Ci è capitato di “incocciare” casualmente in un post su Facebook di un cittadino cortonese, Francesco Ghezzi, che abbiamo letto con estremo interesse. L’autore, indirizzando questo post in forma di “lettera aperta” al Comune di Cortona, propone una serie di riflessioni molto approfondite sullo stato delle cose nella città etrusca, che a nostro modo di vedere possono essere molto utili allo sviluppo di un dibattito proficuo sul futuro della città e non solo, perché tali elementi di riflessione sono buoni anche per tutte le realtà limitrofe della nostra vallata che vivono situazioni analoghe. Coerentemente con quelli che da sempre sono i nostri obiettivi, nell’ottica di dare un contributo allo sviluppo del dialogo e del confronto nella comunità locale, abbiamo chiesto all’autore il permesso di riproporre quel testo anche sulle nostre pagine. Ve lo proponiamo di seguito. Buona lettura. – La Redazione
Lettera aperta al Comune di Cortona
Alla vigilia della fine stagione estiva, ho deciso di realizzare pubblicamente un post, sicuramente non breve, con l’intento di descrivere la condizione di Cortona da me percepita… evidenziando sia le preoccupazioni che aleggiano tra i suoi vicoli legate al suo trend turistico, sia le possibili soluzioni da adottare.
Cosciente del fatto che le problematiche da risolvere sono molte e non solo turistiche, è comunque vero che al giorno d’oggi, con la delocalizzazione del lavoro e la progressiva scomparsa di richieste per lavorazioni artigianali, su cui Cortona eccelleva (orafa, tipografica, ceramista, restauratrice, ecc ) il turismo, da pilastro importante è diventato fondamentale, sostenendo non solo i negozi, i ristoranti e le strutture ricettive, ma anche tutte le aziende di servizi che gli ruotano intorno… agenzie, driver, lavanderie, idraulici, elettricisti, imbianchini, giardinieri, ecc, ecc.
La stagione estiva sta finendo ed è stata sicuramente un estate “polemica” sotto certi punti di vista, su quello che è stato fatto, su il non fatto, sul revocato e su quello che si poteva fare… ma è stata anche un’estate di transizione ai suoi vertici e pertanto, essendo anche “politicamente indipendente” (ma non per questo privo di filosofie ed ideologie), non mi sento di giudicare… certo è che il trend turistico sia in declino da ormai troppi anni e qualcosa bisogna fare.
Attratto da proposte alternative e (a volte) economicamente più vantaggiose rispetto ai servizi forniti, il turismo sta cambiando rotta e secondo anche quanto detto dai media, la situazione è generalizzata e non coinvolge solo Cortona…
Non essendo però fan del “mal comune mezzo gaudio” e legato sia alla mia città che amante dell”eccellenza, certo la situazione non mi appaga minimamente e così non posso non pensare a quali soluzioni possono essere adottate… evitando però quelle frettolose e superficiali, nate dall’euforia, che danno l’uovo oggi piuttosto che la gallina domani e che troppo spesso circolano per Cortona.
Fa male vedere la desertificazione progressiva dei turisti nel centro, vedere sempre più un turismo mordi e fuggi rispetto ad un turismo stanziale che vive il paese, non vedere più la gente del posto che fa “le vasche”, vedere che chiudono i negozi storici, vedere che dove c’era un negozio ora ce ne sono due più piccoli, vedere che dove ieri c’era un’attività oggi ce né un’altra…
Potrebbe sembrare fermento lavorativo, ma non lo è, perché non sono nuove attività che nascono, ma nuove attività che sostituiscono… e normalmente nessuno lascia un’attività se è florida.
Ultimamente però, da quello che sento (dentro e fuori le mura) e quello che leggo sui social locali da cittadini e negozianti, sembra che ci sia una gran frenesia e voglia di fare… BENE… ma quello che mi preoccupa è che danno la sensazione di essere tante singole iniziative “private”, senza una regia organizzata, e focalizzate SOLO alle “feste”.
La cosa è preoccupante, perché tutti i paesi in crisi di idee bramano a fare SOLO feste: si fa una festa, si potrebbe fare una festa, la festa è andata bene, ai visto quanta gente alla festa… una volta le feste erano un “accessorio” per la gente presente, ora la tendenza invece è quella di farle diventare uno “strumento” per raccogliere gente. Vero… a primo acchito funziona, ma è solo un fuoco di paglia, che non porta beneficio all’intera comunità nel lungo termine.
