Aveva scelto il cognome del marito ma non può certo essere ricordata solo come la “moglie” del presidente Mitterand.
Negli anni non ha mai perso quell’ostinata tenacia, mista di tenerezza e passione, tipicamente femminile, nella difesa delle “cause perse” del terzomondismo (dai curdi ai tibetani, dai guerriglieri del Salvador agli indios messicani del subcomandante Marcos, a Cuba) e dei diritti e dei beni comuni, ultima quella per l’acqua pubblica, con una coerenza che l’ha accompagnata per tutta la sua vita nel nome della libertà.
Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerla personalmente nei lontani anni del mio impegno amministrativo e mi piace ricordare il suo approccio, di genere, alla politica ed alle relazioni interpersonali, un approccio “passionale” ed insieme razionale, meno attento ai protocolli ed alle compatibilità e più alla sostanza ed alle persone.
Mi piacerebbe che questo rigore e coerenza, la sua grande libertà morale ed intellettuale, la capacità di metterci sempre e comunque la faccia, fossero un esempio per le nuove generazioni di donne che scelgono l’impegno politico e che, a Cortona, dove il suo ricordo è molto presente, anche in suo nome si portino avanti con coerenza e con ostinata tenacia quelle battaglie per i diritti umani e per i beni comuni, nelle quali Madame Danielle ha speso tutta la vita.
Sarebbe un bel modo per ricordarla e tenerne viva la memoria
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