di risalto (vedi “Vota la voce” o il “Festivalbar”) spingendoci così a disinteressarci del resto. Se a ciò aggiungiamo la perdita di Arezzo Wave l’aretino si è sentito isolato in mezzo a molti eventi dei quali nessuno riusciva però ad avere quel “richiamo” che poi significa paginate di giornali e sensazione di successo.
E così se ogni serata o pomeriggio del “Mix” ha coinvolto la cittadinanza cortonese quasi al completo, lo stesso non si può certo dire degli eventi aretini. Ad Arezzo i grandi afflussi si riscontrano per altre cose, ad esempio per eventi legati al potenziale commerciale (vedi le varie “Notti”, che hanno forte presa anche sul territorio provinciale), concerti, spettacoli e incontri vari funzionano meno.
Non è però vero che ad Arezzo non si sta facendo niente per la cultura. Ritengo anzi ottima la scelta dell’assessore Macrì di credere nel teatro (Arezzo ne avrà ben 4), anche se sarà sicuramente necessaria una politica di rieducazione a questo tipo di arte, perché per molti anni non c’è stato un teatro all’altezza della città, allontando così i fruitori che hanno rinunciato alla loro passione o si sono diretti su stagioni teatrali dei comuni limitrofi (Monte San Savino, ad esempio)
L’errore che a mio avviso si continua a commettere è quello di vedere il turismo e la cultura come due cose per forza collegate a doppio filo. Io credo che non sia proprio così, anche se so di dire una cosa un po’ controcorrente. Secondo me può esistere turismo senza cultura, come può esistere cultura senza turismo. Arezzo non ha puntato sul turismo nei decenni passati e questo si vede, basta dare un occhio alle scarse visite ai musei e alle non entusiasmanti presenze negli alberghi.
A volte, però, basterebbe poco. Nonostante ci siano eventi forti anche per l’estero come la Giostra del Saracino (a Settembre dell’anno scorso alcuni australiani prenotarono il biglietto per l’edizione di Giugno di questo anno), non si è mai riusciti a far fruttare questi punti di forza. Ad esempio, perché non regalare un biglietto dei musei a chi ne acquista uno della Giostra? Si inizierebbe a creare un minimo di rete…
Comunque il “Mix” mi è piaciuto molto e mi complimento con il sindaco Vignini che ha saputo riscattarsi dopo l’addio del Tuscan Sun sfruttando importanti reti e amicizie. Complimenti davvero anche per la vincente operazione “commerciale” della prelazione sui biglietti di Jovanotti per chi già fosse in possesso di un ticket del festival. Non condivido le polemiche che sono circolate prima del successone finale sull’organizzazione (secondo me è stata ottima), né quelle sul luogo del mega-evento finale (era giusto farlo dove era già stato montato il palco). Adesso Vignini passa un testimone scomodo e rivolgo il mio “in bocca al lupo” al Sindaco che verrà.
PS Ringrazio Cortona per avermi ospitato tra le sue mura in queste sere: una menzione speciale agli Irons brothers, da loro c’è sempre da imparare, al mitico fotografo Andrea Migliorati che mi ha fatto un bellissimo book di Jovanotti che conserverò per sempre e un ringraziamento speciale a chi mi ha spinto a scrivere questo pezzo e che mi ha ospitato fra le mura in una situazione certo un po’ naif, ma piacevole.
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