Perché dico questo? Perché porta gente solo la sera, perché guadagna solo un settore merceologico, perché se c’è tanta gente crea disagio a chi (residente o turista) vorrebbe tranquillità, perché a volte porta anche gente indecorosa che beve, sporca, urla o fa bella mostra di sé (vedi la “signorina” della notte bianca) e perché con con una politica SOLO di questo tipo, diventando “il paese dei balocchi”, lo scenario futuro più probabile è:
– che scompaia il turista stazionario che vive la città, dando spazio ad un turismo mordi e fuggi (ci siamo già arrivati)
– che il turismo medio/alto scompaia dando spazio ad un turismo dozzinale (ci siamo già arrivati)
– che con la desertificazione diurna del centro i negozi “comuni” aprano la sera (come in tanti vogliono), ma saranno senza profitto, perché non ho mai visto gente bere, mangiare o ballare con i sacchetti in mano.
– che i negozi “comuni” chiudano, sia perché i residenti vanno all’Outlet e sia perché, non esistendo più una clientela che vive il centro (in questo momento il turista stazionario), nessuno compra un giornale, una crema, una ceramica, un gioiello, una borsa, un paio di scarpe, un oggetto d’arredamento, un paio di mutande, una camicia, un quadro, un profumo, una bottiglia di vino, una tovaglia, un cappello, un giocattolo, ecc…
– che una volta chiusi i negozi “comuni” aprano locali “food”… d’altra parte il business presente è quello.
– che con tanti locali e negozi “food” cominci una faida/concorrenza tra i nuovi e i vecchi locali
Pertanto, parlando agli euforici che sbandierano successi e che tanto vogliono fare tante feste perché ci “si guadagna”… occhio perché vi date la zappa sui piedi… così facendo domani la torta la dovrete spartire anche con altri.
Detto questo, IO NON SONO CONTRARIO ALLE FESTE… anzi… credo che le feste debbano rimanere, ma come un ingranaggio di uno strumento più grande e pertanto credo che:
– si debbano fare più feste (???) ma si debbano trovare tempi e spazi adeguati per le varie tipologie di feste (non necessariamente sempre Piazza Signorelli), in modo tale che si possa soddisfare più tipologie di “turisti” e farli convivere senza che il piacere dell’uno non sovrasti o interferisca con quello dell’altro.
– si debbano fare feste in centro, ma proporzionate al paese, sia dal punto di vista ricettivo (quantità di persone) che stilistico.
– si debbano avere anche iniziative private, ma che siano rispettose nei confronti della comunità e delle attività adiacenti… e non facciano diventare privato quello che è il suolo pubblico.
Oltre questo, dobbiamo però utilizzare anche altri ingranaggi che sono, a mio avviso, molto più efficaci per Cortona, ovvero gli EVENTI CULTURALI (pittorici, scultorei, musicali, cinematografici, fotografici, letterali, teatrali, ecc, sia si stampo classico che contemporaneo), gli EVENTI ENOGASTRONOMICI (non la festa! ma legati al nostro vino, al nostro olio, alla nostra carne, ai nostri prodotti tipici), gli EVENTI SPORTIVI E LUDICI (legati sia ai percorsi all’aperto che limitati a campi da gioco o al chiuso).
Lungi dall’entrare nel circolo della lotta coi prezzi per avere più pubblico (con 50 euro si prende l’aereo e si raggiunge una capitale europea), dobbiamo invece puntare su eventi di livello che richiamino un pubblico medio alto che cerca eventi esclusivi, facendo sì che Cortona torni ad essere un salotto buono della Toscana.
Insomma, al di là delle solite feste, queste sono delle idee… e tante ce ne sono ancora… sia volte alle possibilità organizzative, economiche, promozionali, ma anche di tutela del visitatore (il costo deve essere proporzionato al servizio) e di riallaccio a tutta la sua comunità, riducendo la distanza che c’è tra “Cortonini” e “Camuciesi”… lì il lavoro è duro.
Forse sarò stato troppo sincero (a volte scomodo) ma ho voluto dire la mia in maniera pubblica, chiara e trasparente, e cosciente anche del fatto di poter essere bersaglio di polemiche e/o chiacchiericci silenziosi, il mio intento è quello di dare un punto di vista diverso, parzialmente esterno e di poter accendere la scintilla nell’aprire un vero tavolo di idee per realizzare una solida strategia capace di invertire il trend turistico e riportare in auge Cortona come nei tempi passati.
Solo con una strategia si cattura un cinghiale… diversamente si va a tortore.
Tanto dovevo fare per la mia città
Francesco Ghezzi
P.S. Questo non è un post politico e pertanto non accetto strumentalizzazioni
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