Se devo indicare una impressione istintiva che ha caratterizzato per me la quarta edizione del Concorso Letterario Santucce Storm Festival a Castiglion Fiorentino questa è “La Freschezza “.
Non so se questa sensazione è stata dettata dal luogo in cui si sono svolte le fasi di presentazione dei libro e dalla conoscenza diretta degli autori in concorso (il Bar Garden al Parco dei pini).
Oppure perché questo momento di valutazione si svolgeva non in modo monografico, ma con più autori in contemporanea che piacevolmente e gradevolmente venivano “contaminati”, come esposto dall’Assessore Massimiliano Lachi da “intrusioni” musicali e pittoriche.
O forse perché la presenza di alcuni giovani autori mi ha trasmesso un po’ della loro determinazione e freschezza intellettuale per il modo con cui attraverso le loro opere letterarie cercano di specchiarsi ed affacciarsi nel mondo dei sentimenti, emozioni e consapevolezze usando con naturale e fresca abilità il magnifico mezzo della letteratura.
Non saprei dare un unico indizio prevalente.
Una cosa è certa: io questa quarta edizione del Santucce Storm Festival l’ho vissuta e partecipata emotivamente e serenamente “al fresco”.
Molti sono stati gli autori presentati nei cinque pomeriggi con cui si é conclusa la fase di presentazione e tra tutti quello che ho potuto ascoltare mi ha colpito particolarmente uno studente liceale castiglionese (di cui volutamente non voglio citare il nome per un minimo di rispetto di tutti gli altri concorrenti) che ha proposto una sua opera scritta attraverso la tecnica del “dialogo”.
Una forma, quella del dialogo, che ricordo ha permesso di trasmettere il pensiero filosofico di personalita’ fondanti della nostra cultura come Socrate e Platone, i quali non hanno mai scritto un trattato filosofico, ma solo insegnato la loro visione filosofica che é stata poi riportata dai loro allievi attraverso la trasmissione di “dialoghi”
Una forma letteraria che mi ha sempre affascinato anche perche’ ha inciso sulla mia formazione quando adolescente mi sono specchiato nel capolavoro di Cesare Pavese i “Dialoghi con Leuco”.
Ora, nel giorno 8 dicembre, data ormai da anni consolidata, si attende il responso della giuria per la proclamazione del vincitore alla presenza del Commissario Bordelli, inconsueto e spontaneo personaggio di investigatore fiorentino creato dall’eccellente e splendida fantasia di Marco Vichi.
Un personaggio, quello del Commissario Bordelli, che per me e credo per i tanti che hanno studiato o vissuto a Firenze, ha permesso di rivivere luoghi familiari di quella città, ma sopratutto di rivedere una umanità che ormai può essere solo ricordata perche’ soprafatta dalla globalizzazione e trasformazione del tessuto cittadino fiorentino che ha cancellato interi quartieri, compreso chi li abitava.
Con la presenza del Commissario Bordelli sicuramente non manchero’ di apprezzare antichi odori emozionali di quella citta’ in un tempo ormai lontano che anche io ho avuto il piacere di conoscere e toccare.
Una menzione particolare vorrei farla per le tante persone che in modo collegiale hanno permesso di realizzare questa edizione ed in particolare a Rosanna Martini e Fabio Bidi, presidente della Istituzione Culturale Castiglionese, per l’entusiasmo che hanno trasmesso in tutte le serate.
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